Culture, Storie e società, Viaggi — 04/08/2022 at 11:56

Il Castello d’Avio del FAI

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RUMOR(S)CENA – CASTELLO DI SABBIONARA D’AVIO – (Trento) – Si erge maestoso su uno sperone del Monte Vignola da oltre dieci secoli e la sua imponenza rivela la natura originaria di fortezza a difesa da eserciti nemici. Il Castello di Sabbionara d’Avio è uno dei manieri più antichi e suggestivi del Trentino donato da Emanuela Di Castelbarco al FAI nel 1977, la cui famiglia dei nobili di Castelbarco. Dal fondo valle (siamo nella Val Lagarina) transitando in treno o sull’autostrada del Brennero si scorge in tutta la sua architettura composta da mura merlate e torrioni al cui interno sono conservati preziosi affreschi che decorano gli interni della Camera dell’Amore e del Mastio dalla metà del Trecento. IL FAI lo apre al pubblico nel 1979 come primo bene aperto in Italia. Nel 1937 viene acquistato dal conte Emanuele Castelbarco Pindemonte Rezzonico che ne fa la sua residenza ufficiale. In occasione della Giornata del FAI del 2 giugno scorso, il Castello ha accolto i visitatori accompagnati da guide esperte. «Nel 1812 la conservazione del castello risultava in grave stato di abbandono ma durante la seconda guerra mondiale fu risparmiato dai bombardamenti. Celato alla vista per via che era ricoperto dall’edera che lo rendeva invisibile, una donna che transitava in treno durante il conflitto bellico disse di non averlo potuto vedere dal finestrino – spiega la guida che ci accompagna – e nel 1812 fu anche spogliato da tutto quello che era composto dal legno per volere di Carlo D’Ercole Castelbarco che lo fece prelevare al fine di ricostruire la casa di Loppio distrutta dalle truppe francesi. Il castello appariva sempre più un rudere abbandonato e non veniva più pagata l’imposta catastale».

Grazie ai restauri finanziati dalla Soprintendenza dei Beni Culturali della Provincia di Trento è possibile ammirare il valore degli affreschi nella Casa delle Guardie (a soggetto profano e databili all’incirca dopo la metà del Trecento). Raffigurazioni d’autore ignoto che rappresentano le glorie militari dei Castelbarco, scene guerresche utili per far conoscere quali erano le caratteristiche dell’armamento dei soldati nel Trecento. «Il castello non è mai stato espugnato per come è stato concepito grazie ai sistemi di difesa che impedivano l’accesso alla zona interna e presidiato dai soldati di guardia. Si possono notare ancora sulle mura i fori dei pontoni che supportavano le passerelle di legno sui cui erano posizionati i soldati che chiudevano dentro tra un varco e l’altro chiunque tentasse di entrare – prosegue la guida nella descrizione durante la visita – che rimanevano bloccati non potendo più uscire.

Un ingegnoso sistema difensivo». Nel donare il castello al FAI Emanuela di Castelbarco ha conservato per sé e per la discendenza diretta la facoltà di abitare la Picadora, la Torre in cui avvenivano le esecuzioni capitali. La storia del castello è ricca di citazioni storiche importanti e tra queste c’è quella di Tommasina Gonzaga: «Nel 1319 sposò Guglielmo Azzone Castelbarco e nel 1333 ospitò nel castello Carlo V di Lussemburgo il futuro imperatore. Donna colta appartenente alla famiglia nobile dei Castelbarco fu in grado di gestire da sola – racconta la guida mentre ci fa visitare il suo studio situato nella parte più alta del Mastio – l’amministrazione del feudo. Fu lei a commissionare gli affreschi della torre militare, la più antica risalente all’undicesimo secolo. Per accedere era possibile solo attraverso una scala a pioli e chi entrava aveva l’autorizzazione. Un’entrata a strapiombo voluta per rendere la Camera d’amore il luogo più inaccessibile del castello. Qui Tommasina sbrigava ogni giorno le sue pratiche». Il Castello di Sabbionaria d’Avio è stato raccontato da Alessandro Tamburini nel programma “Le meraviglie” di Rai Radio 3 che racconta la genesi del maniero ricco di affreschi del trecento come quelli della Camera d’amore affrescata dove è possibile ammirare un destriero indomito e cavalcato da amore che trafigge un’elegante dama. Affreschi databili tra il 1330 e il 1333. Il narratore cita anche una possibile visita di Dante Alighieri durante il periodo del suo esilio presso gli Scaligeri a Verona. Un racconto suggestivo della vita di questo magnifico castello come in un viaggio a ritroso nella storia.

Il Castello d’Avio raccontato da Alessandro Tamburini RAI RADIO 3

www.raiplaysound.it/audio/2021/02/LE-MERAVIGLIE-Castello-di-Avio-raccontato-da-Alessandro-Tamburini

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