Chi fa teatro — 20/04/2012 at 10:23

Groppi d’amore nella scuraglia al Teatro Portland di Trento

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Venerdi 20 aprile alle ore 21 va in scena al Teatro Portland di Trento, Groppi d’amore nella scuraglia, tratto dal testo di Tiziano Scarpa vincitore del Premio Strega e Premio SuperMondello con il romanzo Stabat Mater. Lo spettacolo inserito nella stagione di teatro civile Materiale Non Conforme, organizzata dalla Compagnia Arditodesìo in collaborazione con il Portland, è un progetto di Carichi Sospesi (Padova) e sarà interpretato da Silvio Barbiero con la regia di Marco Caldiron.

 

 

 

Il testo di Tiziano Scarpa è un racconto in versi che, attraverso una lingua inventata che richiama i dialetti del centro-sud, descrive un percorso di rinascita e, in qualche modo, di redenzione. Il linguaggio poetico di Scarpa deforma il nostro immaginario e i corpi dei protagonisti divengono archetipi grotteschi di un mondo in sfacelo; immagini che richiamano l’immaginario di Bosch raccontando la storia di Scatorchio e del suo amore per Sirocchia in un paese sommerso dai rifiuti. Lo spettacolo è la saga comica e poetica di Scatorchio che per fare dispetto al suo rivale in amore aiuta il sindaco a trasformare il paese in una discarica di rifiuti. Una storia scritta in una lingua sapientemente primitiva che dà voce allo scacco creaturale di fronte ai guasti dell’universo.

I “groppi” sono un racconto e insieme un bestiario, sperimentazione linguistica e filologia dell’archetipo. La Scuraglia narra, in una lingua inventata che allude ai timbri dei vernacoli meridionali, mescolati sapientemente con quelli trecenteschi delle Origini, la storia di Scatorchio e del suo amore per Sirocchia, sullo sfondo della vicenda che coinvolge il loro paese, che accetta, in cambio di un ripetitore TV, di diventare sede di una discarica di immondizia. A intervallare la narrazione stanno poi dei siparietti dedicati a un bestiario d’animali e creature, ognuno, beninteso, con il suo personale cahier de doléances, a testimoniare, leopardianamente, la comunanza del dolore: dal surcio pantecano, al cane canaglio al bombo muscario.

La Scuraglia è un’opera romanica, che, con un mesto sorriso (un riso indebolito avrebbe detto Bachtin), esplora la nuova geografia di un mondo che, quando scopre di essere per la prima volta realmente ‘cntemporaneo’, fa poi esperienza del terribile e affascinante melting, dello tsunami di mescolanza tra antico e futuro che è ormai il nostro orizzonte comune, il Carnevale dissennato in cui la Quaresima si traveste da Pasqua. Gli stessi animali sono più ’grilli’ medievali, figure alla Bosch, che nostalgiche rimembranze del naturale e del primevo, allegorie espressioniste del nostro presente più scomodo, come il gabbianozzo che inopinatamente vive in collina e che non vuol essere chiamato gabbianozzo, ma dissidento migranto.

info@teatroportland.it

www.teatroportland.it

 

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