Ferrara è la città che ha avuto il privilegio di avere un testimone di un’epoca: Claudio Abbado

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RUMOR(S)CENA – FERRARA – Ferrara non dimentica Claudio Abbado, anzi, lo rievoca nel corso di un’intera giornata di eventi dedicati alla sua indimenticabile carriera artistica. Sabato 20 Gennaio scorso, decimo anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 20 gennaio 2014 a Bologna, Ferrara Musica e il Teatro Comunale a lui intitolato, ha invitato personalità della cultura, della musica e perfino esperti di botanica: Abbado aveva creato una sorte di giardino botanico nella sua tenuta ad Alghero in Sardegna. Un’intera giornata di commemorazione e celebrazione di un direttore d’orchestra e intellettuale di cui si sente ancora la mancanza, dieci anni dopo la sua dipartita.

crediti di Marco Caselli Nirmal

Resta però indelebile a livello universale la sua musica, le sue direzioni orchestrali, sinfoniche e liriche. Capolavori assoluti che a Ferrara sono stati rievocati. Ma non solo: le tante iniziative culturali e sociali, la costituzione delle Orchestre da lui volute, aneddoti della sua vita e un corollario di ricordi emotivi. Nel ridotto del Teatro Comunale il pubblico ha potuto ascoltare gli interventi che si sono susseguiti.  Di particolare interesse la presentazione del libro illustrato “ Radici, maestro!. La passione di Claudio Abbado per musica e natura”, (edizioni Carthusia) con le illustrazioni di Daniela Iride Murgia capaci di raccontare la passione di Abbado per le piante e la natura, spiegata con i testi di Pamela Pergolini. «Più di cento anni fa (nel 1901) Debussy immaginava una musica che risuonasse en plein air: “Intravedo la possibilità di una musica composta espressamente per il plein air che si rincorra e plani sulle cime degli alberi nella luce libera dell’aria. Ne nascerebbe una collaborazione misteriosa fra l’aria, il movimento delle foglie, il profumo dei fiori e la musica”.

Claudio Abbado ritratto da Marco Caselli Nirmal

A un secolo di distanza Claudio Abbado sembra averne raccolto il testimone e i versi di questo libro che lo ricordano garbatamente: “Le orchestre son come piante, negli anni ne ha coltivate tante: Le note sono il mio mestiere, nel cuore mi sento giardiniere”». A scrivere è Ferrara Musica, l’associazione che Abbado ha fondato nel 1989 e che da allora tanti concerti ha organizzato a Ferrara e su sua iniziativa «consegna questa riflessione ai giovani lettori di “Radici, maestro!”, nell’auspicio che la musica possa essere per loro un seme di bellezza e significato, che li aiuti a crescere e a costruire un futuro migliore».

L’amore per il verde e le sue piante diede ad Abbado un “pretesto” per tornare a dirigere l’Orchestra Filarmonica al Teatro alla Scala di Milano nel 2010, chiedendo di far piantare dal Comune 3500 alberi in tutta la città. La risposta fu negativa “per non poter sostenere una spesa di oltre dieci milioni” fu la risposta ottenuta dal sindaco d’allora Letizia Moratti. Abbado tornava alla Scala dopo 24 anni e salire nuovamente sul podio del Piermarini aveva suscitato clamore e interesse tra il pubblico, come non si era mai visto in precedenza.

Attilia Giuliani e sullo sfondo Moni Ovadia (foto di Ermanno Gloria – Clud Abbadiani Itineranti)

Ne sa qualcosa Attilia Giuliani, presidente del Club Abbadiani Itineranti in cui sono iscritti oltre quattrocento abbadiani, sia italiani che stranieri. Un piccolo gruppo di loro era presente all’anniversario celebrato a Ferrara. L’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune, Dorota Kusiak scrive nel bel libro presentato che «Claudio Abbado aveva un sogno speciale: vedere la piantumazione di molti nuovi alberi in Ferrara, una città che gli stava particolarmente a cuore. Questo desiderio è diventato una potente metafora del nostro impegno per la salvaguardia della Terra. Si definiva “maestro giardiniere” e sottolineava l’importanza di preservare l’ambiente. Il libro condivide la sua storia, i suoi valori e la sua passione sia per la musica che per la natura. Il legame tra Abbado e Ferrara rappresenta un esempio straordinario di come cultura, arte e natura possano unirsi per creare un impatto positivo sulla comunità e promuovere la consapevolezza ambientale».

