Teatro, Teatrorecensione — 26/02/2015 at 22:07

Magazzino 18 con Simone Cristicchi al TSB

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BOLZANO – Arriva al Teatro Comunale di Bolzano dal 5 all’8 marzo (ore 20.30, domenica ore 16.00) nell’ambito della stagione “La Grande Prosa” dello Stabile, “Magazzino 18”, il musical civile di Simone Cristicchi e Jan Bernas che ha fatto commuovere gli spettatori di tutta l’Italia. Uno spettacolo prodotto da Promo Music e dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: il Magazzino 18. Racconta di una pagina dolorosa della storia d’Italia, di una vicenda del nostro Novecento complessa e mai abbastanza conosciuta. Ed è ancor più straziante perché la “memoria” è affidata non a un imponente monumento, ma a tante piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità. Sono perciò ancora più vive, emozionanti.

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Una sedia, accatastata assieme a molte altre porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”. Simile la catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi… Beni comuni nello scorrere di tante vite: interrotto dalla Storia, dall’esodo. Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perdette vasti territori dell’Istria e della fascia costiera e circa 300 mila persone scelsero – davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni – di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane.
Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici. Davanti a loro difficoltà, povertà, insicurezza, spesso sospetto e tanta nostalgia: quella che pervade la canzone di Simone Cristicchi intitolata proprio Magazzino 18.
Il cantautore romano che si è fatto conoscere dal grande pubblico vincendo il Festival di Sanremo 2007 con il singolo Ti regalerò una rosa e che ha proseguito la sua carriera affrontando nei suoi album temi scottanti della nostra attualità, è rimasto colpito da questa pagina della nostra storia e ha deciso di ripercorrerla in una canzone e in un testo teatrale che prende il titolo proprio da quel luogo di Trieste, dove gli esuli – prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o viaggi verso lontane mete nel mondo – lasciavano le loro proprietà, in attesa in futuro di rientrarne in possesso.

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Diretto dalla mano esperta di Antonio Calenda, in una messinscena che intreccia con sensibilità documentazione storica e poesia, Cristicchi partirà proprio da quegli oggetti privati e semplici, per riportare alla luce le vite che vi si nascondono: le narrerà schiettamente e passerà dall’una all’altra cambiando registri vocali, costumi, atmosfere musicali, in una koinée di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una forma nuova, che è stata definita musical-civile. Fondamentale in ciò è stato l’apporto della FVG Mitteleuropa Orchestra diretta da Valter Sivilotti che ha eseguito la partitura dello spettacolo, in cui alla prosa si alternano musiche e canzoni inedite dello stesso Cristicchi, le scene essenziali ed evocative di Paolo Giovanazzi e le luci di Nino Napoletano.

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