ALTRITEATRI — 28/02/2024 at 09:28

“Trovarsi…quando si è qualcuno”, un doppio Pirandello tra teatro e realtà

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RUMOR(S)CENA- CATANIA Straniante ed intrigante al Teatro del Canovaccio di Catania, per la stagione di prosa 2023/2024 “Reazioni”, l’adattamento e la rielaborazione del regista Marco Longo di due drammi di Luigi Pirandello assemblati in un unico spettacolo dal titolo  “Trovarsi…quando si è qualcuno”, proposto nella storica ed accogliente sala di via Gulli 12 a Catania. Una pièce all’insegna del pensiero pirandelliano, del contrasto tra realtà e finzione, tra l’essere e l’apparire, tra le tante maschere ed il nostro essere pupi, tra il volersi trovare e la voglia di uscire fuori dalla statua immobile – costruita dalla società e dalle convenzioni – dell’essere qualcuno.

Altro momento della pièce- Foto Agatino Dipolito

Nei due atti, di circa due ore, il pubblico in sala assiste ad una messa in scena piacevole ed intelligente grazie ad un affiatato cast e soprattutto ad una rielaborazione scenica, un adattamento ed una regia che, con scorrevolezza destrutturano i due drammi pirandelliani “Trovarsi” e “Quando si è qualcuno” facendo incontrare e dialogare i loro personaggi, facendo interagire soprattutto l’autore, Pirandello, con i protagonisti dei due drammi: lo scrittore stanco del suo ossessionante ruolo di chi è diventato qualcuno e la famosa attrice che vive solo nell’interpretare i suoi personaggi sulla scena e che, nella vita reale, non riesce a trovarsi.

Stefania Micale e Saro Pizzuto – Foto Agatino Dipolito

I due testi dialogano tra loro in una perfetta autonomia di significato e di messaggio: Trovarsi è il dramma dell’attrice (Donata Genzi), scritto da Pirandello nel 1932, ispirandosi alla sua esperienza di capocomico e alla figura femminile tormentata e sofferta che era Marta Abba, mentre “Quando si è qualcuno” del ’32-‘33, è il dramma dell’autore, dove un noto scrittore divenuto personaggio, “Qualcuno”, per la fama acquisita e per le aspettative che si alimentano su di lui, imbalsamato dalla sua stessa fama in se stesso e che sente il bisogno di un’altra vita, di nuovi stimoli, di un amore svincolato da ruoli fissi e che si inventa un alter ego, Delago, la sua nuova e giovane identità.

Su una scenografia classica e malinconica e sulle delicate musiche di Alessandro Cavalieri, la fusione, l’intersecarsi dei due drammi è tutt’altro che macchinosa e confusa e mira a mettere in risalto lo spessore, il pensiero dell’Agrigentino abile nell’intrecciare le vicende dei due protagonisti (il vecchio ed insoddisfatto scrittore e l’amata attrice) e tutto avviene facendo viaggiare in parallelo tematiche quali il contrasto-conflitto tra l’essere e l’apparire, tra la realtà e la finzione, tra la vita e la forma, tra il teatro, la realtà e le convenzioni sociali.

Foto Agatino Dipolito

Si tratta di una rielaborazione, quella di Marco Longo, indubbiamente complessa, quasi azzardata, ma ben riuscita e che fa muovere, tra il pubblico e in scena, i protagonisti delle due storie: il vecchio scrittore “Qualcuno”, reso con assoluta padronanza da Saro Pizzuto, l’attrice Donata Genzi delineata con efficacia ed eleganza da Stefania Micale, l’innamorato di Donata, Elj, interpretato con fermezza da Gianmarco Arcadipane. Completano il cast la convincente Carmela Silvia Sanfilippo nei panni di Veroccia, Fiorenza Barbagallo (l’attrice e Giovanna), Salvo Musumeci che interpreta con rigore e naturalezza i tre ruoli del direttore di scena, di Pietro e del dottore,  Agata Raineri (l’attrice e Valentina) e Giovanni Zuccarello, abile nei panni dell’attore, di Tito e del conte Mola.

Prodotto dal Teatro del Canovaccio, il lavoro risulta gradevole nonostante la complessità dei temi dei due drammi e grazie all’attento e rispettoso adattamento, al tocco registico di Marco Longo (ispiratosi nella sua lettura alla composizione dei “Sei personaggi in cerca d’autore”) che da la giusta cadenza agli interpreti, realizzando così un intelligente ed apprezzabile mix di situazioni, di persone e personaggi, di teatro e vita, di battute tra un testo e l’altro. Eleganti i costumi di scena, ben sincronizzati fonica e luci del Teatro del Canovaccio, prezioso l’aiuto regia di Rita Stivale.

La rappresentazione permette al pubblico di navigare nell’universo in continuo divenire del pensiero pirandelliano dove a muovere i fili è sempre l’Agrigentino e dove lo scrittore “Qualcuno” prende per mano la rigorosa Donata Genzi ed insieme arrivano al finale pirandelliano della vicenda, tra gli applausi ed i consensi degli spettatori presenti.

Visto il 25 febbraio 2024 al Teatro del Canovaccio di Catania

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