Teatro, Teatrorecensione — 18/02/2013 at 22:36

Il colore rosso sangue che attraversa la storia dell’uomo in “Aneis in Italia”, originale versione del Lenz Rifrazioni di Parma

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Diciassette anni di festival internazionale e coraggioso. “Natura Dèi Teatri”, ventitré anni di produzioni culturali all’interno di uno spazio di archeologia industriale salvata in passato dal degrado e dalla speculazione, (ora però a serio rischio di chiusura) e per il terzo anno consecutivo la programmazione degli eventi realizzata nell’ambito del progetto “In Contemporanea Parma Festival” da tre realtà teatrali internazionali, Teatro Due, Teatro delle Briciole e Lenz Rifrazioni. Insieme, senza perdere ciascuno la propria identità e le proprie peculiarità, in un momento di profonda crisi dell’economia e della cultura, costruendo un percorso comune dedicato ai nuovi linguaggi e alla drammaturgia contemporanea. Il risultato sono sinergie e dialoghi premiati dal riconoscimento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e dal sostegno della Regione, della Provincia, del Comune di Parma, da sponsor prestigiosi e dalla collaborazione con l’Università degli studi di Parma, che ha attivato un osservatorio critico gestito dagli studenti del corso di Storia del Teatro.

Nell’edizione 2012 oltre venti creazioni contemporanee internazionali si sono ispirate al primo nucleo concettuale tracciato dagli ideatori del nuovo progetto triennale: “OvulO” è stato il primo tema per un festival declinato tutto al femminile. Quindici artiste provenienti da Islanda, Germania, Slovenia, Serbia, Francia, Italia, Inghilterra, Portogallo, Stati Uniti per interpretare la forza della creazione e della femminilità, la ciclicità della cellula che vive, viene fecondata oppure si dissolve per ritornare con i ritmi della natura. A questo tema seguiranno nel 2013 “Glorioso” e nel 2014 “I due piani”, in un ricercato richiamo all’opera del filosofo francese Gilles Deleuze.

Nell’ambito del festival la prima nazionale di “Aeneis in Italia” per la regia di Maria Federica Maestri e Francesco Pittitto, sulla musica live di Andrea Azzali, gli interpreti generosi Valentina Barbarini, Roberto Riseri, Pierluigi Tedeschi e il performer in video Giacomo Gazzelli, hanno portato in scena gli ultimi sei episodi di una narrazione iniziata l’anno precedente, con altrettante partizioni ricalcate sui dodici libri del poema epico scritto in latino da Publio Virgilio Marone tra il 29 e il 19 a.C.. Il seguito dell’Iliade vede l’arrivo di Enea, eroe della pietas scampato alla distruzione di Troia, in Italia, e rende mito l’impero di Augusto e la sua genealogia deificandola con la discendenza diretta dalla dea Venere. “Il compenso”, “Grigio piombo”, “Nipoti”, “Vari attacchi”, “La piccina”, “Spietato?” i capitoli dell’opera visuale e performativa, coproduzione di Lenz Rifrazioni e Festival Natura Dèi Teatri. Rosso sangue e morte, la retorica dei conflitti, fragore di esplosioni e guerrieri, vite bruciate, lutti e vittime, grovigli di corpi in continui richiami tra antichità e contemporaneità, tra gli anni di piombo del terrorismo e le antiche contese tra Enea e gli Italici, tra mito e storia, tra vero e falso, intorno ad un materasso ripiegato che è giaciglio e terra di conquista al tempo stesso…”Metto insieme quel che valgo/quel che sento, quel che posso/voglio volare fin su dalle stelle/ma restare chiuso dentro la terra”; così i combattenti, fino alla riconciliazione, all’invocazione del caos che sembra richiamare i nostri tristi tempi sempre in bilico tra passato e futuro. C’è tutta la visionarietà tipica della cifra stilistica a cui ci hanno abituato Maria Federica Maestri e Francesco Pititto nella loro ultima fatica portata in scena senza facili espedienti. E’ un magma fluido come lava incandescente e abbagliante che scorre dall’inizio alla fine della monumentale ricerca iniziata dal Lenz e che proseguirà nelle prossime stagioni.  Frammenti in cui la sapiente commistione di simboli, metafore e omaggi ad artisti quali Pasolini con la citazione visiva del suo “Salò, fino a riferimenti più vicini alla nostra contemporaneità e quanto accaduto in Italia  negli anni più oscuri e tormentati. Non c’è retorica o morale quanto un riuscito tentativo nel legare insieme in una rete invisibile la tensione esistenziale che da sempre scuote il genere umano in perenne bilico tra vita e morte. Si esce affranti da un’esperienza dove le emozioni ancestrali vissute e rievocate si fondono in una amalgama sapientemente dosata.

17 nd’t

performing arts festival

Parma, 1-9 dicembre 2012

visto al Lenz Rifrazioni Teatro di Parma

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