Co-Scienze, Costume e Società, Medicina — 28/10/2023 at 17:04

Camminare in montagna e benessere mentale: i benefici spiegati da Elio Dellantonio

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RUMOR(S)CENA – BOLZANO – La montagna è una grande cura per l’umano: rende tutti uguali… la felicità di raggiungere una vetta in cima ad una montagna è un beneficio per l’anima e il cuore.

Non sono semplici espressioni per sollecitare frequentatori occasionali che scelgono di fare delle escursioni e camminate, magari in modo saltuario o come semplice svago turistico. Possono essere considerate una sorta di sintesi di quanto ascoltato nel corso della conferenza organizzata dalla sezione CAI di Bolzano e dal Teatro Cristallo (nell’ambito della rassegna Sentieri Culturali), dove il dottor Elio Dellantonio (con la moderazione del dottor Edoardo Treccani, laureato in filosofia con indirizzo in psicologia) ha spiegato i benefici che si ottengono con il “Camminare in montagna e benessere mentale”: il titolo di una conversazione tenuta dal medico psichiatra e psicoterapeuta, già primario del Servizio dipendenze dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige.

L’argomento ha toccato gli aspetti tipici della vita quotidiana in cui tutti ci ritroviamo a vivere in stati di tensione suscitati dallo stress del lavoro e anche della propria vita privata. Come rimediare a questi eventi e sentimenti negativi è il quesito a cui lo psichiatra ha risposto, affrontando con competenza scientifica e clinica, un dibattitto a cui poi sono seguite molte domande poste dal pubblico. «È necessario usare più la testa e meno i piedi in modo sbagliato – è l’incipit di Dellantonio – e la gestione della normalità della vita quotidiana non deve seguire un approccio clinico. Il movimento è la prima azione umana quando nasciamo e prima ancora di sviluppare altre competenze. Quando si cammina si fa attività fisica, il corpo produce endorfine che possiamo chiamare come ormoni della felicità, capace di aiutare a liberarci dall’ansia e dallo stress. Purtroppo nella nostra contemporaneità il camminare è diventato un’attività residuale perché non abbiamo più bisogno di muoverci.

Biologicamente siamo programmati per camminare ma culturalmente oggi non ne abbiamo più bisogno. Se non siamo cambiati sul piano genetico lo siamo su quello culturale – ha spiegato lo psichiatra – quando ci sono evidenze empirico – scientifiche che dimostrano i benefici nella prevenzione di patologie urologiche, cardiovascolari e neurologiche. Effetti positivi si sono riscontrati sulla muscolatura e le articolazioni, sul sistema circolatorio e sulla regolazione del metabolismo, il livello della glicemia, colesterolo e consumo calorico. Camminare aiuta a migliorare anche il benessere mentale perché ci si immerge nella Natura e specialmente se in compagnia. Un camminare consapevole del proprio stato emotivo produce un benessere mentale e aiuta a reagire con modalità riflessive, suscita emozioni positive utili e funzionali. Stimola l’ottimismo e la ricerca di alternative, una speranza in soluzioni dei problemi e facilita l’empatia e quindi la resilienza».

Elio Dellantonio

Il relatore d’eccezione ha poi toccato anche gli aspetti negativi che l’essere umano vive in una società dove tutto è diventato frenetico e in grado di suscitare reazioni negative: «La stanchezza mentale dovuta allo stress perdurante produce a sua volta ulteriore stress, tende al malumore, all’impulsività negativa e ad un malessere diffuso. Gli effetti diretti del camminare sul cervello e sulla mente suscita una riduzione del distress lavorativo correlato e sociale. Induce una crescita delle emozioni positive e una forte riduzione di quelle negative e perfino l’eliminazione di stati d’ansia, un sonno ristoratore dove si ha maggiore qualità e quantità di ore di sonno. Agisce sulla pulizia biochimica delle sinapsi e induce più fattori di crescita dei neuroni.

Una percezione del tempo maggiormente equilibrata tra passato, presente e futuro. Con l’eliminazione della ruminazione si fermano i pensieri negativi e si prova una sensazione di armonia, di fare la cosa giusta per il nostro benessere. Il cammino è un regolatore sull’umore e agisce riducendo l’attività del sistema nervoso simpatico e la reattività dell’asse ipotalamo – ipofisi. Fa aumentare l’autostima e il locus of control. Significa pensare di avere in mano almeno, in parte, il nostro destino, al contrario del fatalismo rassegnato».

Il dottor Dellantonio ha poi spiegato come comportarsi per ottenere i benefici per migliorare la propria qualità di vita. «Dobbiamo spegnere i pensieri negativi ruminanti e scegliere compagne e compagni di camminate, interessanti, di cui siamo amici e disposti ad essere positivi. Questo ha un ruolo centrale nella cura di sintomi lievi e disturbi depressivi e ansiosi e previene il declino mentale».  Non ci si deve sorprendere se i benefici del camminare in montagna sono così molteplici e trovano evidenze nel settore della psiche e delle sue complicanze, quando possono insorgere anche delle patologie che richiedono cure e assistenza socio sanitaria costanti.  

È nato un progetto di collaborazione tra il Servizio psichiatrico dell’Azienda sanitaria di Bolzano, la Commissione escursionismo e la Scuola di alpinismo del CAI Bolzano, ha dato vita a “Montagnaterapia” che prevede la partecipazione di persone affette da disagio psichico che, in presenza di accompagnatori esperti, trova un evidente beneficio. Il dottor Dellantonio ha poi spiegato come il camminare può avere una correlazione diretta con la sindrome di Alzheimer in grado di ritardare o arrestarne perfino l’insorgenza. «Produce BDNF (Fattore neurotrofico cerebrale che agisce su alcuni neuroni del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico. Studi clinici hanno mostrato dei possibili collegamenti tra BDNF e patologie come la depressione, il disturbo ossessivo – compulsivo e l’Alzheimer, ndr). Ma ha anche un riscontro sui rapporti sociali, dato dal piacere del divertimento, come supporto interpersonale e permette la connessione con gli altri, la partecipazione di gruppo nel raggiungere una meta prescelta in montagna. È sempre importante camminare con consapevolezza e può essere considerata una forma di autoterapia».

Ascoltato al Teatro Cristallo di Bolzano il 19 ottobre 2023

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