Chi fa teatro, Focus a teatro, Pensieri critici — 24/06/2020 at 23:10

Attrici Attori Uniti: “stato di agitazione permanente”.

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Attrici Attori Uniti.

Ad oggi, le lavoratrici e i lavoratori dello Spettacolo hanno ricevuto soltanto il bonus di 600 euro per il mese di marzo, grazie al Decreto Cura Italia che aveva stabilito dei parametri per cui in molti non avevano potuto goderne. Il Decreto Rilancio ha apportato delle correzioni, ma in data odierna, nessuno di noi ha ancora visto i bonus di aprile e maggio e non ci è dato sapere se da giugno potremo continuare a usufruire di questo piccolissimo aiuto o no.In tutto questo, l’enorme beffa è che si dichiari che il 15 giugno il settore è ripartito!… La ripresa del lavoro è avvenuta senza la validazione di adeguati Protocolli di Sicurezza.

Vi invitiamo a contare gli artisti e le maestranze coinvolte e a dedurre da soli quanto falsa risulti questa ripartenza: monologhi con nomi inflazionati e, nella maggior parte dei casi, spettacoli provati pochi giorni e allestiti con difficoltà, con compagnie decisamente sottopagate.

Come Attrici Attori Uniti abbiamo chiesto alle compagnie coinvolte di leggere al pubblico un comunicato: pochissimi lo stanno leggendo per non mettere in imbarazzo la produzione, il Teatro o il Festival che ospitano il loro lavoro. O per paura. Ci chiediamo: con queste premesse, come potrete recensire ciò che andrete a vedere? Il 30 maggio scorso in migliaia di siamo scesi in piazza in tutte le principali città italiane, suscitando un interesse superficiale della Politica, che ancora non si è concretizzato in audizioni mirate su ciò che ci concerne. L’8 giugno è stata inviata una lettera firmata dalle Segreterie dei principali Sindacati e dalla Presidenza di Federvivo (in allegato), in cui si chiedeva congiuntamente un incontro all’onorevole Dario Franceschini, lettera che non ha ottenuto alcuna risposta.

Il giorno 16 corrente mese l’ Agis è stata ricevuta dal MIBACT e, ancora una volta, il Ministro non vuole ricevere le lavoratrici e i lavoratori dello Spettacolo. Il 15 giugno abbiamo aspettato il Ministro alla Triennale di Milano che, stranamente, ha deciso di non presentarsi. Il Segretario Generale del MIBACT Salvatore Nastasi è intanto impegnato a scrivere i decreti attuativi della Legge Codice Spettacolo e, con l’esperienza del DL 2014, non possiamo che esserne terrorizzati.

Cosa dobbiamo fare per essere ascoltati e coinvolti nelle decisioni che ci riguardano?

Non accettiamo la replica di essere stati ascoltati durante “l’importante occasione di confronto” del 30 aprile (https://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_240347403.html?fbclid=IwAR1ryJjDy0Zyiea–mGZcMG3uqCk4DwXOqxaOs_BJ7pKxnp2GANwvnDVxA0), tra il Ministro Dario Franceschini e una delegazione di artisti, scelta dal Ministero stesso, o dell’incontro di domenica 21 giugno, nel contesto degli Stati Generali. Sono stati ricevuti colleghi che, ahinoi, non ci rappresentano.

Il 27 giugno torneremo di nuovo in piazza a Roma ma stiamo già ragionando su altri tipi di mobilitazione perché non smetteremo di farci sentire fino a quando le Istituzioni non si faranno seriamente carico delle nostre istanze.

In questo Stato di Agitazione Permanente mercoledì 24 giugno alle 18.00 a Milano, presso il Teatro Continuo di Burri,ci riuniamo in occasione dell’assemblea del Coordinamento Spettacolo Lombardo, alla quale le lavoratrici e i lavoratori di tutti i comparti dello Spettacolo hanno invitato a presenziare direttori di teatri e istituzioni del territorio.

