Teatro, Teatrorecensione — 24/02/2012 at 10:39

La “Favola” di Filippo Timi racconta che la vita è anche una fiaba a cui credere

di
Share

La scena è quella tipica di un salotto borghese dal decor curato nei minimi dettagli . Ambiente anni ’50, glamour quasi kitch da sembrare uscito da una favola surreale. Anzi una Favola per il teatro. Quella scritta diretta e interpretata da un istrionico Filippo Timi, sempre molto a suo agio nei ruoli “en travesti”. E ci tiene a ricordare che :”C’era una volta una bambina, e dico c’era perché ora non c’è più” . Ora è diventata donna: Mrs Fairytale, un ruolo che interpreta con un’energia inesauribile. Non si risparmia su nulla e sfoggia abilità da vero attore poliedrico. Movenze che ricalcano le stesse viste ne film del cinema hollywoodiano.

La storia è quella della vita monotona di una casalinga frustrata e picchiata dal marito, quasi una sit comedy brillante e smaccata, portata agli eccessi anche grotteschi Sembra di sfogliare una rivista patinata lette dalle clienti sotto il casco di una parrucchiera. Il testo scritto da Timi ha una sua validità drammaturgica, scorre come sequenze cinematografiche in successione, ma il gusto per l’eccesso al quale Timi è affezionato, rischia, specie nella seconda parte di implodere. Se nel primo tempo tutto scorre con il giusto ritmo, si ride e ci si immerge a pieno nella sua “Favola”, nel secondo la sovrabbondanza e una certa prolissità tende a rallentare la narrazione. Si crea come una sorta di moto perpetuo. Timi è bravo nel dominare la scena, affiancato da Lucia Mascino che da vita al personaggio di Mrs Emerald, l’amica del cuore, abile interprete dotata di una professionalità che unisce doti recitative a una padronanza del gesto e della mimica facciale di grande spessore.

 

 

 

 

 

Il terzo attore è Luca Pignagnoli, talmente versatile da riuscire a triplicarsi nei tre fratelli Smith, ognuno di loro coinvolto a turno in una girandola di corteggiamenti e amori clandestini, dove uno dei fratelli ha una relazione omosessuale con il marito di Emerald. Il tutto è ammiccante e divertente con continui andirivieni nel salotto che si trasforma sempre in più in un confessionale, in cui le due amiche danno sfogo a tutte le loro frustrazioni di una vita vissuta, sempre alla ricerca di una affermazione sentimentale – affettiva da riscattare. Le gag sono particolarmente divertenti, come quella di offrire da bere a Emerald in quantità esagerate (finti) alcolici , trangugiati senza fiatare mentre Fairytale la incita dicendole: “Tutta, tutta, tutta!”. Come in una commedia che si rispetti il colpo di scena finale chiude la storia in maniera del tutto singolare. Le due donne scapperanno insieme travolte da un insolito destino di passione, dopo aver fatto fuori il marito manesco e brutale di Fairytale che è in realtà è un lui, con tanto di pene di gomma che salta fuori dalla gonna, della serie Rossella in Via con il vento. Ma il lieto fine non è quello che tutti si aspettano. Timi sarà rapito da un ufo e diventerà una stella che luccica nell’universo chiedendo agli spettatori di non essere dimenticata. La sua “Favola” è più favola quando sviscera con sottile ironia tutta quella subcultura prettamente di stampo americano dove tutto è perfetto da apparire quasi banale, stucchevole, appariscente ma senza sostanza. Le citazioni cinematografiche si sprecano, una tra tutte quando Timi appare nello svolazzante abito bianco e nero indossato da Grace Kelly ( i costumi sono dell’Atelier Miu Miu), nel film La finestra sul cortile di Hitchcock e l’omaggio al grande regista è bissato anche nella scelta musicale dal filmVertigo. C’è tanto in questo lavoro di Filippo Timi che può permettersi anche di uscire dal copione e improvvisare, stare al gioco quando un tecnico di scena si nasconde dentro uno stipetto e si fa trovare in mutande, per lo scherzo di fine tournée, segno che c’è sintonia tra tutti, cast e squadra dietro le scene.

La sensazione è quella di un concentrato di segni, simboli, linguaggi, metafore e quant’altro che incorrono nel rischio di saturare l’impianto drammaturgico e scenico che indubbiamente ha dei pregi notevoli, se non per altro quello di portare a teatro un sano divertimento per tutti, umanizzando quel dialogo che c’è tra attore e platea, e in questo Timi è particolarmente affabile e convincente. La durata eccessiva toglie quel respiro giocoso assaporato all’inizio ma questa è un’altra storia, anzi un’altra Favola.

 

Favola

di e con Filippo Timi, Lucia Mascino, Luca Pignagnoli

Produzione Franco Parenti Milano

Visto al Teatro Fonderie Limone di Moncalieri il 5 febbraio 2012

Share

Comments are closed.