Carmelo Bene vent’anni dalla sua scomparsa

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RUMOR(S)CENA – Carmelo Bene si congedava dalla scena della sua vita il 16 marzo del 2002. Sono trascorsi vent’anni dalla sua scomparsa e la definizione più originale per ricordare un artista definito “sacerdote di un teatro irriducibile della rappresentazione ” è quella scelta da Luisa Viglietti, Stefania De Santis e dall’Associazione L’orecchio mancante di Roma: “Il congedo impossibile”, titolo della celebrazione in programma il 21 marzo alle 19 che si svolgerà al Teatro Argentina di Roma. Promosso da Roma Culture e Teatro di Roma – Teatro Nazionale (ingresso libero con prenotazione obbligatoria Carmelo Bene 2002 | 2022 Il congedo impossibile Biglietti, Lun, 21 mar 2022 alle 19:00 | Eventbrite

Piergiorgio Giacché, antropologo, scrittore, saggista e docente universitario, è tra i più qualificati conoscitori della biografia artistica di Carmelo Bene e per decisione dello stesso attore, tramite pubblico testamento, Giacché è stato, dal 2002 al 2005, primo presidente della fondazione “L’immemoriale di Carmelo Bene”. Autore di “Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale” (Bompiani 1997), “Bene Carmelo” Dizionario Biografico degli Italiani Enciclopedia Treccani. Ricordare oggi la figura controversa, discussa, polemica, di Carmelo Bene, è fondamentale per un omaggio dovuto per chi ha svolto per oltre quarant’anni di attività artistica a teatro, al cinema, pubblicando anche libri e video, dimostrando di andare sempre controcorrente con estrema coerenza nel rifiutare ogni forma di omologazione e riconoscimenti al suo talento.

letture in frammenti introdotte da Graziano Graziani:


Tommaso Ragno
da Ulisse di James Joyce, introduce Enrico Terrinoni
Federica Fracassi
da Mille Piani di Gilles Deleuze, Félix Guattari
Marco Foschi
da L’uomo che ride di Victor Hugo
Filippo Timi
da Memorie di un malato di nervi di Daniel Paul Schreber
Silvia Pasello
da Poesie e Prose di Jules Laforgue
Iaia Forte
da La Serata a Colono – parodia di Elsa Morante
Lino Musella
Paolo Mazzarelli
da Il critico come artista di Oscar Wilde


Brani musicali di
Gaetano Giani Luporini
A conclusione della serata la visione dell’opera Carmelo Bene. Un ritratto. di Monica Maurer e Dietrich Shubert, 1971, ‘30 e Becoming Salomè di Monica Maurer, 1971/2022 ‘7. 

Un genio creativo e critico prima di tutto verso sé stesso e affermando che «Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può. De genio ho sempre avuto la mancanza di talento» (in Opere con l’Autografia di un ritratto, Carmelo Bene, Bompiani 2008). Antonella Chini questa mattina al Giornale Radio su Rai Radio 3 in onda alle 8.45 lo ha ricordato come « Il sacerdote di un teatro irriducibile della rappresentazione che ha attinto a autori come Leopardi, De Sade, Manzoni, Marlowe. Shakespeare, per creare opere che esplodevano con furia dionisiaca in platea. Dotato di una parola poetica smembrata in una personalissima riscrittura vocale, una vertigine sonora dagli echi beffardi e sublimi a inseguire il mistero e l’indicibile del fare teatro. Carmelo bene ha attraversato la vita e l’arte con l’estremismo della sua personalità, le sue invettive lanciate dai salotti televisivi contro ogni convenzione del pensiero, l’autodistruttività solitudine del genio adorato o disprezzato che ha lasciato un segno indelebile nella storia del ‘900».

Il lascito di Carmelo Bene è immenso nella mole di testimonianze e opere che spaziano l’intero universo umano ricco e fecondo, quanto sospinto da una caratterizzazione volutamente al “negativo” dentro sé stesso e contro il teatro stesso. Una sfida interminabile nello spasmo continuo di rimettere in crisi la sua stessa arte e professione. Il suo rapporto conflittuale con la critica ha segnato tutta la sua carriera rifiutando «qualsiasi funzione di mediazione alla critica» pensiero esplicitato durante una “Conversazione con Carmelo Bene” di Adriano Aprà e Gianni Menon in Brancaleone” Il cinema e il suo doppio (Creative Commons 2007 Agenzia X). Lo stesso Piergiorgio Giacché definisce così così l’avversione provata nei confronti della critica: «Carmelo Bene nega da sempre al critico -giornalista (e perfino al critico – studioso, che per lo più resta fastidiosamente esterno all’opera) una reale cittadinanza».

( Piergiorgio Giacché in Carmelo Bene Antropologia di una macchina attoriale, Bompiani 2007). Un artista divisivo tanto che che i suoi ammiratori si contrapponevano ai detrattori e contestatori a riprova del suo intento di sfuggire a qualsiasi forma di di consenso facilmente reperibile. Così come spesso non accade al giorno d’oggi dove il pubblico sembra appiattito e conformista e incapace di distinguere il vero talento da un teatro mediocre, mostrando di non saper reagire, senza dimenticare una certa critica incapace di fare dei distinguo per esercitare seriamente la propria funzione.

