Arte, Culture — 12/06/2022 at 10:36

La mostra del CAMeC vola sulle ali della Gabbianella

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RUMOR(S)CENA – LA SPEZIA – Al CAMeC di La Spezia dal 25 giugno 2022 al 15 gennaio 2023 è stata allestita Liberare Arte da Artisti. Giacomo Verde artivista, la Mostra + 3 Ri-Cre’Azioni a cura di Luca Fani. Non toccare, ci insegnano da bambini. Un mantra che si ripete a ogni visita museale. Eppure alcuni artisti hanno rivendicato il diritto a un’arte diversa, che travalichi il côté estetico, dialogando da vicino con lo spettatore, impegnandosi nelle problematiche della società civile. Prima di essere ospitate al CAMeC sembrava coerente, con l’uomo e con l’artista, proporre alcune opere e tecniche di Giacomo Verde, agli ospiti del centro diurno Gabbianella della Spezia, dove hanno suscitato l’interesse e un vivace dibattito artistico tra i presenti.

Giacomo Verde in una foto di Jacopo Benassi

Nella sala comune di via Cadorna, 24 Anna Maria Monteverdi e Vincenzo Sansone hanno raccontato l’universo di Giacomo Verde dove l’arte si è trasformata in dialogo: il suo sguardo lucido e insieme fanciullo, critico ma pur sempre ironico si è specchiato in quello degli ospiti della struttura che si occupa della cura e della riabilitazione di pazienti psichiatrici. È bastata la telecamera anni 90 di Verde – un televisore o un monitor, e oggetti di uso comune perché la narrazione si srotolasse partendo dall’intuizione di uno degli ospiti. Il videoloop è stata la prima tecnica con la quale ci si è confrontati. Annamaria Monteverdi ha trasmesso alcuni frame del video Fine fine millennio (opera di Verde targata ʻ89).

Annamaria Monteverdi Vincenzo Sansone Centro diurno La Gabbianella La Spezia

Il Muro di Berlino cadeva ma quali immagini scorrevano sui nostri televisori in quegli anni? Guerra, violenza, distruzione. Gli ospiti hanno scosso il capo, molto contrariati, dimostrando il loro dissenso verso quello e questo mondo. I colori sgargianti utilizzati da Verde e la musica di Čajkovskij non potevano e non possono lenire la sofferenza, anzi forse rendono ancor più doloroso il contrasto tra bellezza e ignominia. Si cambia registro tuffandosi in un’altra esperienza artistica di Verde. L’opera d’arto: quella fatta coi piedi! «Giacomo, sferrando un calcio, si era rotto un piede», ha raccontato Annamaria Monteverdi mentre gli ospiti ridevano per l’aneddoto. Da quella situazione, di forzata clausura e immobilità, nacque l’idea di fare tanti ritratti del piede rotto usando tecniche diverse, dalla sanguigna al carboncino fino all’acquerello.

Gli ospiti del Centro diurno La Gabbianella di La Spezia

Così è stata partorita la prima opera d’arte, e gli ospiti hanno preso a raccontare le proprie esperienze, identificandosi con l’artista. L’arte può essere terapeutica sia perché essere creativi aiuta psicologicamente durante il percorso di guarigione sia perché insegna come un atteggiamento positivo sia utile per superare un periodo di difficoltà: l’intera sala ha convenuto su questo punto prima di concentrarsi sul Teleracconto. Vincenzo Sansone ha mostrato come Giacomo Verde costruisse i suoi teleracconti – la magia dello spettacolo ma anche il trucco che permetteva di conseguirla. Ha spiegato cos’è il chroma key: riprendere una persona su uno sfondo verde o blu, che sarà sostituito in un secondo momento da un fondale immaginato con la possibilità di portare l’uomo sulla Luna o calarlo 20.000 leghe sotto i mari. La manipolazione che opera la televisione è diventata, improvvisamente, argomento di discussione mentre la denuncia di un ospite ha trovato eco nelle opere di Verde, il quale sapeva svelare i meccanismi televisivi per denunciare la manipolazione operata dal piccolo schermo. Questa tecnica era usata da Verde anche in maniera artistica, per raccontare le favole nei suoi famosi teleracconti. Gli ospiti hanno subito raccolto lo stimolo divertendosi a fare altrettanto: con un semplice cellulare, piccoli oggetti di terracotta, conchiglie e sassolini, un foglio di cartoncino verde e un portatile per rielaborare gli sfondi, hanno narrato la propria favola agli altri – coadiuvati da Vincenzo Sansone. E se il verde su verde sul monitor diventa invisibile, l’ultima magia è stata veder scomparire la propria mano in diretta

