stagione teatrale, Teatro — 18/12/2013 at 14:47

Il Teatro Quaranthana di San Miniato fa “sistema Corazzano” per fare economia e produzioni

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SAN MINIATO – Un piccolo teatro di una piccola frazione di un piccolo comune della provincia di Pisa, periferia toscana. Piccolezze che si assommano e si esaltano con il Teatro Quaranthana, al suo fianco la casa editrice Titivillus che da molti anni sostiene e supporta unicamente pubblicazioni di testi e saggi teatrali, promuovendo il “sistema Corazzano” dove è ancora possibile fare economie e produzioni.

Sono due infatti gli sforzi ed i lavori che vedremo in questa stagione che nascono dentro le stanze dirette dal giovane ed ambizioso Enrico Falaschi, da pochi anni al timone del progetto scenico ed editoriale ma che ha saputo dare un’impronta nuova e direttive decise: “La prima cena” che vede la collaborazione con il Teatro Minimo di Andria, Michele Santeramo (Premio Riccione con “Il Guaritore”) alla scrittura, Michele Sinisi alla regia, e sei attori scelti, e “The Big Bible”, parodia semi-seria e coloratissima delle inesattezze e assurdità che abitano il libro più venduto al mondo in questi ultimi duemila anni. Una stagione con nove titoli di prosa, quattro appuntamenti dedicati alla musica, sette di teatro ragazzi ed otto per le scuole in matinee. Da fine novembre fino ad aprile a San Miniato si mastica tartufo e teatro.

La chicca da attese ed aspettative è appunto il vernissage con “La prima cena”: “La nostra scommessa da sempre come Teatro Minimo – spiega Sinisi,  qui in veste soltanto come regista – è stata quella di riscoprire e riappropriarci della drammaturgia tradizionale, un teatro di testo, dialogico, di storie, un teatro di regia con scene e costumi, un teatro d’attore e popolare dove andare per sentire delle vecchie e nuove storie. E’ uno spettacolo ‘semplice’ con tre fratelli, due uomini ed una donna, con i rispettivi coniugi, che si riuniscono nella casa del padre ad un mese dalla sua morte per spartirsi l’eredità. Che consiste in trenta gratta e vinci, che sono la fortuna, la speranza”. Fratelli coltelli, parenti serpenti: “Io e Santeramo volevamo mettere in piedi una commedia sull’Ultima Cena di Leonardo, ma ci siamo detti che era meglio se cominciavamo dalla Prima”.

Per la formazione del cast (poi sono stati scelti Mauro Barbiero, Anna Dimaggio, Silvia Rubes, Silvia Benvenuto, Matias Endrek, Alberto Ierardi) sono sorte qualche tempo fa polemiche da parte di un gruppo di attori, tra i venti preselezionati per il laboratorio-audizione finale, ai quali era stato chiesto un contributo di trenta euro. Da parte della struttura teatrale hanno ammesso l’errore di non aver specificato nel bando la quota da dover pagare per poter accedere alla due giorni con il regista, da parte degli attori, molti con curriculum solido, il plausibile risentimento per dover mettere sul piatto una cifra, seppur non così consistente, per sostenere un provino.

Ascanio Celestini è, con Alessandro Benvenuti tra i big di un solido cartellone. L’autore ed attore romano con i suoi “Racconti” (4 dicembre) ci porta dentro un’Italia piccola, piccolo borghese, dai sogni piccoli, dalle speranze deboli, dagli orizzonti minimi: tra risate a denti stretti e brividi alla schiena per quanto siamo caduti in basso e quanto ci siamo rassegnati e ci rallegriamo allo stesso tempo della nostra condizione. Da seguire con interesse due progetti che hanno in comune l’attore Riccardo Goretti, ex Omini ed ora affabulatore monologante: prima “Disastri” (13 dicembre) ed a seguire “The Big Bible” (24 e 25 gennaio).

Se nel primo vengono spremute le pagine eversive di Daniil Charms, nel secondo, in prima nazionale dopo lunga gestazione, gli Avengers, cioè quattro supereroi, Goretti, Ciro Masella, Giulia Aiazzi e Pasquale Scalzi, da formazioni completamente differenti e lontane le une dalle altre, spaziano, e spezzano come se fosse pane, le parabole divine, fanno esplodere la scrittura millenaria che tanti guai e problemi ha creato all’uomo moderno, dalle Crociate alle streghe fino alla Jihad.

 Cleopatras

 Da non perdere altre due occasioni di vedere buon teatro: un classico “Cleopatras” (7 marzo) da Testori con Arianna Scommegna fresca vincitrice del Premio dell’Associazione della Critica e meravigliosa unica interprete femminile del “Ritorno a casa” pinteriano diretto da Peter Stein, la novità di “Marinati 43” (21 marzo) con il trio formato dai due cantautori pisani dei “Gatti mezzi” e Andrea Kaemmerle, anima del Teatro di Bientina, di Guascone Teatro e della rassegna estiva Utopia del Buongusto. Suggestionati dalle letture di Jean Claude Izzo ed ammaliati da Marsiglia, dai suoi vicoli, dal melting pot, dal porto, nordafricani ed italiani di terza generazione, lo slang, i gabbiani, i coltelli.

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