Teatro, Teatrorecensione — 13/02/2012 at 22:53

Reality Show: l’agghiacciante circo delle maschere

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Nella casa che portano in scena gli attori della compagnia Teatroinfolle le regole sono fin troppo chiare: scegli un personaggio e annulla la tua persona. E’ interessante la schizofrenia dell’intero spettacolo che rappresenta l’improbabile incontro fra il teatro ed il reality show: la più nobile, antica e onesta forma di rappresentazione scenica della vita dove la dichiarata recitazione degli attori mira alla verità dei personaggi si scontra con la sua più miserevole devianza. L’arte che della vita vive e dalla vita crea chiama in causa la becera spettacolarizzazione della realtà. Una realtà descritta con una facciata accattivante e variegata, ma che poi si rivela intimamente sterile e vuota. Perché nient’altro che questo è lo “show” che ci racconta l’arguto testo di Elena Griggio: una farsa disumana dove si gioca all’annullamento della propria individualità nel tentativo di costruire un “altro sé”, un personaggio da presentare all’ amato pubblico come un modello vincente.

Scrupoli, dignità, onestà … nemmeno il proprio nome ha più valore della popolarità da inseguire ad ogni costo. Molte sono le strade da percorrere per arrivare “dritto al cuore dello spettatore”: lo si può conquistare con un patetico buonismo, con un’ arrogante brama di prevaricazione, con la sgargiante seduzione della bellezza o piuttosto con l’opposta ostentazione d’ innocenza. Lo vediamo tutti i giorni alla televisione. Telecamere che entrano nelle case, nelle camere da letto, nei teatri di morte. Confessioni e confessionali, strepiti e offese, sesso … l’instancabile caccia allo scandalo. Perché lo scandalo “fa un boom di ascolti”. Lo scandalo fa diventare famosi. Di questo ha fame il pubblico che è colui che solo può salvare dall’”eliminazione”. Quelli che non sono sufficientemente belli, arroganti, maliziosi vengono infatti rimossi. Sono inutili. Non esistono. Eppure sotto le maschere rilucenti che s’agghindano per le nomination e le dirette serali, non rimane nulla. In questo incubo di feticci riconosciamo amaramente non solo la televisione, ma l’umanità intera. Nell’agghiacciante precipizio delle peggiori angosce pirandelliane vediamo le ossa di chi ha dedicato una vita all’apparire, al desiderio d’ essere approvato e amato da amorfe facce anonime. Vite vuote che tentano morbosamente di immedesimarsi in altre vite vuote, scrutate come quelle spelacchiate bestie selvatiche dello zoo, che in verità della vita selvaggia nemmeno hanno memoria. E’ un testo spietato, dunque, quello di Elena Griggio, ma in qualche modo pure compassionevole.

Racconta di tre personaggi che, in varia misura, sprofondano nell’oblio di sé stessi, poco diversi dagli automi di un distopico racconto di fantascienza. Eppure l’autrice non tralascia di far emergere a sprazzi la loro umanità attraverso patetici desideri di successo, frustrazioni, meschinità. Debolezze, certo, ma eminentemente umane. Sobri e deliranti, ipocriti ma sofferenti … l’ambigua dualità di questi personaggi viene interpretata efficacemente dalla notevole esuberanza di Linda Bori e David Angeli che, affiancati dalla stessa Griggio, approfondiscono con la loro interpretazione i significati del testo dando prova di un’ottima espressività attoriale. Efficace la messa in scena, arricchita da un sapiente uso dei supporti audiovisivi che ci precipitano in un mondo straniante fatto di videate, obiettivi, jingle e voci metalliche. Un’intensa riflessione sui falsi miti della contemporaneità, una dimostrazione dell’alto spirito critico che i giovani sanno manifestare anche attraverso il teatro.

 

Progetto “molecole: esperienze, laboratori, spettacoli e letture”, teatroINfolle / Reality show di Elena Griggio con David Angeli, Linda Bori e Elena Griggio

 

Visto al Teatro Cà Foscari di Venezia il 7 febbraio 2012

 

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