Bene diceva che «Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può. Del genio ho sempre avuto la mancanza di talento». Per l’anniversario della scomparsa di Carmelo Bene la casa editrice Kurumuny in collaborazione con l’Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce e il Centro Studi Phoné presenta tre nuove pubblicazioni a lui dedicate. Per la nuova collana Beniana diretta da Stefano Cristante e Simone Giorgino e interamente dedicata all’operaall’attore “Dentro ‘l mal de’ fiori” di Alessio Paiano, prima lettura critica integrale del poema “impossibile” dell’artista nato a Campi Salentina In provincia di Lecce il 1 settembre 1937. Per la collana Pensieri meridiani “Carmelo Bene e altre eresie” a cura di Franco Ungaro, un percorso di inedite connessioni tra il più importante artista pugliese del Novecento e figure eretiche del Sud come Franco Cassano, Vittorio Bodini, Ernesto de Martino, Vittore Fiore.Jean-Paul Manganaroha pubblicatoOratorio Carmelo Bene” perIl Saggiatore. Piergiorgio Giacché, Nota Bene. Vent’anni dopo, Kurumuny.

RAI 5 Cultura dedica 20 ore di trasmissioni a Carmelo Bene oggi 16 marzo 2022

Rai Cultura ricorda Carmelo Bene – RAI Ufficio Stampa

Una giornata con Carmelo Bene: a 20 anni dalla scomparsa Rai Cultura rende omaggio al grande interprete, regista e drammaturgo con una programmazione di quasi 20 ore, in onda mercoledì 16 marzo su Rai 5. È un viaggio – curato da Felice Cappa – che attraversa poesia, letteratura, filosofia e musica: una sorta di autobiografia in cui le performance sono introdotte da frammenti televisivi che restituiscono le parole che evocano sguardi diversi e letture profonde. La maratona teatrale si apre alle 8.05 con “Carmelo Bene Voce dei Canti”, con l’attore che recita i “Canti” leopardiani nel bicentenario della nascita del poeta. Alle 11.15 è la volta di “La poesia dimenticata”, un recital di liriche di Dino Campana eseguito davanti al pubblico del Palazzo dello Sport di Milano nel 1982, con l’accompagnamento della chitarra classica di Flavio Cucchi. Musiche di Heitor Villa-Lobos.
Alle 14.05, in “Amleto (da Shakespeare a Laforgue)”, l’attore e regista ibrida la più celebre tragedia shakespeariana con “Amleto o le conseguenze della pietà filiale” di Jules Laforgue, riprendendo e superando l’esperimento cinematografico di “Un Amleto di meno” (1972). Alle 15.15 è la volta di “Homelette for Hamlet, Operetta inqualificabile” (da Jules Laforgue) ispirato dal racconto del poeta francese Jules Laforgue, “Amleto ovvero Le conseguenze della pietà filiale”. Alle 16.20, Carmelo Bene dà voce e corpo a “Riccardo III” in un film teatrale dedicato al filosofo francese Gilles Deleuze, con un’introduzione di Maurizio Grande. Ancora riletture shakespeariane alle 18.10 con “Macbeth Horror Suite” e alle 19.30 con “Otello o la deficienza della donna”. Alle 20.40, poi lo Speciale “La memoria dell’oblio”, a cura di Giulia Morelli e prodotto da Serena Semprini, che visita l’Archivio Carmelo Bene recentemente inaugurato a Lecce, all’interno del Convitto Palmieri, sede del polo biblio-museale.
In prima serata, alle 21.05, spazio a “Carmelo Bene in Carmelo Bene – Quattro momenti su tutto il nulla”. Nella primavera del 2001 la Rai ha allestito un set nell’abitazione dell’attore sull’Aventino, filmando quattro conversazioni intorno ai temi del Linguaggio, della Conoscenza o Coscienza, dell’Eros e dell’Arte. Le quattro lezioni costituiscono una summa del pensiero e del percorso artistico di Bene. Le riflessioni dell’artista sono accompagnate da immagini di repertorio di alcuni tra i suoi spettacoli più famosi. Alle 22.45, una storica puntata di Mixer Cultura del 12 febbraio 1988 in cui Bene affronta un dibattito sul ruolo svolto dalla critica teatrale nei confronti del proprio operato. Arnaldo Bagnasco modera il confronto-scontro di Bene con Renzo Tian, Guido Almansi, Giovanni Raboni, Maurizio Grande, Guido Davico Bonino e Jean-Paul Manganaro. Alle 23.30 in “Manfred. Versione per concerto in forma di oratorio”, Carmelo Bene interpreta il “Manfred” di Byron su musica di Robert Schumann, mentre alle 00.45 “In-vulnerabilità di Achille (tra Sciro e Ilio)” è la rivisitazione del mito di Achille che occupa la ricerca di Bene dal 1989 al 2000. Si chiude all’1 e 45 con L’Adelchi di Alessandro Manzoni in forma di Concerto” interpretata da Bene nel 1985, al Teatro Lirico di Milano, affiancato da Anna Perino.

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