Cinema, Recensioni Film — 07/07/2022 at 11:33

La vita triste e tragica dell’imperatrice Sissi nel docufilm Anatomia di un abbandono

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RUMOR(S)CENA – PARMA – Giovedì 7 luglio al festival Valceno Arte a Vanino frazione di Varano de’ Melegari (Parma) viene proiettato il film documentario Anatomia di un abbandono. Vita e morte di Luigi Lucheni, l’uomo che uccise l’imperatrice Sissi del regista Riccardo Manfredi. Rumor(s)cena lo ha visto a Tortiano (Parma) nel corso della manifestazione “Tortelli e Anarchia” al ristorante Campanini, felice commistione tra cultura e gastronomia. Il regista assumendo il ruolo dell’investigatore, sulle tracce di un uomo, che è destinato a soccombere dopo aver realizzato l’intento di assassinare l’imperatrice Sissi a Ginevra. Il film ricostruisce con particolare dovizia di elementi storiografici la vita di Luigi Lucheni, abbandonato dalla madre dopo aver partorito a Parigi per nascondere la sua relazione clandestina avuta con un uomo. I prodromi di un’esistenza segnata dall’inquietudine e dalla frustrazione per non essere stato capace di trovare un ruolo nella società adeguato e riconosciuto. Svela particolari e fatti accaduti avvolti da ombre che oscuravano la verità storica, illuminando passo dopo passo i tanti meandri di una vita complicata e terminata tragicamente con la morte di Lucheni in carcere in circostanze mai chiarite.

immagine tratta da Anatomia di un abbandono

Anatomia di un abbandono ha il pregio di raccontare senza mai ricorrere a espedienti facili e a rischio di una retorica, che separa il bene e il male, dove la morale può insinuarsi e alterare la verità storica. Non c’è giudizio e non ha lo scopo di istruire un processo che porti ad una condanna virtuale. La sceneggiatura scritta dallo stesso regista è ricca di spunti di riflessione e gioca bene su registri capaci di sdrammatizzare la tragedia ma senza alterarne le caratteristiche storiche, i personaggi sono interpretati con efficace caratterizzazione tra il fiabesco e il puro realismo.

Riccardo Manfredi segue con l’onestà intellettuale che lo distingue, ampliando la visione della storia con un’analisi del contesto storico, delle trasformazioni sociali e politiche di un Impero in via di dissoluzione. Un’imperatrice triste che cercava lontano da Vienna l’appagamento di desideri mal celati a Corte e per questo giudicata negativamente. La sua ricerca di un’identità le procurò sempre un malessere esistenziale che per una strana alchimia del destino venne a contatto con un uomo altrettanto infelice. Per realizzare il docufilm il regista si è avvalso degli abitanti del paese coinvolgendo la comunità locale che diventa protagonista e la finzione cinematografica trova qui una sua collocazione ideale all’interno del contesto di vita reale.

immagine tratta da Anatomia di un abbandono

Il valore aggiunto che permette di creare una coesione tra intenzionalità artistiche e culturali e la vita quotidiana di un paese che assume importanza e avvicina gli spettatori che sono stati accolti al ristorante Campanini dove il tempo sembra essersi fermato. Anatomia di un abbandono diventa così occasione di aggregazione sociale e fonte di scambio per approfondire una storia diventata universale e iconica. Il potere, la ricchezza, il lusso e la nobiltà da una parte e la miseria, la povertà, i divari sociali e un’umanità dolente dall’altra.

immagine tratta da Anatomia di un abbandono

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