musica e concerti — 08/01/2022 at 19:47

Il Farnace di Vivaldi è tornato a “casa” al Teatro Comunale di Ferrara

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RUMOR(S)CENA – FERRARA – Antonio Vivaldi compose una versione ferrarese del Farnace per il Carnevale del 1739, ma l’opera non poté mai essere allestita. Il Teatro Comunale Abbado, a 283 anni dalla sua ideazione, ha portato in scena l’opera a Ferrara con un allestimento originale che ha debuttato giovedì 30 e venerdì 31 dicembre. Il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli, tra i massimi conoscitori dell’opera vivaldiana, la regia di Marco Bellussi. Raffaele Pe interpretava il ruolo di Farnace. 

Il Farnace è uno dei drammi musicali – su libretto di Antonio Maria Lucchini – più evocativi del compositore e tra i più rappresentativi del periodo musicale barocco. Andato in scena per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia nel 1727, fu ripetutamente ripreso dal compositore e profondamente riveduto negli anni successivi, prima di cadere nell’oblio. A Ferrara, l’opera feticcio di Vivaldi non debuttò mai per un divieto ecclesiastico che bandì il compositore, anche sacerdote. La ‘Prima’ della versione ferrarese nella città estense – nell’edizione critica di Bernardo Ticci è stata affidata all’Orchestra Accademia dello Spirito Santo, specializzata nella musica dell’epoca barocca. Le scene di Matteo Paoletti Franzato, i costumi da Carlos Tieppo e le luci da Marco Cazzola. Interventi video a cura di Creativite. Nel cast, oltre a Raffaele Pe (Farnace), Francesca Lombardi Mazzulli (Gilade), Chiara Brunello (Tamiri), Elena Biscuola (Berenice), Leonardo Cortellazzi (Pompeo), Silvia Alice Gianolla (Selinda) e Mauro Borgioni (Aquilio). Il Coro Accademia dello Spirito Santo sarà diretto da Francesco Pinamonti.

crediti foto di Marco Caselli Normal

Si tratta della versione scritta dal compositore nel 1738 (versione RV 711-G), che Vivaldi approntò espressamente per il Teatro Bonacossi in occasione del Carnevale di Ferrara del 1739. Questa edizione, però, non andò mai in scena, per la censura del Cardinal Ruffo, legato pontificio nella città emiliana, che ne vietò la rappresentazione a causa del presunto legame illecito tra il ‘Prete Rosso’ e la sua cantante prediletta, Anna Girò. La messa in scena saltò e Vivaldi morì pochi anni dopo, nel 1741, indebitato, senza vedere rappresentata questa sua sofferta versione. Quest’anno ricorrono i 280 anni dalla scomparsa.

Non è solo uno spettacolo di intrattenimento teatrale e musicale, ma anche un’operazione culturale che ha riportato a Ferrara l’opera mai messa in scena. Con quest’opera Vivaldi viene rappresentato per la prima volta a Ferrara – spiega Federico Maria Sardelli – questo è il suo ultimo Farnace giunto sino a noi, è il cavallo di battaglia di tutta la sua carriera musicale. Aveva le scritture già pagate, aveva già tutti i cantanti, lo scenario. Sta per arrivare il momento di andare in scena, ma gli viene impedito di metter piede in città dall’allora cardinale che la governava, Tommaso Ruffo. L’episodio lo segna per il resto dei suoi giorni. Per questo mettere in scena Il Farnace a Ferrara è un’occasione storica: per noi è importante riparare a quel torto subito, rendendo finalmente giustizia a Vivaldi”.

crediti foto di Marco Caselli Normal

Nella visione del regista Marco Bellussi “protagoniste sono proprio le dinamiche conflittuali, che accendono folgori improvvise a rischiarare un clima cupo di incombente luttuosità. Gli scontri politico/militari si intrecciano infatti ad antichi dissapori, legati ad eventi pregressi, determinando irremovibili acerbità. In un allestimento scenico rigorosamente essenziale e schematico, guadagnano evidenza i costumi, elementi volutamente non storicizzati, ma sostanzialmente rappresentativi dei profili caratteriali dei rispettivi personaggi”.

Sono davvero emozionato per questo nuovo debutto a Ferrara ha spiegato Raffaele Pe -, Farnace è un leader che sarebbe capace di sacrificare un figlio per il bene del proprio popolo. Lo muovono onore e virtù, ma si scioglie in lacrime davanti al figlio creduto morto con un canto dolcissimo e tragico. Sono sentimenti forse difficili da comprendere oggi, ma su cui anche la nostra identità e la nostra storia si fondano. Con la mia voce voglio dare corpo al carattere forte e sanguigno del condottiero e al tempo stesso rivelarne l’onestà e l’autenticità che anima le sue azioni, un dualismo che oggi il registro di controtenore può ritrarre con accuratezza”.

crediti foto di Marco Caselli Normal

LA TRAMA

L’azione si svolge a Eraclea durante la conquista romana dell’Anatolia. Farnace, re del Ponto, è il figlio e successore di Mitridate. Sconfitto dai Romani, è assediato nella sua ultima roccaforte. Per evitare la caduta nelle mani del nemico, ordina alla moglie, Tamiri, di uccidere il figlio, poi di suicidarsi. La madre di Tamiri, Berenice, regina di Cappadocia, nutre sentimenti d’odio verso Farnace e si accorda con il vincitore romano Pompeo per ucciderlo. L’arrivo delle truppe di Pompeo aggrava la situazione. Selinda, sorella di Farnace, viene fatta prigioniera dal romano Aquilio che è innamorato di lei, così come Gilade, uno dei capitani di Berenice. Nel tentativo di salvare il fratello, la donna li mette l’uno contro l’altro. Farnace sta per suicidarsi, credendo che sua moglie e suo figlio siano già morti, ma Tamiri appare e gli impedisce di compiere il fatale gesto.

Il terzo atto dell’opera, nell’edizione del 1738, è andato perduto, tanto da venire generalmente inserito quello della versione del 1731. Direttore e regista, in maniera condivisa, hanno invece optato per un’altra soluzione, assolutamente rigorosa della versione giunta scelto di presentare il frammento nella sua integrità, senza arbitrii, ricostruzioni o integrazioni, consci che sia il miglior servizio che si possa rendere alla musica di Vivaldi.
Un’operazione-verità. Non solo perché si sta riportando l’opera a Ferrara riparando un torto subìto da Vivaldi, ma perché finora coloro che lo hanno eseguito hanno sempre pensato di integrarlo col terzo atto della versione del 1727. Ma il Vivaldi del 1738 avrebbe scritto altre cose. Quindi presentare il frammento – i due soli atti nudi, crudi, integrali – è un gesto nuovo, coraggioso e rispettoso.


Lo spettacolo è una produzione della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, in coproduzione con il Teatro Comunale di Piacenza, dove Il Farnace andrà in scena l’8 e il 10 aprile. 

https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=1040314376535375

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