L’installazione RicreAzione, foto di Luciano Uggè Cantiere Viareggino esposta in mostra

L’interazione ha funzionato: gli ospiti del centro diurno si sono divertiti ma non solo, hanno compreso un certo modo di fare arte, si sono identificati con sensazioni e idee, si sono appropriati di tecniche nuove. Come nell’antico teatro greco: la comunità si è riconosciuta nella narrazione e la catarsi ci ha riconsegnati al mondo riconciliati. Due realtà della Spezia si sono incontrate, oggi, grazie alla inesauribile creatività di Giacomo Verde. Da una parte il CAMeC – che ospiterà la prima retrospettiva completa dell’artista – con una una mostra antologico/tematica oltre a una serie di eventi dal vivo, laboratori, performance e incontri. E dall’altra il centro diurno Gabbianella.

Giacomo Verde dotato di telecamera monitor per il gioco Videoloop foto di Jacopo Benassi


Inaugurata il 4 marzo 2001, la struttura – del Consorzio Cooperative sociali Campo del Vescovo, presidente don Mario Perinetti e vice presidente don Franco Martini – si occupa della cura e della riabilitazione di pazienti psichiatrici (e opera in convenzione con il dipartimento di salute mentale dell’Asl 5 della Spezia). Il direttore sanitario del centro diurno psichiatrico riabilitativo Gabbianella è il dottor Oliviero Valerio e il coordinatore è il dottor Fausto Rossi.


Un luogo dove gli ospiti si ritrovano in un ambiente accogliente tra professionisti dotati di grande umanità, che li aiutano nel loro percorso volto a riallacciare relazioni sociali e a reintegrarsi appieno nella comunità. L’importanza in tale processo delle attività ludiche, ricreative, culturali, artistiche e sportive è spiegato bene dalla psicologa Alice Perisutti che, terminato l’incontro, ci ha invitati a seguirla per scoprire come in queste stanze gli ospiti tornino a una vita più partecipata, gratificante ed emotivamente ricca grazie ai laboratori di psicomotricità, training autogeno o rilassamento, ma anche alla musicoterapia, alle attività artistiche svolte sempre con il supporto di professionisti del settore, al cineforum, ai corsi di informatica, alla palestra e a tutta una serie di attività – individuali o di gruppo – miranti alla riabilitazione neurocognitiva, all’acquisizione di una maggiore sicurezza e al reinserimento nel contesto esterno.

Gli ospiti del centro diurno Gabbianella saranno anche chiamati a fare un proprio intervento in mostra, scegliendo l’allestimento della parete dedicata all’opera d’arto. Ai visitatori/spettatori che saranno presenti alla vernice, il prossimo 25 giugno, e nei successivi mesi, scoprire il proprio percorso di fruizione e dialogo con le opere di Giacomo Verde.


Nel solco dell’interazione con i lavori di Giacomo Verde, alla vernice interverranno: il Collettivo SuperAzione con una performance. Concerti acustici e live set, con: Damiano Meacci e Gabriele Marangoni (Tempo Reale), Lino Strangis, La Serpe d’Oro, No Name, Stefano Giannotti, Marzia Vignotti e Irene Mazzantini; Claudio Barone suonerà l’oud. Sarà presente anche Toni Garbini. Letture di poesie a cura di Giampaolo Ragnoli e Tommaso Verde; letture dai testi della biblioteca di Verde di Giancarla Carboni. Tommaso Verde proporrà al pubblico la Guida intergalattica alle opere di Giak Verdun grazie a un cut up originale dei diari di Verde.



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