Costume e Società, Culture, Storie e società — 30/09/2022 at 14:15

Un nuovo teatro: la mostra su Adelaide Ristori

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RUMOR(S)CENA – GENOVA – È questo un raro caso in cui una mostra non è solo espressione o apparenza documentaria di un passato che sembra lontano e ininfluente, al contrario la mostra genovese “I costumi di Adelaide Ristori. Teatro e alta moda” è uno di quegli eventi capaci di suscitare emozioni e suggestioni che profondamente hanno a che fare con l’oggi. Soprattutto perché Adelaide Ristori (genio, “cosa sublime”, diva e gloria nazionale ed ogni altro modo con cui fu definita in vita) costituisce un vero e proprio snodo di cambiamento e rinnovamento del teatro italiano e, attraverso di questo, mondiale.

A partire, in primis, dalla sua raffinata e innovativa arte recitativa, capace di traslocare il fare scenico del cosiddetto “grande attore”, nelle intimità psicologiche in cui rinveniva la radice dei grandi sentimenti che incarnava in scena, verso le più moderne sensibilità che successivamente Eleonora Duse esplorerà sempre di più in palcoscenico. Una capacità, peraltro, forse non del tutto riconosciuta, anche dalla stessa Ristori quando, impressionata dalla trasfigurazione che la Duse imprimeva alla sua indubbia eredità, giunse a definire i nuovi personaggi da questa prediletti, nella sua già moderna indagine sul femminile, “donne neurotiche”. Avrebbe preferito, infatti, che interpretasse, come lei, i ruoli delle grandi regine.

Ma c’è un altro e forse più duraturo legato che la vita di Adelaide Ristori ha prodotto, un legato per così dire ‘fuori scena’, esistenziale più che artistico, ma che ha avviato una corrente che è giunta fino a noi, rinnovando il teatro e facendolo in fondo quale noi oggi lo conosciamo. Potremmo chiamarla una modernissima capacità di promuovere la propria immagine, anche oltre l’arte, grazie anche al sodalizio non solo coniugale con il Marchese Capranica Del Grillo, che, introducendola negli ambienti più aristocratici ed altolocati, modificò profondamente la percezione corrente della donna-attrice, ancora deformata da molti e antichi pregiudizi.

Una donna, al contrario, libera e capace di gestirsi socialmente e anche economicamente che, credo, fu anche la base della risonanza mondiale della sua attività, risonanza stimolata e coltivata attraverso lo strumento della tournée che, già con il ruolo di prima attrice della Compagnia Nazionale Sarda dal 1853, la portarono a calcare i palcoscenici di tutti cinque i continenti (memorabile il famoso giro del mondo dal 1874 al 1876). In questo contesto fu capace di molto modificare il modo di fare teatro, artisticamente ma anche economicamente parlando, a partire dai modi di produzione e promozione dei suoi numerosi e famosi spettacoli, modi di cui successivamente fu proprio la Duse a farsi carico, questa volta da sola e senza alcuna “mediazione” coniugale.

Uno degli elementi importanti di questi nuovi modi praticati dalla Ristori, è stata indubbiamente la cura e l’attenzione alla propria presenza scenica, di cui i costumi divennero uno dei cardini di un progetto più profondo, e non solo figurativo, di rappresentazione. E proprio sui costumi è incentrata la bella mostra che a Palazzo Nicolosio Lomellino di Genova è stata curata dal benemerito “Museo Biblioteca dell’Attore” che custodisce, donato dall’ultima erede Irma Capranica del Grillo, l’intero Fondo della grande attrice, costumi esposti insieme ad altro raro materiale iconografico in occasione del duecentesimo anniversario dalla sua nascita (un anniversario riconosciuto eccezionalmente dall’Unesco).

Adelaide Ristori Lucrezia Borgia.

Va anche in questo caso dato atto a questa Istituzione genovese (avviata nel 1967 su iniziativa di Ivo Chiesa, Sandro d’Amico e Luigi Squarzina come sezione del Teatro Stabile di Genova), e alla purtroppo piccola squadra che oggi ne garantisce con passione continuità e operatività, della cura e dell’amore con cui ha custodito, curato e preservato un tale importante fondo, salvaguardandolo per studiosi e studenti, ma anche per gli amanti del Teatro e della bellezza. Un grazie, meritato, dunque a Livia Cavaglieri, Danila Parodi e Gian Domenico Ricaldone, nell’occasione coordinati per l’organizzazione della mostra da Paola Lunardini.

Si può dire, senza nulla togliere agli altri importanti beni ivi custoditi, che il Museo Biblioteca dell’Attore sia cresciuto proprio intorno al Fondo Adelaide Ristori (fu il secondo dopo quello “Salvini”), fondo di cui i costumi offerti alla mostra (non tutti perché ancora altri sono a disposizione) costituiscono un elemento raro e straordinario per inquadrare e quasi far rivivere una intera e così importante epoca come quella di cui la Ristori, e non solo dal punto di vista della Storia del Teatro, fu protagonista. Molti studiosi sono passati per le stanze del Museo, nelle sue diverse sedi, e hanno acquisito gli strumenti per la loro crescita intellettuale, a partire, tra gli altri, da Teresa Viziano, che degli studi ristoriani è stata una indubbia protagonista, e poi Alessandro Tinterri, che a lungo vi prestò la sua qualificata opera, e ad Eugenio Bonaccorsi che a lungo lo diresse.

Un osmotico rapporto lega, ovviamente, il Museo con il Teatro Nazionale di Genova, di cui fu ed è ora autonoma costola, anch’esso impegnato nelle celebrazioni ristoriane con lo spettacolo “Lady Macbeth – Suite per Adelaide Ristori” per la regia di Davide Livermore, la drammaturgia di Andrea Porcheddu e l’interpretazione di Elisabetta Pozzi, già andato in scena lo scorso marzo e che sarà riproposto il 2 e 3 novembre. In questo clima di rievocazione possiamo iscrivere, io credo, anche la prossima messa in scena della Maria Stuarda di Friedrich Schiller, sempre per la regia di Davide Livermore con protagoniste Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni, che si alterneranno nei due ruoli principali, in cartellone dal 18 al 30 ottobre al teatro Ivo Chiesa.

Infatti questo fu uno dei cavalli di battaglia della Ristori, una delle sue Grandi Regine”, come ci ricorda il bel volume della citata Teresa Viziano Il palcoscenico di Adelaide Ristori, repertorio, scenario e costumi di una Compagnia Drammatica dell’Ottocento, che rimane uno dei testi fondamentali per conoscere quell’attrice. La mostra, come detto, si snoda nelle sale del piano nobile del Palazzo Nicolosio Lomellino, storico palazzo del ‘500 nella Via Aurea (Via Garibaldi), uno dei più bei “Rolli” della città, i cui ambienti esaltano l’efficacia del percorso offrendo quasi una eco, ovvero lo specchio illuminante, alle suggestioni che quei costumi, insieme alle locandine, lettere, bozzetti, manifesti e fotografie che ne sono corredo, offrono a qualunque visitatore.

La mostra sarà visitabile fino a 22 gennaio del 2023 ed è caldamente consigliabile.

I costumi di Adelaide Ristori. Teatro e alta moda

Palazzo Nicolosio Lomellino, Genova 29 settembre 2022 – 22 gennaio 2023.

A cura di Livia Cavaglieri, Danila Parodi e Gian Domenico Ricaldone

Organizzazione: Paola Lunardini

Comitato scientifico: Maria Ida Biggi, Vittoria Crespi Morbio, Bruna Niccoli

Testi di Bruna Niccoli e Livia Cavaglieri

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