A oggi, il CSL ci dà notizia della conferma del Sindaco Giuseppe Sala, dell’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno e di altre importanti presenze tra i direttori dei teatri milanesi.

N.B. A voi la scelta di leggerlo prima o dopo il vostro spettacolo, integrandolo come volete con la vostra performance. A voi la scelta di riferire o meno alle strutture l’oggetto del presente comunicato. Avete l’occasione di parlare per migliaia di vostri colleghi. È un gesto politico, artistico e solidale.

Comunicato A2U – Attrici Attori Uniti sulle ripartenze falsate

Buonasera a tutte e tutti. Grazie di essere tornati con fiducia a prendere posto in sala, stasera. Nonostante tutte le criticità oggettive di questi 4 mesi, assisterete/avete assistito a uno spettacolo. Mentre noi stasera lavoriamo, però, la maggior parte delle lavoratrici e lavoratori di questo settore non lo può fare. A loro vogliamo esprimere la nostra totale solidarietà, unendoci per dar voce alle richieste rimaste inascoltate. Sono più di 250 mila le persone che creano e muovono l’economia dello Spettacolo e, prima di qualsiasi ripartenza, attendono risposte, tutele e ammortizzatori adeguati. Stiamo attraversando una crisi sanitaria, economica e culturale senza precedenti. Il Covid ha scoperchiato e fotografato come una lastra impietosa le oggettive carenze e lo stato di abbandono di svariati settori: dalla sanità pubblica all’istruzione, dal turismo allo spettacolo. Il Paese è arrivato a questo appuntamento con la Storia impreparato, progettualmente fragile e disorganizzato. Nel settore Spettacolo, i pochi richiamati a lavorare lo stanno facendo ​allo sbaraglio ​ : questo grappolo di ripartenze manca di linee guida e regole certe e amplifica ancor più il divario tra le grandi imprese culturali pubbliche (che beneficiano di finanziamenti ​a fondo perduto ​ ) e tutte le altre realtà, molte delle quali impossibilitate a ripartire. Queste ultime rappresentano il 70% di questo settore e coinvolgono la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori. La solidarietà dovrebbe essere l’unico criterio di qualsiasi decente teoria economica. Esattamente come dovrebbe esserlo il contraddittorio tra parti sociali e la cultura diffusa in un paese democratico. Uno Stato di diritto ha il dovere di garantire ai Cittadini di poter godere ed usufruire di proposte culturali diversificate, così come di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del loro lavoro, che sia sufficiente ad assicurargli un’esistenza libera e dignitosa. In questa emergenza, la dignità va garantita anche a chi è impossibilitato a lavorare.

La salute e la dignità non hanno prezzo.

A2U-AttriciAttoriUniti

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Come Attrici Attori Uniti abbiamo chiesto alle compagnie coinvolte di leggere al pubblico un comunicato: pochissimi lo stanno leggendo per non mettere in imbarazzo la produzione, il Teatro o il Festival che ospitano il loro lavoro. O per paura. Ci chiediamo: con queste premesse, come potrete recensire ciò che andrete a vedere?“…

