Teatro, Teatrorecensione — 06/02/2015 at 12:53

Ripartire dalla memoria – Roberto Corradino al Kismet di Bari

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BARI – Il corpo dell’attore ricettacolo di umori, di tematiche tradotte in segni, di vitalità e resoconti universali espressi dal gesto. Gesto minimo, eccessivo, impercettibile, senza sintesi, sgranato da tecnologie e amplificazioni auditive, silente, iconografico. Il corpo che parla.

Fa prendere corpo Roberto Corradino nel suo Knownone a un turbinio di motivi sottesi da un comune concetto sull’essere. Tracce di spaccati realistici edulcorati da cifre sui generis. Poetiche care a definite (e citate) “tradizioni” stilistiche spinte innestando di proprio.

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Lo spettacolo è strutturato da un laboratorio tenuto da Corradino al Teatro Kismet Opera di Bari. Le altre due, Sara Bevilacqua e un’ottima Filomena De Leo sono attrici di lungo corso. Cinque attori in tutto. Presenti coralmente, in duetti, trii, triangoli, tableaux vivents, presentazione, affondo, meccaniche. Un pastiche poetico, materializzato dall’introspezione sull’idea di assenza, rendendo al pubblico un raccoglimento in sé, la sintesi di una preghiera. Il rivisitare la propria vita lasciando fluire il ricordo. Il sottotitolo dello spettacolo “Roberto Corradino è morto” segnala l’espressionismo sul tema: la morte, il nonno dell’artista morì in Russia, in tempo di guerra. Ne porta il nome. Punto di partenza per rinascere. Morte e vita, e il teatro a dare carne, voce, materia a tutto ciò che vita lo è o lo rappresenta.

Un pastiche di stilemi, pratiche, dettagli e ‘campi lunghi’. In cui emergono le capacità attoriali di Corradino, indiscutibili, che fanno ombra tuttavia al resto del gruppo creando degli attori involontariamente spalla all’estro creativo e al talento del protagonista. Personaggi altri scaturiti dall’io.

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Snelle le scene relativamente alla costruzione registica-meccanica. Assemblaggio dalle ‘natività’ (i movimenti nati dalle improvvisazioni) laboratoriali montate con cura e dovizia di ‘pennellata’. Reiterate però alcune e inutilmente dilungate. Come eccessive appaiono alcune lungaggini alla fruizione generale dell’opera. In cui c’è tanto, e ogni cosa sembra vivere di vita propria, avere la propria dignità, indipendente, un motivo per ogni quadro e la sfrontatezza di un talento in cerca di ulteriore consenso. Si intravede De Berardinis, si specchia Del Bono, e si può rintracciare anche Nekrosius nella connessione tra attori e verticalità della scena. Distingui di una sapienza scenica confermata dalla pratica, dalla scioltezza, dalla plasticità sul palco. Ma individualmente scordata dal gruppo, sospinta oltre il limite. Non se ne avverte il bisogno, bisognerebbe invece canalizzarla in maggiore compiutezza formale, almeno. Perché di sostanza non ne manca, filtrata artificiosamente e intimamente, sicuramente in modo originale, ma asciugare le sbavature renderebbe più percettibile l’urgenza a monte.

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 Knownone (ou Roberto Corradino è morto)

Regia: Roberto Corradino

Con Sara Bevilacqua, Roberto Corradino, Filomena De Leo, Gabriele Montaruli, Giò Sada

Light Design: Giuseppe Pesce

Produzione: Reggimento Carri e Teatro Kismet Opera (Ba)

Visto al Teatro Kismet Opera il 5 gennaio 2015 – Bari

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