Teatro, Va in scena a — 30/01/2012 at 14:56

Sono “Altri Percorsi”: il meglio della nuova scena contemporanea a Bolzano

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Sono tra le migliori produzioni sperimentali di teatro che guarda alla ricerca , oltre i confini dell’arte contemporanea, composta da una drammaturgia di straordinaria attualità. La rassegna Altri Percorsi / Nuovi Linguaggi, proposta dal Teatro Stabile di Bolzano dal 31 gennaio al 18 aprile, si compone di cinque titoli che utilizzano con forza e vitalità i linguaggi innovativi del teatro contemporaneo. Protagonisti della rassegna, i più significativi gruppi della nuova scena italiana in arrivo al Teatro Studio del Teatro Comunale di Bolzano: “Fanny&Alexander”, “Ricci/ Forte”, “Anagoor”, “Accademia degli Artefatti” e “Teatro Sotterraneo”.

Martedì 31 gennaio alle 20.30 è il turno di uno tra i gruppi teatrali nati negli anni Novanta: ” Fanny&Alexander” che occupa un posto unico: nel corso della loro attività, Chiara Lagani, Luigi de Angelis e Marco Cavalcoli sono riusciti a mantenere intatta la loro vocazione alla sperimentazione. Sarà “West”, uno spettacolo che disseziona l’immaginario legato al film Il mago di Oz di Victor Fleming, ad aprire la rassegna. Protagonista Francesca Mazza, vincitrice del Premio Ubu 2010 come miglior attrice, per questa straordinaria interpretazione, incarna una Dorothy Parker/Judy Garland di cinquant’anni, immersa in un mondo consumato, abusato e distrutto, in cui la piccola bambina dai capelli biondi è diventata una donna matura, distrutta da alcol e barbiturici. In “West”, scritto e diretto da Luigi de Angelis e Chiara Lagani, l’icona di Dorothy Parker, simbolo di un’America produttrice di sogni e speranze, si dissolve nell’immagine patetica di una limpida star di Hollywood perdutamente allo sbando, che esegue come un automa gli ordini che le vengono imposti dall’alto.

Dorothy è il nostro Avatar”, afferma Chiara Lagani, autrice dello spettacolo assieme a Luigi De Angelis. Il precario equilibrio psichico della protagonista, il viso incorniciato da una treccia sfatta, abitino blu e scarpe rosse a ricordare la sua gloriosa infanzia, è continuamente messo alla prova da un bombardamento acustico di suoni. Progressivamente il dirompente tappeto sonoro creato dal vivo da Mirto Baliani, lascia spazio alle ritmate voci di una coppia di persuasori occulti (Chiara Lagani e Luigi De Angelis) che ordina alla protagonista come agire sul palco e le suggerisce le battute da pronunciare, costringendola ad un flusso continuo e convulso di parole e movimenti. E’ proprio la sottile manipolazione del linguaggio pubblicitario, capace di influenzare le capacità di scelta e di giudizio dell’ascoltatore, il cuore del lavoro di “Fanny & Alexander”. Assieme a Dorothy Parker, lo spettatore-consumatore rimane imprigionato da una strana forma di incantesimo, una trappola del linguaggio capace di sospendere a tratti la facoltà di esprimere un giudizio, la possibilità di compiere delle scelte, dire sì o no alle cose che saranno proposte.

 

Dalla distruzione dei miti dell’Occidente ai drammi della generazione dell’iPod, il passo non è poi così lungo. “Spara / Trova il tesoro / Ripeti“, Premio della critica 2010, è il titolo sfacciatamente ispirato al linguaggio dei videogame di 17 mini-pièce che il drammaturgo inglese Mark Ravenhill ha dedicato al tema incandescente del rapporto tra Occidente e mondo islamico. Contaminazioni tra arte figurativa, performance e installazioni, sono le cifre stilistiche  che l‘Accademia degli Artefatti, compagnia romana fondata dal regista Fabrizio Arcuri che a Bolzano proporrà “Troiane” e “Mikado”, due episodi della saga del drammaturgo inglese, reso celebre dal testo “Shopping&Fucking”. Ad interpretarli, mercoledì 15 febbraio, Fabrizio Croci, Damir Todorovic e, ancora una volta, Francesca Mazza.

