Teatro, Teatro recensione — 20/02/2016 at 22:57

“Era la nostra casa”: l’amore destinato a soccombere

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FIRENZE-  Una coppia cinquantenne o giù di lì. Una figlia che è partita per il Canada, forse per studio, chissà. I due che si ritrovano in una casa di famiglia, in campagna dopo aver lasciato forse per ferie o un week end la casa in affitto in città. ll classico interno piccolo borghese. Lui professore di letteratura, intellettuale poeta fallito le contesta “sei solo una bottegaia”. Cosa potremmo aspettarci dal battibecco? La crisi di coppia per stanchezza, ritorsioni o forse sindrome del nido vuoto? No o meglio non solo. In realtà c’è dell’altro: la crisi esistenziale di un uomo e di una donna che hanno perso lui la creatività giovanile insieme con le belle speranze e lei la sua attività in coppia con un socio del negozio in città, che chiude e gli farà causa. Come i tempi ci raccontano (ed anche la letteratura degli odierni avvocati divorzisti), la realtà supera ogni fantasia- il campanello di allarme arriva dal solito cellulare che in notturna via sms svela un sicuro tradimento. Mentre lui pareva rilassarsi colla moglie di una vita, in realtà freudianamente, si lascia andare alla rivelazione, peraltro bugiarda e al proibito. Falso pure quello. Ed il resto è noia, come direbbe il cantautore romano di borgata Califano.

era la nostra casa 2

La moglie è Beatrice Visibelli: madre moglie e anche possibile madre sostituta dell’amante del proprio marito, donna forte e impavida mentre il di lei marito Marco Natalucci ( già attore di Arca Azzurra) è goffo, infantile, ricorda molto da vicino certe controfigure maschili di Mastroianni al cinema. Sì, perché l’agnizione è che l’amante del marito risulta essere una ex studentessa del professore della stessa età della figlia in Canadà e pure incinta. Problematica la ragazza-amante- figlia, anche lei stufa del suo lavoro (a soli 27 anni) e non esattamente come badante o call center, nonostante ciò disprezza e con alle spalle un quadretto famigliare non proprio idilliaco. Insomma si tratta di una ripetizione. L’inaspettata gravidanza modifica ma non per il suo ex professore di liceo, le distopiche dinamiche di coppia intergenerazionali. In questo intreccio, che ha i caratteri della pochade, si intravedono echi cinematografici alla Truffaut (ed anche a Woody Allen ma di sfuggita), su musiche di Jacques Brel. Un testo amaro che lascia però un aperto finale sul destino della coppia scoppiata, con un pubblico divertito e compartecipe.

era la nostra casa 1

Un nuovo testo di Nicola Zavagli che coraggiosamente porta avanti con la compagna Visibelli, nelle immediate periferie fiorentine, un progetto teatrale in un bel piccolo Teatro gestito dalla Compagnia Teatri d’Imbarco che ospita artisti noti e lancia nuove possibilità (una fra queste in cartellone La leggenda del pallavolista volante con Andrea Zorzi e Beatrice Visibelli in scena) e di scrittura drammaturgica che prevede attenzione al territorio (siamo nella giungla d’asfalto intorno alla città, dopo il Ponte all’Indiano sulla via Pistoiese),di progettazione e di inclusione sociale con attenzione ai travagli sociologici delle nuove e vecchie categorie antropologiche umane ed urbane.

Era la nostra casa
Compagnia Teatri d’Imbarco
drammaturgia Nicola Zavagli
regia Nicola Zavagli
con Beatrice Visibelli e Marco Natalucci

Visto al Teatro delle Spiagge a Firenze il 6 febbraio 2016

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