Chi fa teatro — 03/03/2024 at 09:29

Una “Black Comedy” in salsa anglosassone tra risate, equivoci e paradossi

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RUMOR(S)CENA – CATANIA – Un testo paradossale, in chiara salsa anglosassone, quello del commediografo britannico Peter Shaffer, una “Black Comedy” dai ritmi forsennati, intrisa di equivoci, risate e situazioni e comportamenti bizzarri ed esilaranti. “Black Comedy”, scritta nel 1965 è arrivata per la prima volta in Italia nel 1967, al Teatro Eliseo di Roma,  per la regia di Franco Zeffirelli e con protagonisti Giancarlo Giannini e Anna Maria Guarnieri. L’atto unico, di circa 90 minuti, nella traduzione di Enrico Luttman, è andato in scena al “Vitaliano Brancati” di Catania, prodotto dal Teatro della Città-Centro di produzione teatrale, nell’ambito della stagione di prosa 2023/2024 e si è avvalso della regia di Nicasio Anzelmo, con la scena ed i costumi curati da Vincenzo La Mendola e le musiche di Matteo Musumeci.

crediti foto di Dino Stornello

La vicenda, ambientata nel 1965, vede i protagonisti muoversi, senza soluzione di continuità, dentro ed attorno all’appartamento londinese di un giovane artista spiantato, Brindsley Miller (interpretato dal brillante Giovanni Rizzuti) e della sua altezzosa fidanzata Carol Melkett (resa dalla frizzante Lucia Portale)che vivono insieme, ma un giorno – per un improvviso corto circuito – salta la corrente proprio mentre stanno aspettando la visita del padre di lei, il rigido colonnello Melkett (reso con abilità da Filippo Brazzaventre), che dovrebbe dare il consenso al matrimonio e quella di un ricchissimo collezionista tedesco, Georg Bambergher (Francesco Rizzo) che potrebbe fare la fortuna del giovane artista. A causa del black out, tra equivoci e scambi di identità, a casa del giovane artista si ritrovano la vicina alcolizzata Miss Furnival, zitella perbenista (una divertentissima Maria Rita Sgarlato), il vicino antiquario omosessuale Harold Gorringe (Franco Mirabella), Clea, l’ex fidanzata dispettosa dell’artista (Anita Indigeno), il dipendente della compagnia elettrica di Schuppanzigh (Claudio Musumeci) chiamato per un sopralluogo e, poi nel finale, il miliardario tanto atteso. 

crediti foto di Dino Stornello

Testo frenetico, a volte troppo ricco di battute e di colpi di scena, regia scorrevole e che accompagna la voglia di divertirsi degli stessi interpreti e sulla scena sono assicurate per lo spettatore le battute, gli ammiccamenti, le trovate surreale ed i sorrisi. Protagonista assoluta dello spettacolo la condizione dei personaggi di “non vedersi”, ovvero di muoversi al buio nell’appartamento, per le scale, alla ricerca ognuno della propria realtà, manifestando così il proprio reale carattere percepito in pieno, invece, dallo spettatore in sala.

Lucia Portale e Giovanni Rizzuti- Foto Dino Stornello

L’atto unico  inizia con il teatro completamente al buio e, dopo pochi minuti, per un guasto elettrico, si rovescia la situazione: le luci del palco si accendono per consentire la visione al pubblico, anche se per i personaggi l’appartamento resta nell’oscurità con tutte le conseguenze del caso. Uno spettacolo frenetico che crea situazioni a tratti imbarazzanti, con un testo leggero, tipicamente anglosassone, con comportamenti bizzarri che si innescano a partire da un primo equivoco. Ed il pubblico, applaude alla fine convinto e coinvolto da una commedia degli errori, corale e rocambolesca che finisce per regalare a tutti una serata scacciapensieri per non pensare alle brutture del mondo, agli scheletri nell’armadio di una società che sembra proprio brancolare nel buio.

Visto il 29 febbraio 2024 al Teatro Vitaliano Brancati di Catania

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