RUMOR(S)CENA – TEATRO DELLE ARIETTE VALSAMOGGIA – “Sul tetto del mondo. Capodanno con Giuliano”: nell’ultimo giorno del 2022 si è consumato un rito laico per ricordare Giuliano Scabia al Teatro delle Ariette in Valsamoggia «per salutare il vecchio anno e festeggiare l’arrivo del nuovo, il Teatro delle Ariette propone una notte di festa e di auguri, vagabondaggi notturni nella natura, brindisi, falò, brioches e incontri, accompagnati dallo spirito e dalle parole di Giuliano Scabia». La regia accurata di Paola Berselli e Stefano Pasquini ha saputo creare un evento in cui emozioni e ricordi si sono intrecciati per tutta la notte di Capodanno. Attorno ad un gigantesco tavolo imbandito per ristorare, gli ospiti sono stati invitati a leggere passi dal “Canto del Paradiso” di Giuliano Scabia (illustrato da Riccardo Fattori). Una una cerimonia collettiva di memorie, ricordi e aneddoti di chi ha amato, conosciuto, lavorato, collaborato e studiato con Giuliano.
Un grande falò ha rischiarato il buio della notte, mite senza che il freddo dell’inverno potesse raffreddare l’entusiasmo, la passione, la dedizione e la memoria di chi ha avuto il privilegio di seguire Giuliano nel suo lungo cammino terreno. Una volta stellata e ombre che si muovevano sui prati, luminarie colorate appese sui fili, canti e voci in un abbraccio corale e inclusivo. Il Teatro delle Ariette è la compagnia degli attori-contadini, del teatro da mangiare, dell’autobiografia. Nel 1989 Paola Berselli e Stefano Pasquini lasciano il teatro e vanno a vivere nel podere denominato Le Ariette. Dopo anni di silenzio e di lavoro nei campi, nel 1996 fondano la compagnia con Maurizio Ferraresi. Costruiscono il Deposito Attrezzi, un edificio rurale che diventa la loro sede teatrale. Nel 2000 al festival Volterrateatro debuttano con lo spettacolo “Teatro da mangiare?” e da lì inizia la loro avventura. E così è accaduto anche la notte di Capodanno dove le poesie di Scabia sono state declamate per farle rivivere e risuonare come echi infiniti.
INVERNO.
Nevica sugli alti monti. Sta per finire l’anno. Da qualche parte gli uomini – come sempre – continuano a macellarsi. E ne godono. Il cavaliere e il suo cavallo risalendo la valletta del rio Re sono quasi arrivati alla casa della sera.
Dice il cavallo Benenghéli
Se non ci fossimo noi che guardiamo
ci sarebbe tutto ciò che vediamo?
Dice il Cavaliere
Ma certo, cavallo!
Tutto esiste anche senza di noi:
cielo stelle luce buio
acqua aria terra e fuoco
Dice il Rio Re
Tutto è così misterioso,
la notte, la neve,
le bestie, la foresta,
l’aria colma di dialoghi.
Dice il cavallo Benenghéli
Che profumo ha la neve!
O guardate, lassù
la casa della sera
è già illuminata
Dice il Cavaliere
Ci saremo tutti,
come sempre:
e chissà chi altri verrà
dal tempo presente e da quello passato.
Dice il Rio Re
Anch’io verrò – per la prima volta,
per ascoltare, e mormorare……….
Giuliano Scabia, un poeta che sapeva cogliere l’anima del mondo, della bellezza e dei valori universali. Giuliano che sapeva parlare a tutti e ascoltare è stato rievocato nella notte di Capodanno. Emozioni circolari riscaldate dal falò e illuminate da piccole luci colorate, suoni ancestrali, frusci provenienti dal bosco: l’habitat poetico e artistico di un Maestro che ha saputo donare a tutti tanta generosità. Ricambiato da chi c’era quella sera sul “Tetto del Mondo”, in un abbraccio senza confini. Il Teatro delle Ariette era una delle tante case abitate da Giuliano, dove Paola e Stefano, cerimonieri preziosi e umili, hanno saputo infondere un messaggio di speranza universale in chi era presente. Uomini, donne e bambini: spettatori e protagonisti, attori e attrici, semplici anime dedite ad ascoltare e testimoniare quanto sia fondamentale preservare la memoria di chi ci ha lasciato ma solo nel corpo. L’anima di Giuliano era tra chi ha avuto l’onore di partecipare sul “Tetto del mondo”. Una notte che chiudeva il vecchio anno e ne apriva uno nuovo.
Partecipato il 31 dicembre 2022 al Teatro delle Ariette