Teatro, Va in scena a — 24/01/2012 at 10:56

L’Avaro parla al microfono con la voce di Ermanna Montanari. Il Teatro delle Albe al Santa Chiara di Trento

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Un Avaro dalle sembianze al femminile dove Arpagone parla ad un microfono.  Arriva a Trento il Teatro delle Albe di Ravenna con il suo originale allestimento de “L’Avaro” di Moliere, con una straordinaria interprete qual’è Ermanna Montanari e la regia di Marco Martinelli. La stagione del Santa Chiara di Trento ospita da giovedì 26 a domenica 29 gennaio la Compagnia del Teatro Delle Albe, reduce da un tournée di successo in tutta Italia. Il tema del denaro è ancora al centro dell’attenzione, dopo aver visto “L’Affarista” tocca ora a “L’Avaro”. Il genio di Moliere si manifesta in questa commedia giustamente considerata un capolavoro del teatro di tutti i tempi. Un dramma tragico in cui l’autore, sotto il velo della forma comica, sferza a sangue i difetti, i vizi, le cattiverie e gli errori che possono rendere ridicola la famiglia, odiosa la vecchiaia, indebita l’autorità paterna.

Il denaro è un fantasma che circola tra esseri umani che cercano di nascondersi, gli uni agli occhi degli altri, in un mondo dove pubblico e privato sono inesorabilmente confusi. E l’avido Arpagone ha il volto e la voce di Ermanna Montanari, un piccolo sovrano che governa una corte popolata di larve. La sua voce troneggia e domina, amplificata da un microfono che assume la valenza di uno scettro, feticcio di un potere gelosamente custodito. In una sorta di grottesco cabaret senza sorriso, la monomania del protagonista diventa metafora di una società senza scrupoli, gretta e priva di valori. Ritmi ossessivi e ripetitivi trasformano i personaggi in fantocci disarticolati, vittime della loro stessa ipocrisia e vanità. E l’intervento finale del regista, che agisce come un “deus ex machina”, sottolinea l’artificiosità dell’immancabile lieto fine.

Gli autori Marco Martinelli ed Ermanna Montanari spiegano che «in questa commedia sul denaro, il denaro non c’è. Se ne parla sempre, ma non c’è. Meglio: non si vede. E’ invisibile, come un dio. E’ il dio di quella miserabile religione di cui Arpagone è l’officiante. E’ un fantasma che circola tra gli esseri umani in carne e ossa. E’ sottoterra, sepolto in giardino. Visibili sono gli esseri umani, anche troppo. Cercano di nascondersi gli uni agli occhi degli altri, ma non ce la fanno. Il privato e il pubblico, il segreto e lo spiattellato, sono inesorabilmente confusi. Non è possibile nessun genere di intimità. In questa commedia, in questa “casetta”, tutti spiano tutti. Arpagone è l’avido, l’avaro, l’ossesso. E gli altri? Non si tratta di leggere al nero Molière, lo si sa da un pezzo, Molière è cupo come la notte, come il manto di Scaramouche, e soprattutto in questa commedia che Copeau definiva “la più dura, la più cattiva”. Tutti desiderano lo scettro del potere, nel nostro caso quel microfono che amplifica la “voce del padrone”, tutti vorrebbero sostituire il cupo signore di quella casa, o accomodarsi a fianco di un nuovo reggente. Arpagone è un piccolo sovrano con la sua corte popolata di larve, la sua voce troneggia, ma a differenza di Macbeth non verrà sgozzato, dato che il finale non può che essere lieto, e qui è fin troppo di maniera, con modi che echeggiano i finali posticci e avventurosi di tanta tradizione, e alle nostre orecchie richiamano molto da vicino i ricongiungimenti familiari che ci ammanisce in serie la televisione.»

 

Insieme ad Ermanna Montanari recitano Loredana Antonelli, Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Laura Dandoli, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Michela Marangoni, Alice Protto, Massimiliano Rassu, Laura Redaelli e lo stesso regista, Marco Martinelli. Le scene sono di Edoardo Sanchi e i costumi di Paola Giorgi. Luci di Francesco Catacchio ed Enrico Isola, musiche originali sono di Davide Sacco.

Giovedì 26 gennaio (turno A) e sarà replicato, sempre in orario serale, venerdì 27 (turno B) e sabato 28 (turno C) alle 20.30. Domenica 29 ore 16.00 (turno D).

 

Venerdì 27 gennaio alle ore 16.30 al Teatro Sociale l’appuntamento con L’Osservatorio Teatrale – Theatrum Philosophicum, laboratorio critico realizzato, in collaborazione con il Centro Santa Chiara, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Un approfondimento curata dalla professoressa Sandra Pietrini, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo. Interverranno il professor Marco Consolini dell’Università di Paris III, il regista Marco Martinelli, Ermanna Montanari e gli attori della Compagnia Teatro delle Albe. L’ingresso è libero.

Crediti fotografici di Claire Pasquier

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