Arte — 08/10/2016 at 11:59

Diario di terra: Andrea Capucci a Villa Turro

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TURRO (Piacenza) – Diario di terra, una narrazione quotidiana che fa pensare ai diari di scuola o ai quaderni di viaggio, alle cronache del giorno, alle annotazioni private.Non poteva avere titolo più coerente la mostra dell’artista modenese Andrea Capucci allestita a Palazzo Turro  (in località  Turro di Podenzano) , nelle campagne piacentine. Un’idea di memoria da salvare, un desiderio (premura, ansia, affanno) di riconsegnare alla poesia del segno e della terracotta ciò che accade, qui e ora. Sono uomini e donne, sono animali e natura, ripescati dal sonno, scovati nei boschi, nei sogni, sotto tappeti di dimenticanza e illuminati dalla luce di una abajourd portata in spalla da una figura mitica che vuole vedere oltre il conscio e l’inconscio, e indaga senza darsi per vinta. Corpi in amore o corpi in fuga dall’amore, uomini che portano sulle mani la luna, un bosco, e intere città, o abbracciano divani rossi abitati da donne coricate. Boschi animati da bestie più o meno feroci che interpretano i fantasmi inascoltati, dell’artista e di chi guarda. Qui il contesto per le figure di terra di Capucci, le formelle e i suoi immancabili “omoni”, è la campagna padana, con le sue nebbia, e le sue ombre, i suoi profumi, i suoi caseifici. Che sono allo stesso tempo incipit del percorso creativo degli artisti di qui, se è vero che l’artista parte da sé, ovvero dalla sua origine e dalle sue radici, indiscutibilmente in terra, finchè non sperimenteremo radici d’aria impersonali e evanescenti.  Nel mondo di ceramica di  Andrea Capucci  c’è anche questo, tutto nello stesso tempo, per non dimenticare l’essenza e portarla all’ oggi, c’è l’amore primitivo e la violenza dei nostri giorni, modellata da mani d’artista, il cui gesto creativo  aggiunge ironia e delicatezza, rammenta la potenza e il limite, la finitudine dell’essere umano nel mare della natura

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Capucci che più che alla fama da peso e spessore all’amicizia ha voluto con sé due amici di vecchia data, il poeta Roberto Alperoli (direttore artistico del poesiafestival della provincia di Modena) e la scrittrice Elena Bellei che hanno letto, nel giardino fiorito di ortensie bianche, poesie e brani dei libri pubblicati con le immagini di Capucci editi da Incontri Editrice. Padrona di casa Adriana Braga dell’Associazione marchigiana Sibilla Arte che non è nuova a questo genere di iniziative che coniugano paesaggio e creazione artistica di talenti giovani o già affermati.

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