RUMOR(S)CENA – SOS CINEMA – Esegesi del film HILL OF VISION di Roberto Faenza – Il Cinema di Roberto Faenza è sempre stato trasgressivo .Fin dall’esordio con Escalation del 1968 con uno straordinario Lino Capolicchio, in cui si demoliva il capitalismo, mostrandone il potere di fagociitazione anche dei suoi figli ribelli. Oggi, epoca senza memoria, trasgredire è ricordare e allora Faenza volge lo sguardo indietro. Verso il tempo oscuro del nazifascismo, per estrapolarne – come già fece nel magnifico Jona che visse nella balena sullo scienziato olandese deportato da bambino Jona Oberski – una storia individuale, memoria di un tempo oscuro e simbolo di speranza. Quella di Mario Capecchi, genetista premio Nobel per la ricerca sul Cancro e oggi impegnato nello studio sull’ansia, anima lungamente divisa in due e quindi sofferente , fino a una ricomposizione duramente conquistata. Padre italiano fascista, madre americana antifascista deportata, finirà -dopo l’affidamento a una famiglia di montanari -per strada e poi in orfanotrofio. Finché la madre sopravvissuta ai campi di concentramento – ma non alla sua follia – lo condurrà in Amerca nella comunità di quaccheri del fratello (la HILL OF VISION del titolo). Restio ad ogni regola, tormentato dalla malattia mentale della madre,troverà una guida negli zii, genitori putativi finalmente degni di tal nome. Faenza con uno stile classico fuori dal tempo e dalle mode, firma un film molto bello, che pare arrivare da chissà dove e da chissà quando. Mostrandosi autore personalissimo, internazionale e antiprovinciale, sempre limpido anche nei percorsi oscuri. Iluminati – Faenza si dichiara ateo, nonostante sia ebreo battezzato – da una fede laica che tutto puo’. Film prezioso e generoso, pieno di luce.
Hill of Vision di Roberto Faenza
dicarlo confalonieri
Author: carlo confalonieri
Carlo Confalonieri, cinefilo-cinema mon amour, bomba atomica negli occhi, nel cuore, per azzerare l'effimero, far capire Lechoses de la vie e far di te l'uomo che visse due ...mila volte. Critico cinematografico - I pallini accanto ai film che vedevo e annotavo da bambino, divennero opinioni punti di vista confronti, Poi articoli su periodici che mi resero pubblicista. Milioni di film visti rivisti ripensati. Miliardi di immagini idee emozioni, che oggi riverso in recensioni sui social e presentazioni nei cinema, insostituibili templi laici dell'inconoscio collettivo.
Regista teatrale - Il teatro altro amore. Regie e teatro fatte con occhio al cinema: Il borghesario; Victor di Vitrac; Giorni Felici - Quella volta di Beckett; I costruttori di imperi di Vian; Oneiros - Lo schermo sognato e Gli orribili errori della dottoressa K (entrambi in collaborazione visual con Ugo Locatelli); Double; Anni d'amore da Cechov; L'amico giapponese, Desdemona si specchia nel dolore; Le muse dagli scritti poetici di Stefano gentile; Bianco - Studio sulla follia. Bergman Interiorrs- Scie D'amore ; Vespro Selvaggio messe in scena al Teatro Studio Museo del Cinema LA PIRATE di Piacenza