Chi fa teatro, Teatro — 06/05/2012 at 19:15

Report dalla città di Mercuzio. Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza

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Laddove il teatro apre una breccia nella quarta parete e scende dal palcoscenico per intrecciarsi alla vita reale e alla storia di persone comuni, nasce un lavoro firmato dalla Compagnia della Fortezza. Laddove, poi, questo teatro abbatte fisicamente le mura in cui è di norma contenuto per sconfinare nelle piazze, fino a penetrare nella quotidianità della gente e ad agire su di essa col tocco profondo di un pensiero, nasce Mercuzio non vuole morire. Concepito nel 2011 in forma di progetto per uno spettacolo, Mercuzio non vuole morire, ha allargato a macchia d’olio il suo spazio d’azione ampliando il proprio sguardo a nuove forme di rappresentazione e configurandosi come una vera e propria corrente di pensiero.

(immagine di Alessandro Fantechi)

È cominciato così, il cammino di Armando Punzo, regista della Compagnia della Fortezza; un percorso lungo e faticoso tra le persone, nelle scuole, nei luoghi d’arte e nelle associazioni per raccontare del suo sogno reale, della sua utopia di ribellione nei confronti degli schemi mentali e culturali che appesantiscono la vita sacrificandola a un destino di grigiore. Insieme a Punzo inizia il viaggio di Mercuzio tra la gente, la ricerca di nuovi compagni di viaggio che possano condividere il suo desiderio di libertà e di leggerezza. Un’idea nata dalla visionarietà di Punzo che, leggendo tra le righe del celeberrimo Romeo e Giulietta di Shakespeare, ha immaginato un destino diverso per il personaggio di Mercuzio.

 

Una ribellione al padre-autore per amore della vita.Il giovane personaggio, emblema della capacità di sognare e di volteggiare leggero sostenuto dalla poesia e dalla bellezza, viene infatti sacrificato da Shakespeare subito. Una morte che getta un’ombra nera sul futuro di tutti gli altri personaggi. Nessuno resterà in vita. Solo i vecchi, i Montecchi e i Capuleti che si disputano, i padri dalle mani insanguinate che hanno determinato la fine dei propri figli. Riscattando Mercuzio dal suo destino fatale, Punzo rilancia il sogno di un mondo non più alla rovescia, dove i padri non sopravvivono ai propri figli e il passato non schiaccia il futuro.

(immagine di Carlo Gattai)

Alla sua prima uscita pubblica Mercuzio ha invitato in piazza tutti i sognatori, tutti coloro che avvertono impellente la necessità di spogliarsi dall’involucro pesante della vita concreta per librarsi, finalmente, nell’aria pulita che si respira a due metri da terra. Tutti i coraggiosi che si oppongono a ciò che è già scritto e tutti quelli che “Mercuzio non deve morire” perché non ci si deve arrendere mai alla forza di gravità. Scopo dichiarato dell’adunata: scattare una foto di massa da usare a scopo promozionale per il progetto su Mercuzio. In realtà i “set fotografici “ allestiti nelle due cittadine si sono trasformati in una festa, in un’occasione di incontro e di racconto. Una vera e propria performance di massa con tanto di voce di Armando Punzo a guidare azioni e parole. Due lunghe giornate che hanno visto coinvolti prima i cittadini di Pomarance e poi quelli di Volterra, chiamati a farsi testimonial della propria città che cambia sostenuta dal sogno che si riscopre possibile, raccolti intorno all’idea di una nuova dimensione cui lavorare insieme.

 

La prima tappa nella piccola Piazza de Larderel di Pomarance, il 4 maggio: una sfilata disordinata di maschere di cartapesta, bandiere, bimbe su pattini scintillanti, neonati, giovani, anziani, interi gruppi familiari, che come schegge colorate si sono immerse nel rassicurante tepore di un pomeriggio collinare. Tasselli colorati di un quadro impressionista che prende vita grazie al gioco di rifrazioni di luci e movimenti. Una tavolozza completamente diversa per la mattinata volterrana del 5 maggio. A farla da padrone i toni bruni delle ombre, il grigio ocra di un’aria pietrosa, pungente, la confusione indistinta di una folla scomposta di volterrani, studenti, turisti e persino di una coppia di giovani sposi, ospitata in una Piazza Dei Priori gremita. La chiamata alle armi di Mercuzio, dunque. Le prove generali di un cantiere aperto che viaggia a passo svelto verso la costruzione di un grande evento teatrale di massa che sarà presentato a fine luglio nell’ambito del festival VolterraTeatro. Un palcoscenico a cielo aperto su cui saliranno non-attori raccolti dal teatro nelle strade e nei vicoli della città, tra la gente comune che sarà chiamata a rappresentare se stessa e il proprio sogno.

 

(immagine di Piernello Manoni)

Nel frattempo Mercuzio prosegue il suo cammino attraverso tappe intermedie e appuntamenti futuri alla ricerca di nuovi compagni di viaggio. Tra le date da segnare sull’agenda: Festival delle Resistenze In-attuali (Pomarance e Larderello 29, 30/6 – 1/7), la rassegna “Dei teatri della Memoria” al Museo della Memoria di Ustica (Bologna – 4/7), VolterraTeatro (Volterra, Pomarance, Castelnuovo V.C. e Montecatini V.C. (25, 26, 27, 28, 29/7), Festival “Di umanità, si tratta” (Gubbio –data da definire), Palio delle contrade (Pomarance -9/9), Napoli Teatro Festival (Napoli – 30/9 – 1/10).

(in copertina immagine di Piernello Manoni)

 

Visto a Pomarance (Pisa) in Piazza De Larderel e Volterra (Pisa) in Piazza dei Priori il 4 maggio 2012

 

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