Co-Scienze — 05/05/2019 at 12:58

Trento ha celebrato la Giornata nazionale per la Libertà dell’informazione: “no tagli, no bavagli!”

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RUMOR(S)CENA – GIORNATA PER LA LIBERTA’ DELL’INFORMAZIONE – TRENTO – Una Giornata per la Libertà dell’informazione celebrata il due maggio in anticipo di un giorno rispetto alla data fissata dall’Unesco, (a Roma il 3 maggio si è asvolta la manifestazione nazionale) con un «ringraziamento non formale alla famiglia Megalizzi, Domenico, Annamaria, Federica e Luana (la fidanzata di Antonio Megalizzi, ndr) per il loro rispetto e silenzio dimostrato che a nome della Federazione nazionale della stampa italiana, voglio rivolgere a voi tutti»: così Rocco Cerone (segretario regionale del Sindacato Trentino Alto Adige – Südtirol) a Palazzo Geremia di Trento, in apertura del convegno che ha visto la presenza di delegazioni di giornalisti italiani e stranieri nel testimoniare un appello unitario a difesa della professsione giornalistica minacciata da leggi sempre più restrittive e “bavaglio”. «In difesa dell’identità di valori etici e deontologici che devono essere sempre mantenuti, seguendo quell’ideale filo conduttore che ci lega all’Ordine dei Giornalisti (rappresentato per il Trentino Alto Adige dal presidente Mauro Keller, ndr) e sul solco del Congresso della FNSI che si è svolto a Levico. Un legame stretto con il territorio trentino. La presenza qui oggi del Sindacato (dal Veneto era presente Monica Andolfatto; Carlo Muscatello del Friuli Venezia Giulia; Claudio Silvestri dalla Campania; Stefano Tallia del Piemonte e il presidente Giuseppe Giulietti arrivato da Roma per sostenere la campagna “no tagli no bavagli”, ndr) sta a significare l’unitarietà che racchiude in una cosa sola il nostro lavoro e impegno professionale: l’Articolo 21 della Costituzione. Chi irride ai valori della nostra Carta costituzionale commette un grave errore. Ribadiamo con forza – ha proseguito Rocco Cerone questi diritti democratici e denunciamo il tentativo strisciante di voler abolire i corpi intermedi (i media e i giornalisti, ndr) e l’importanza dell’intermediazione a difesa della pluralità dell’informazione e di tutte le voci. Il Sindacato unitario dei giornalisti è vicino anche ai colleghi minacciati come Paolo Borrometi (tra i presenti al dibattito la cui incolumità deve essere protetta dalla scorta), a cui va tutta la nostra vicinanza e stima. Richiamo anche l’attenzione sulla decisione di chiudere Radio Radicale che va contro un principio della Costituzione che prevede l’erogazione dei contributi pubblici statali anche nei confronti dei piccoli editori, delle riviste che si occupano di minoranze, dei settimanali diocesani».

 

Per testimoniare la partecipazione delle istituzioni ha preso poi la parola il sindaco di Trento Alessandro Andreatta: «Oggi assistiamo a quella che non è una celebrazione formale ma un impegno a cui tutti siamo chiamati con l’intento di far uscire un grido d’allarme dal Trentino per difendere l’impegno dei giornalisti. Quando parlo con i giovani nelle scuole parlo di e per la libertà di pensiero che appare e sembra un diritto acquisito ma è necessario ribadirla come una rivendicazione continua! Il giornalista nel suo lavoro si rende impopolare ma è necessario che accada per continuare a difendere la sua professione – ha proseguito il sindaco Andreatta e noi cittadini e cittadine dobbiamo premiare la buona qualità dell’informazione che non è gratuita ma va sostenuta da tutti noi! Voglio citare chi come Carlo Casalegno, Peppino Impastato, Nino Rostagno, ha perso la vita nel difendere la libertà di pensiero. Io ho vissuto alcuni di questi assassini e quando ascolto dalla gente additare la stampa come un “potere forte”, immagino come possa essere pesante subire questa accusa. Anche gli epiteti “sciacalli, meretrici” pubblicati sui social dimostrano quanto sia grave insultare perché senza libertà dell’informazione non c’è democrazia. Le minacce ai giornalisti le sentiamo rivolte anche nei nostri confronti. Dovremmo dire più spesso che siamo vicini a voi! Voglio ricordare anche Antonio Megalizzi e penso a lui per il suo impegno a difesa dell’Europa, la conoscenza delle lingue e la capacità di conoscere le altre culture».

Mattia Gottardi assessore agli enti locali della Provincia di Trento ha ribadito l’importanza di un’informazione libera: «Quando la stampa scrive di politica deve scuotere le coscienze. Dovete insistere nel vostro lavoro affinché la categoria dei politici mantenga i piedi per terra altrimenti può dimenticare il suo ruolo e inebriarsi. Il politico deve rileggersi sui giornali per quello che fa e mantenere il senso di realtà. Il tentativo di imbavagliare la stampa va sempre contrastato. Tagliare le risorse all’informazione non porta a nulla se non alla limitazione del pensiero. Ogni voce va sostenuta, protetta, che aiuti a costruire in un contesto rappresentativo ogni forma legittima per non darla vinta ai prepotenti. Non bisogna abbassare la guardia affinché i prepotenti perdano. Dobbiamo sostenere anche le voci discordi!».

