musica e concerti — 09/07/2024 at 08:40

Summer Cult e il soul unico di Mario Biondi

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RUMOR(S)CENA – PIACENZA – Nella cornice del  cortile dell’austero Palazzo Farnese a Piacenza, ove è in corso il festival Summer Cult, in cartellone, tra i big nostrani ed ospiti internazionali, incanta la voce profonda, passionale del soul man Mario Biondi che trasporta il pubblico entusiasta, in un viaggio sonoro unico, in una magica atmosfera di luci e tagli cromatici emozionali.

Una rassegna  tra musica, parole e cultura che propone un programma poliedrico e variegato, per abbracciare il gusto di un più ampio pubblico, ove in rassegna  vedranno ancora esibirsi fino al 18 giugno, nomi del calibro di Francesco De Gregori, il premio Oscar Russell Crowe, Paolo Crepet, Fiorella Mannoia, Umberto Tozzi.

Sono passati circa quindici anni da quando in anteprima a Radio Parma, lo speaker Andrea Gatti, mi fece ascoltare un brano musicale, che senza dubbio, apparentemente sembrava la voce vibrante di Barry White, ma che incredula conobbi poi come il timbro vocale del soul man italiano Mario Biondi.

Biondi, pseudonimo di Mario Ranno, catanese di origine, cantante come suo padre, trasferitosi sulle colline parmensi, con la sua numerosa famiglia, con all’attivo dieci figli, di cui due, sulle orme del padre,  (Zoe, e Marika sono corista di Renato Zero), nella serata in concerto a Palazzo Farnese, si è attorniato del calore familiare di parte di essi convenuti tra il pubblico.

Supportato da una band di musicisti poliedrici e polistrumentisti, che mixano le note del  blus e il jazz con il pianoforte, il contrabbasso, la tromba e il sax, la batteria al flauto traverso, il corno francese e la chitarra  elettrica, in un’osmosi di contaminazioni etniche e rivisitazioni di brani conosciuti.

Il repertorio ha spaziato dal revival di classici reinterpretati di Frank Sinatra a Sade, per passare dalla lingua inglese ben addomesticata, ai suoi brani in italiano, ad un omaggio a De Gregori, al brano “ This is what your are”, pensato per il mercato giapponese e poi spopolato in Europa e nel mondo, fino alla canzone portata a Sanremo nell’edizione condotta da Claudio Baglioni, passando tra ritmi di bossa nova, per concludere con una lenta e suadente ballata.

Nel ricordo dei suoi esordi negli anni 1988, il nome di Ray Charles, a cui fece da spalla, e importante per la sua crescita artistica Lou Rawls e Al Jarreaw, ma è l’amicizia con il concittadino Gianni Bella a cui porta il suo pensiero di affetto e stima.

Visto a Palazzo Farnese il 6 giugno 2024

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