RUMOR(S)CENA – BOLZANO – Compie 15 anni il progetto di Montagnaterapia di Bolzano. Nato nel 2009 da una collaborazione fra la Commissione Escursionismo e la Scuola di Alpinismo del Cai di Bolzano, il Servizio Psichiatrico dell’Azienda Sanitaria di Bolzano e l’impegno di operatori del Centro di Riabilitazione Psichiatrica ed il Centro di Salute Mentale. La presentazione giovedì 14 marzo alle 18 al Teatro Cristallo di Bolzano Sala Giuliani con la partecipazione del dottor Luigi Basso medico psichiatra responsabile del progetto MT, Cesare Cucinato ANE accompagnatore nazionale di escursionismo CAI Bolzano, Luca Carrara operatore socio sanitario specializzato in psichiatria, Marco Ulizzi infermiere
Il progetto si rivolge a persone con problemi di salute mentale residenti sul territorio o seguite da strutture del servizio pubblico. Prendendo spunto da iniziative analoghe già sperimentate in tutta Italia, il primo progetto di Montagnaterapia della provincia di Bolzano è nato negli anni duemila a Salorno con il gruppo di Montagnaterapia El Prosac i cui fondatori hanno fatto da pionieri nello sperimentare i pazienti con disagio mentale delle attività all’aria aperta.
Oggi sono centinaia le persone psichiche, inviate dalle équipe dei Centri di Salute mentale del comprensorio o dalle strutture che fanno riferimento al servizio psichiatrico (Centro di Riabilitazione Psichiatrica di Bolzano e Salorno, Comunità alloggio, Centro Diurno) che partecipano al progetto Montagnaterapia. A Bolzano i progetti sono due. Il primo è quello di Montagnaterapia – Wanderful (neologismo derivato dalla parola tedesca “wandern” e la parola inglese “wonderful”) nato nel 2009. Il secondo è invece il progetto Wasserläufer (dal nome tedesco dell’animaletto camminatore dalla proprietà di galleggiare sull’acqua senza utenti più giovani per età (fra i 18 e i 40 anni) o con breve storia di malattia (persone all’esordio dei sintomi). Le uscite in montagna si svolgono una volta al mese.
Ad ogni uscita partecipano in media dai 6 ai 12 partecipanti e due accompagnatori del servizio mentre il numero degli accompagnatori del CAI viene adattato alla tipologia della gita. Si spazia dalle semplici escursioni (in estate con pernottamento in rifugio o malga) e visite guidate alle ciaspolate invernali mentre il gruppo dei giovani si cimenta in ferrate, ciaspolate notturne, gite speleologiche, slittate e allenamenti in palestra di arrampicata. Il gruppo diventa uno spazio dove sperimentare un vissuto la soddisfazione e il successo. All’interno del gruppo si sperimenta la solidarietà, la cooperazione, il rispetto e il supporto tra pari, il rispetto per l’ambiente, il superamento dello stigma interno ed esterno e l’ampliamento e il sostegno della rete solidale.