Lui stesso amava definirsi un “giardiniere prestato alla musica” e a Ferrara esiste ora un bosco a lui dedicato che si estende dal quartiere Barco a Pontelagoscuro con 152 alberi.  “Un giardiniere prestato alle note” è il titolo della conferenza in cui hanno partecipato Manfredi Patitucci progettista del Bosco Abbado a Ferrara, Santo Scalia che ha parlato del valore naturalistico ed educativo dell’oasi di Alghero, Cinzia Ammirati che ha ricordato la madre di Abbado, donna intellettuale, colta e scrittrice ‘ Linuzza’ Savagnone Abbado “una madre, un’educatrice creativa” e Paola Roncarati presidente del Garden Club Ferrrara.

Anche il Comune di Bologna (dove Abbado ha vissuto gli ultimi anni della sua vita e qui ha fondato l’Orchestra Mozart) ha intestato uno dei giardini della città alla sua memoria. A Milano il Club Abbadiani Itineranti ha chiesto al sindaco Giuseppe Sala di intitolare una strada a Claudio Abbado. Attilia Giuliani lo ricorda così: «La mia ‘avventura’ con Claudio Abbado inizia il 7 dicembre 1968 quando diciottenne ho fatto la mia prima coda da loggionista per la prima della Scala. Era il tempo delle contestazioni studentesche, uova sulle pellicce delle signore tirate da Mario Capanna e i suoi sodali; io invece nella sala del Piermarini rimango soggiogata dal Don Carlo di Verdi. E così da quel giorno non ho più smesso di seguirlo, fino a costituire il Club Abbadiani Itineranti nel 1995, anche in questo caso era un 7 dicembre! Il gruppo dei suoi ‘seguaci’ è uscito dall’area milanese e ha fatto proseliti in tutto il mondo, fino in Australia! La cosa fondamentale che ci ha accomunato è una particolare affinità elettiva, un’empatia musicale che ci rendeva unico l’ascolto delle sue esecuzioni, pur ascoltando sempre molti altri direttori d’orchestra. Possiamo dire che è stato un compagno di vita per noi e tale continua ad essere».

crediti di Marco Caselli Nirmal

Nel programma celebrativo di sabato 22 gennaio è stata inaugurata la mostra fotografica ” Il sorriso di Claudio. Fare musica insieme” (concetto fondamentale del pensiero artistico – musicale, quanto culturale, di Abbado). L’autore è Marco Caselli Nirmal (1990 – 2013), storico artista dell’immagine che espone una galleria di scatti tra i più rappresentativi capaci di cogliere quelle espressioni tipiche di Abbado durante le prove, in cui regalava sempre un sorriso ai suoi orchestrali, o come in un caso nei confronti di Marta Argerich.

Tutte le città italiane in cui Abbado dirigeva e risiedevano le sue orchestre hanno organizzato e celebrato il decennale dell’anniversario, con manifestazioni di interesse culturale e musicale: Ferrara, Milano -Teatro alla Scala, Roma – Accademia di Santa Cecilia, Reggio Emilia -I Teatri dove sabato 20 gennaio scorso in piazza Martiri del 7 Luglio sono stati fatti ascoltare le registrazioni audio dei concerti e le opere più note dirette da Claudio Abbado. Dieci anni fa, non appena si sparse la notizia della scomparsa del celebre direttore, dal Teatro Municipale Valli, la musica uscì attraverso altoparlanti in piazza a ricordarlo che aveva fatto di Reggio Emilia una delle sue città di adozione. il 13 febbraio prossimo il Teatro Municipale Valli proporrà un concerto straordinario della Filarmonica della Scala, diretto da Ingo Metzmacher promosso da Reggio Parma Festival con Fondazione I Teatri Reggio Emilia, che riveste un valore altamente simbolico.

Il Reggio Parma Festival e l’omaggio che Festival Aperto ha dedicato al cinquantesimo anniversario di Musica/Realtà, la rassegna di concerti dedicati alla musica contemporanea fondata da Claudio Abbado, Luigi Nono e Maurizio Pollini, il cui primo ciclo si concluse nel 1973 con un memorabile concerto diretto proprio da Abbado con l’Orchestra di Budapest, solisti il pianista Maurizio Pollini e il soprano Slavka Taskova Paoletti.

Il pubblico presente nel ridotto del Comunale ha potuto assistere alla proiezione del film “L’Orchestra. Claudio Abbado e i musicisti della Mozart” di Helmuth Failoni e Francesco Merini.