Pochissimi lo stanno leggendo…. si legge nel comunicato stampa dal quale estraggo un passaggio significativo: viene evocata anche la paura come causa o concausa nel far decidere di non leggere in pubblico parole che danno la misura di quanto sia difficile ricominciare a lavorare in condizioni di normalità, agibilità, espressività artistica ma non solo. Cosa impedisce di far sentire una voce sola agli artisti è la domanda che sorge spontanea. Viene criticato il Ministero per non aver ancora risposto alle legittime richieste dei lavoratori dello spettacolo, si evince come la delusione di non essere ascoltati come controparte autorevole e significativa, il rifiuto di riconoscersi nelle personalità della cultura convocate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte agli Stati Generali: “Sono stati ricevuti colleghi che, ahinoi, non ci rappresentano”. Al tavolo del governo (in cui era presente anche il ministro Dario Franceschini) c’erano tra gli altri l’architetto Stefano Boeri, lo scrittore, drammaturgo e consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano Stefano Massini e l’attrice Monica Guerritore. Sulla scelta di convocare i suddetti si può discutere a lungo e dare ragione a chi non si sente rappresentato (mancava la base, ovvero chi doveva rappresentare le istanze dei lavoratori ), ma Boeri nelle sue 5 proposte consegnate a Conte c’è anche quella dello spettacolo dal vivo ( Fatto Quotidiano del 22 giugno) come il modello inglese del Live Music Act live-music-act che ha dato lavoro in un anno a 25 mila nuove imprese. “Un bel segnale di ossigeno per il settore” – ha spiegato l’architetto. Forse varrebbe la pena di informarsi.

Stefano Massini (sempre sul Fatto Quotidiano del 22 giugno) spiega cosa è accaduto durante i mesi di totale chiusura dei teatri, cinema e sale da concerto. ” Che cosa ci è successo in questi ultimi mesi? Abbiamo dovuto gestire un’emergenza e durante le emergenze si crea una gerarchia di priorità. Ebbene, fra queste priorità non potevano rientrare per ragioni sanitarie, i concerti, gli spettacoli, gli eventi dal vivo, le presentazioni di libri”. A onor del vero il 27 aprile scorso Massini aveva pronunciato un discorso molto critico e severo nei confronti del governo: “Questo Primo maggio sarà la festa di tutti i lavoratori ma non la mia”. La crisi del comparto non vede la luce, né si parla di possibili soluzioni per una ripartenza. La proposta in un disegno: “Un teatro non vi pare uguale a una chiesa? All’appello manchiamo noi, lo spettacolo dal vivo: coloro che suonano, coloro che danzano, coloro che cantano, coloro che recitano, coloro che fanno conferenze dal vivo. Siamo indifferenti, sostanzialmente invisibili e del tutto, completamente, inutili”.

A Conte ha ribadito durante le 4 ore di confronto che “la cultura chiede in primo luogo di essere nuovamente riconosciuta, di ricevere un battesimo di dignità che la faccia uscire dal perimetro dell’intrattenimento e dello svago..

Non riconoscersi in queste parole appare del tutto incomprensibile quando a pronunciarle è comunque una personalità del mondo teatrale su cui si può obiettare di tutto ma non che non rappresenti il teatro stesso. Infine il ragionamento di Monica Guerritore: ” Per assicurare nutrimento allo spettacolo dal vivo occorre un meccanismo che crei impresa, e non più solo fondi statali”. Una riflessione seria anche su questo aspetto andrebbe fatta prima di lanciare strali su social dove l’indignazione diventa utile solo per esprimere dissenso e protesta senza mai evolvere. Giustissimo esprimere un parere anche il più divergente possibile ma poi non converrebbe, anche in questo caso, analizzare e proporre delle valide idee? Se poi indigna la sua proposta di “contaminazione tra teatro e web” vale la pena ricordare che questa contaminazione esiste da molto tempo, viene utilizzata da tanti artisti che ne hanno fatto un uso, anche eccessivo, e nel periodo di inattività dello spettacolo dal vivo è stata l’alternativa di cui ne hanno usufruito in molti. I fondi europei stanziati per il post Covid-19 devono essere utilizzati anche per la cultura e per lo spettacolo e ogni forma di rivendicazione del comparto va sostenuta, ma ritornando al principio di questo discorso resta aperto l’interrogativo rivolto ai noi critici da parte di chi ha scritto il comunicato stampa: “con queste premesse, come potrete recensire ciò che andrete a vedere?“. Le premesse non sono per nulla favorevoli ma non solo per manifesta difficoltà nell’andare a recensire ma nella convinzione che tutt’ora manchi anche tra gli artisti una maggiore coesione dove solo l’unione fa la forza.

R. R.

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