RUMOR(S)CENA – LAGO DI CAREZZA – (Bolzano) -Nella notte del 29 ottobre del 2018 il bosco che circonda il Lago di Carezza (in provincia di Bolzano) fu investito dalla tempesta di “Vaia”, (dal nome che i meteorologi avevano dato alla depressione che ne è stata la causa), un ciclone che colpì ampie zone dell’Italia settentrionale, Austria, Germania, Svizzera. Raffiche di venti fino a 200 chilometri orari hanno provocato lo schianto di milioni di alberi e la distruzione di migliaia di ettari di superficie boschiva. Nel bosco alle pendici del Latemar sono stati calcolati più di 100.000 metri cubi di tronchi caduti. Il Lago di Carezza è sovrastato dal massiccio del Latemar, una formazione di pietra originatasi 240 milioni di anni fa dalla stratificazione di coralli, alghe, spugne calcaree che formavano l’ambiente sottomarino. Sulla terrazza che si affaccia sul Lago di Carezza è consultabile la spiegazione scientifica di questo luogo e di un lago considerato “monumento storico”: «… imponenti scogliere sottomarine larghe fino a 500 metri. Le colonie organogene, per difendersi dall’inarrestabile sprofondamento del fondale marino e sparire nelle sue profondità buie e asfittiche, continuarono ad espandersi verso l’alto. La loro lotta per la sopravvivenza è oggi testimoniata da chiari banchi calcarei del Latemar. L’attività vulcanica aprì enormi fenditure tra gli strati del calcare. L’erosione delle lave basaltiche più rapide di quelle dei calcari circostanti scavò canali, camini, insellature, mettendo a nudo architetture come le Torri del Latemar e la Torre di Pisa». Oggi il paesaggio è mutato in modo radicale e il Lago, pur trovandosi in una conca protetta, ha subito la devastazione di “Vaia” lasciando cicatrici che si rimargineranno solo attraverso la crescita di nuovi alberi nel corso dei prossimi 100 anni.
IL Lago di Carezza dopo la Tempesta di Vaia
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