 

Filologia classica, storia dell’arte e dell’architettura, della danza e della musica: le compagnie teatrali dell’ultima generazione, come “Anagoor”, al secolo Simone Derai, Marco Menegoni, Anna e Pierantonio Bragagnolo, Paola Dallan e Moreno Callegari, si rivelano capaci di coniugare sapientemente le conoscenze umanistiche e la pratica teatrale all’utilizzo di nuovi media. “Tempesta”, lo spettacolo vincitore del Premio Scenario 2009 che presenteranno mercoledì 29 febbraio, è dedicato al quadro più misterioso di Giorgione, pittore rinascimentale nato, come lo stesso gruppo Anagoor, a Castelfranco Veneto. Prendendo ispirazione dall’omonima tela conservata alla Gallerie dell’Accademia di Venezia, Tempesta fa del teatro un’arte visiva e delle arti visive, teatro: una messa in scena muta, ma molto eloquente, che vive di suggestioni visive e acustiche.

In un mondo fatuo, dominato dal potere omologante della società dei consumi e popolato da maschere di falsa felicità è ancora possibile una via di fuga, seppure effimera, attraverso l’universo immaginifico e illusorio delle fiabe? La risposta più che eloquente a questa domanda si trova in “Grimmless”, il nuovo, provocatorio spettacolo di Ricci/Forte, la coppia più trasgressiva del teatro italiano, che mercoledì 4 aprile ci porterà in un mondo in cui la fantasia più spensierata delle favole s’infrange in frammenti di crudissima realtà, un mondo senza le fiabe, un mondo che non conosce più i fratelli Grimm. Una pièce, un puzzle iperrealista di grande effetto, visionario e delirante, che spinge il piede sull’acceleratore e non risparmia nulla allo spettatore, in un viaggio onirico di crudeltà e di caos, in cui si alternano gli allucinati racconti e le performance fisiche di Anna Gualdo, Valentina Beotti, Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori e Anna Terio.

Se Ricci/Forte dipingono la nostra realtà come una fiaba caduta in un incubo, angosciante e illuminata da una luce abbagliante, per la Compagnia toscana Teatro Sotterraneo, vincitrice del Premio Ubu Speciale 2009 per la grande capacità di innovare il linguaggio della scena, la fine del mondo si avvicina, e non certo per il fatidico 2012. In “Dies Irae”, Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri capitanati dal drammaturgo Daniele Villa, mettono in scena  Dies Irae 5 episodi intorno alla fine della specie senza pietà né tenerezza, ma anzi, con brutale presa di coscienza. In 60 minuti esatti, mercoledì 18 aprile, i cinque “discoli” del teatro italiano daranno vita a una dissertazione sullo scorrere dell’esistenza del genere umano pervasa – secondo il loro stile inconfondibile – da un’ironia costante, che allude sempre alla visione del mondo in perenne dissolvimento.

I biglietti in vendita: Teatro Comunale (piazza Verdi 40; tel 0471 053800) dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.00 e il sabato dalle 10 alle 13;

Teatro Cristallo (tel 0471 067822) dalle 17.30 alle 19.30 dal lunedì al venerdì; il giovedì dalle 10 alle 12;

www.vipticket.it.

Giovani spettatori under 20 e’ abbonati alla stagione “Grande Prosa”. Gli abbonati inoltre, possono utilizzare i loro buoni omaggio anche per la visione degli spettacoli della rassegna “Altri Percorsi / Nuovi Linguaggi.

 

Info: tel 0471301566

www.teatro-bolzano.it

 

 

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