musica e concerti — 21/12/2023 at 08:50

NODE Festival, un incontro tra suoni e immagini

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RUMOR(S)CENA – MODENA – NODE festival, appuntamento a cadenza biennale dedicato alle interazioni tra musica elettronica e arte visuale digitale, arriva alla undicesima edizione distribuita in quattro serata molto varie per tematiche e soluzioni proposte

La seconda serata vede l’esibizione di tre performances molto differenti tra loro, con due di queste dedicate a strumenti acustici, dove l’intervento digitale è limitato, mentre la parte visiva rimane sempre preponderante .

Apre la serata la prima italiana di Kelly Moran, pianista e compositrice statunitense, che da anni porta avanti una ricerca musicale sulle sonorità del pianoforte preparato, con il suono alterato da vari oggetti posti sopra o sotto le corde, fondendo i mondi della decostruzione elettroacustica e del minimalismo classico e armonioso.

Attingendo alle tecniche di grandi precursori della sperimentazione per pianoforte, come John Cage e Henry Cowell, Moran propone un concerto tutto basato sull’uso del Disklavier piano, strumento dotato di sensori di registrazione elettronica e della capacità di riprodurre automaticamente i brani, con cui espande enormemente le possibilità sonore dello strumento, pur conservando un suono puramente acustico e non manipolato da interventi meccanici. Partendo da un omaggio ad una composizione di Sakamoto, la musica si dipana in un flusso melodico dolce e morbido, fatto di note semplici e lineari, molto distanti dalle consuete tematiche minimali proposte dalla Moran, ma che sono esaltate dalla componente visiva di accompagnamento: nel grande schermo alle sue spalle scorrono immagini di strutture astratte in continuo movimento ed evoluzione, in un tripudio di colori tra suggestioni impressionistiche e psichedeliche.  Il connubio tra immagini e suoni crea un binomio coinvolgente e onirico, che avvolge completamente l’ascoltatore.

Il secondo concerto vede un cambio totale di atmosfere e suoni, con il duo SYNSPECIES, costituito da Elias Merino e Tadej Droljc. Merino è un ricercatore musicale spagnolo dedicato alla sperimentazione sonora informatica mentre Drolic, origine slovene e basato a Londra, è un artista audiovisivo che propone una ricerca creativa sull’intersezione tra suono, immagine e luce, grazie alla manipolazione in tempo reale delle immagini, in un rapporto non gerarchico, e quindi bidirezionale, tra suono e immagine. La musica diventa oscura, metallica, tra glitch e suoni industriali, mentre le immagini sottolineano le note glaciali con strutture geometriche e galassie luminose in bianco e nero in perenne mutazione, che evolvono in dinamici, policromi quadri, tra momenti di calma ed esplosioni improvvise, fatte di suoni profondi e bassi. Inquietante ma immersivo e totalizzante, lo spettacolo fonde perfettamente l’aspetto visivo a quello sonoro.

Chiude la serata lo spettacolo proposto da un interprete originale e inconsueto, il norvegese Bendik Giske, uno dei più dotati sassofonisti, dal punto vista tecnico, attualmente in circolazione, scaturito dalla grande fucina di sperimentatori dello strumento presenti in Norvegia, come Rolf-Erik Nystrom e Håkon Kornstad. In una atmosfera oscura rotta da luci soffuse e fumi, Giske, vestito di impermeabile nero di pelle, stivali con tacchi altissimi e abito lungo da sera, si esibisce in un flusso di note ininterrotte, fatto di scale ripetitive e incessanti, grazie all’uso della respirazione continua per tutto lo show. E’ un loop infinito e ipnotico in cui ogni gesto e ogni respiro è parte integrante della performance. Grazie all’uso di microfoni speciali disposti sullo strumento viene reso udibile ogni tocco sui tasti, non importa quanto delicato, aggiungendo una dimensione percussiva inusuale al suono del fiato. La parte visiva in questo caso non è digitale ma creata dell’alternanza di chiaroscuri scaturita dalla illuminazione, che mette in primo piano la forte teatralità della figura di Giske.

Visto l’ 8/12/2023, Teatro Storchi , Modena

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