RUMOR(S)CENA – TRENTO – Senza rispettare la cronologia del programma del Trento Film Festival (provvisoriamente) ai fini di raccontare ora i corposi e inclusivi dieci giorni di programmazione cinematografica (ma anche culturale, letteraria, gastronomica, ludica, intellettuale e scientifica), diamo spazio alla giornata delle premiazioni annunciate in conferenza stampa a Palazzo Geremia a Trento. Per rispettare il silenzio e l’astensione dal partecipare da parte dei politici e amministratori pubblici, causa elezioni comunali di domenica 4 maggio, il ruolo principale ed esclusivo (di cui ne abbiamo tratto giovamento) è stato affidato (come da regolamento) ai protagonisti della 73 esima edizione del Trento Film Festival: il presidente Mauro Leveghi, la direttrice artistica Luana Bisesti e il responsabile della programmazione cinematografica Mauro Gervasini.

Senza i rituali dei saluti istituzionali e le parole del politico, la conversazione tra tavolo della Direzione e la platea dove sedevano i giornalisti, si è consumata in poche decine di minuti in un’atmosfera rilassata e conviviale. La “Genziana d’oro” è andata al film DONDE LOS ÁRBOLES DAN CARNE di Alexis Franco. La pellicola del regista argentino descrive la resistenza solitaria e tenace di un gaucho argentino e della sua famiglia contro la siccità e la crisi climatica. La Genziana d’oro Miglior film di alpinismo – Premio CAI – Club Alpino Italiano è stata assegnata al film ADRA della regista britannica Emma Crome; la Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura – Premio “Città di Bolzano” a ALL THE MOUNTAINS GIVE dell’iraniano Arash Rakhsha; le Genziane d’argento Miglior contributo tecnico artistico a PERFECTLY A STRANGENESS di Alison McAlpine e Miglior cortometraggio a ANNGEERDARDARDOR di Christoffer Rizvanovic Stenbakken. Premio della Giuria a THE WOLVES ALWAYS COME AT NIGHT dell’australiana Gabrielle Brady. Il Premio T4Future, da quest’anno alloro ufficiale, va al corto animato TÊTE EN L’AIR del francese Rémi Durin.

Il presidente Mauro Leveghi ha voluto esordire richiamando l’attenzione dei “vincitori che sono il Festival, la città stessa di Trento (e lo possiamo confermare vista la partecipazione corale, l’entusiasmo partecipativo e il clima che si poteva respirare in tutte le sue forme, ndr) e il pubblico (lunghe file davanti alle sale cinematografiche, ndr) dove si è potuto assistere ad un bagno di cultura e di espressione. Un filo che quasi lega sia la resilienza, l’identità e il legame del territorio e alla terra in tutte le sue forme (bando ai provincialismi e ai campanilismi che spesso caratterizzano eventi culturali e festivalieri, ma un collettivo senso di appartenenza aperto ed inclusivo, per una regione come il Trentino Alto Adige, come dovrebbe essere sempre, e a dirlo è stato Michil Costa alla cerimonia di apertura del Festival in Sala Depero – Palazzo della PAT, ndr), sono gli elementi emersi”. Mauro Leveghi ha poi citato Sebastião Salgado (l’esposizione inedita sui ghiacciai mondiali nell’Anno internazionale della conservazione dei Ghiacciai, al MUSE dal 12 aprile all’11 gennaio e al MART di Rovereto dal 12 aprile al 21 settembre 2025: due sezioni complementari: una scientifica al MUSE e l’altra più artistica al MART.

Da un’idea di Trento Film Festival. “L’urlo di Salgado (il manifesto del Trento Film Festival è del fotografo brasiliano che ha scattato l’immagine del ghiacciaio di Kluane Park in Canada, ndr), viene dall’urlo di un ghiacciaio in assenza di vita e di esseri umani. Un urlo della comunità della gente per quello che sta accadendo con il cambiamento climatico e suoi effetti che si tramutano in ferite alla vita stessa, alle famiglie, ai loro allevamenti di animali. Il Festival è intimamente legato a questa immagine del manifesto”- ha concluso il Presidente Leveghi.
La direttrice Luana Bisesti ha voluto poi sottolineare come Trento, nonostante le tante festività che hanno “svuotato la città, ha visto una partecipazione e un’affluenza alle proiezioni sempre molto nutrita, segno di un abbraccio del pubblico. Siamo soddisfatti per la coerenza che ha visto la partecipazione ai tanti eventi anche collaterali, oltre al programma cinematografico (si chiama inclusione e partecipazione corale, ndr) e i risultati ottenuti si rispecchiano nel palmarès”: (l’Albo d’onore dei premiati specialmente nel settore cinematografico, come in questo caso, ndr). Mauro Gervasini ha spiegato come hanno vissuto l’intenso lavoro di preparazione e svolgimento del Festival: “nella fatica ci siamo anche divertiti (caratteristica percepita ogni giorno sia tra il pubblico che da parte di tutto lo staff, n.d.r.) e i film parlano anche attraverso i tanti commenti del pubblico. Desidero anche sottolineare il legame con il territorio regionale alla luce di un’Autonomia non sempre facile.
E mi preme citare le produzioni del Trentino Alto Adige, i film che parlano del nostro territorio, i registi giovani, (di 126 sono 29 e alcuni dei quali hanno meno di 25 anni, cinque di loro sono residenti in Regione). Alla domanda finale su come viene giudicato il partenariato con Bolzano (socio del Festival) Mauro Leveghi ha risposto sintetizzando così: “un rapporto non sempre facile ma Bolzano ospiterà dal 3 all’8 giugno e dal 22 e 23 ottobre 2025 tra settimana editoriale, letteratura, montagna libri”. Luana Bisesti ha citato “i freschi di stampa, mostre nei musei, eventi nei parchi, i progetti laboratoriali. Ad ottobre avremo poi la programmazione cinematografica e gli incontri alpinistici”.