Trento per un giorno è diventata la capitale della libertà dell’informazione e i media locali hanno coperto la notizia mandando in onda servizi televisivi: dal Tg3 del Trentino Alto Adige ai quotidiani. L’evento è stato trasmesso in diretta nazionale anche da una troupe di Radio Radicale. La diffusione sui social ha dimostrato l’attenzione con il continuo rimbalzare degli interventi dei relatori, tra i quali anche il discorso di Mauro Keller presidente dell’Odg del Trentino Alto Adige. « Sono onorato che Trento sia stata scelta come capitale nazionale a difesa della libertà di stampa anche se nel nostro territorio non abbiamo questo pericolo come sta accadendo, ad esempio, in Turchia con 150 giornalisti in carcere. Noi non abbiamo questa problematica per nostra fortuna in Trentino Alto Adige e nel resto d’Italia. Mi preme però dire che non devono esistere liste tra buoni e cattivi, come certi politici a livello nazionale hanno stillato. Esiste un problema: la restrizione della libertà per autocensura che si palesava nei confronti di un politico potente. Oggi nessuno rischia il proprio posto di lavoro e preferisce autocensurarsi.»

Asmae Dachan, giornalista di origini siriane ma con cittadinanza italiana, ha spiegato quanto sia grave la situazione in Siria: «dove non c’è libertà di stampa e rappresenta la maglia nera per essere al 174esimo posto a causa del divieto di espresssione come ha pubblicato Reporter sans frontier. In questo stato ci sono oltre seicento tra giornalisti, reporter e fotografi che hanno perso la vita». Nicol Corritore giornalista impegnata sul fronte dei diritti umani ha pubblicato un dossier sulla Turchia e sulla disinformazione attraverso i suoi articoli pubblicati per l’ ”Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa”:«a poche ore dall’Italia, in Serbia e in Albania, i giornalisti subiscono minacce di morte e dove ci sono casi di corruzione elevata. La libertà dell’informazione è peggiorata in 88 paesi e solo in 12 c’è una stabilità. È importante continuare a parlarne e mostrare solidarietà per chi non può svolgere la sua professione».

Un quadro internazionale che non può essere taciuto né sottovalutato a partire da tutta la stampa italiana che deve segnalare e sollecitare i politici a occuparsene. Così come vanno difesi i colleghi minacciati dai clan mafiosi e tra questi c’è anche Monica Andolfatto segretaria del Sindacato del Veneto:«ho ricevuto vicinanza e solidarietà e io per senso di responsabilità continuerò a fare il mio dovere. Un giornalista non è mai minacciato da solo ma tutta la comunità, il pluralismo. Il silenzio va sconfitto e i tagli e bavagli vanno impediti per evitare la chiusura delle piccole realtà editoriali come quelle storiche del Veneto». Claudio Silvestri segretario del Sindacato della Campania ( giornalista del quotidiano Roma di Napoli, la cui redazione è stata oggetto di intrusione e danneggiamenti su cui stanno indagando gli inquirenti) ha voluto ricordare come ci siano «quattro colleghi sotto scorta minacciati dal clan dei Casalesi nella zona di Caserta. In questa città come a Benevento e Avellino non avremo più quotidiani che presidieranno il territorio e il rischio che la camorra si possa infiltrare nelle istituzioni, non potrà più essere denunciato, cedendo alla mafia il controllo. I fondi dell’editoria non sono stati eliminati ma restano nella disponibilità del presidenza del Consiglio. Per ricordare la figura di Andrea Rocchelli fotoreporter assassinato in Ucraina nel 2014, stiamo organizzando un evento di fotogiornalismo».

La parola a Giuseppe Giulietti a conclusione di un evento che ha segnato un passo fondamentale per la creazione di un movimento sempre più trasversale ed europeo capace di sostenere una democrazia basata sul diritto e dovere di essere informati e per chi la deve svolgere:«Oggi l’Italia è il traino europeo per la libertà di stampa. Dobbiamo far partire da Trento un appello contro i nuovi bavagli, per chiedere all’Europa di porsi il problema della libertà di stampa. Le sentenze della Corte europea dovranno essere introdotte in un’apposita direttiva, per contrastare l’intento di zittire le voci dell’informazione. L’attacco di regime che avviene in molti Paesi comunitari (si parla di infrazione per la Polonia), deve essere contrastato abbattendo i muri dell’intolleranza e dell’oscurantismo, mettendo in campo una serie di iniziative internazionali. Un tema assente dalla campagna elettorale delle prossime europee». Giulietti ha poi spiegato la nascita di una Fondazione dedicata ad Antonio Megalizzi che sarà costituita per «portare avanti le sue idee che la sua vita è riuscita ad illuminare». Da Trento è partita anche l’idea di convocare per l’anno prossimo la prima «Assemblea europea del giornalismo convocando in Trentino tutte le associazioni dei giornalisti europei per un’idea comune della Libertà d’informazione» – un’iniziativa lanciata da Giuseppe Giulietti – , confermando la stima per per l’accoglienza ricevuta e da Levico nei giorni del 28 esimo congresso FNSI.

 

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