Bolzano che risulta non pervenuta, diventa un caso discusso anche a Ferrara durante la giornata di commemorazione al Teatro Comunale, dove lo stupore era evidente tra tutti gli ospiti, cogliendo l’assenza della città altoatesina per il decimo anniversario della sua scomparsa e dove Abbado era stato insignito della cittadinanza onoraria, la consegna di una medaglia per il suo impegno artistico, la costituzione per suo volere della Fondazione Mahler che ha sempre curato l’organizzazione dell’Accademia Gustav Mahler, nata nel 1999 per volontà del Comune di Bolzano. L’idea della sua realizzazione era nata da Claudio Abbado nel 1996, ed era maturata dal suo desiderio di mettere in contatto giovani musicisti di talento con docenti di fama internazionale, al di fuori dell’anno accademico dei Conservatori o delle Università. Città residente della Jugend Gustav Mahler Orchestra, la quale iniziava le sue tournée europee da questa città che sembra aver perso il suo legame nato nel 2000.

Rai Radio 3 da settimane ripropone le esecuzioni orchestrali sia sinfoniche che liriche. Il 22 gennaio, al Teatro alla Scala di Milano si è parlato di Abbado prima del concerto inaugurale della Filarmonica (fondata da Abbado nel 1992). Ingo Metzmacher dirigerà la Filarmonica il 13 febbraio prossimo al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, il concerto in occasione del centenario della nascita di Luigi Nono, per ricordare Claudio Abbado

Rai 5 manda in onda opere liriche dove sul podio saliva Abbado. A Bolzano era venuto per dirigere Simon Boccanegra di Verdi, quando la Fondazione Teatro Comunale gestiva le coproduzioni liriche. Un’opera che a febbraio viene messa in scena dal Teatro alla Scala, con la regia del figlio Daniele Abbado, in collegamento video sabato scorso per partecipare alla presentazione del panel “Storia d’Opera. La lirica raccontata nei libri” con Lidia Bramani, Moni Ovadia direttore generale del Comunale e Marcello Corvino direttore artistico.

L’Italia stessa ha ricordato e continua a ricordare un artista e un intellettuale dotato di uno spessore umano e professionale senza pari. Lo ricordano anche in precedenti amministratori e direttori artistici di Ferrara, riuniti in una pubblicazione donata alla cittadinanza: Tiziano Tagliani che nel 2014 ricopriva la carica di sindaco della città emiliana scrive: «(…) il rammarico per il venir meno di una personalità di grande rigore intellettuale con una concezione profondamente etica del proprio lavoro. Di questo impegno civile che ha caratterizzato il suo essere artista, Ferrara è la città che – più di qualunque altra in Italia -ha avuto il privilegio di avere una piena e prolungata testimonianza (e chi scrive non ha difficoltà ad ammetterlo, anzi, a ribadirlo con fermezza, ndr). Qui all’apice della fama internazionale, Abbado ha ripreso a dirigere in Italia dopo anni di assenza; qui ha fatto crescere realtà quali la Chamber Orchestra of Europa e la Mahler Chamber Orchestra; dal 1989 qui è stato protagonista di tutte le stagioni concertistiche e ha diretto produzioni liriche che hanno portato Ferrara alla ribalta internazionale; qui ha voluto come compagni di indimenticabili avventure personalità come Luca Ronconi, Roberto Benigni, Luciano Pavarotti, Martha Argerich.»

Moni Ovadia (foto di Attilia Giuliani presidente del Club Abbadiani Itineranti)

A ricordare la presenza del Maestro (definizione che ad Abbado non era mai piaciuta, chiedendo invece di chiamarlo semplicemente con il suo nome di battesimo, nel piccolo quanto prezioso volume dove in copertina viene ritratto un Claudio sorridente, mentre prova al Teatro Comunale di Ferrara. Scrivono George Edelman, direttore artistico di Ferrara Musica, Gisberto Morselli che ha diretto il Teatro Comunale dal 1980 al 2010, Alessandra Zagatti presidente del Comunale dal 1995 al 2009. Sono testimonianze preziose che raccontano quanto questa città ha amato Abbado, ricambiata da un legame indissolubile che ancora oggi si respira, entrando nei luoghi frequentati dalle sue orchestre, parlando con le maschere di sala, uomini e donne che non lo possono dimenticare.  Salvaguardare e preservare la memoria significa consolidare una vita spesa per la musica e tramandarla a chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo e ascoltarlo.

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il cartellone di RAI RADIO 3 dedicato a Claudio Abbado

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