musica e concerti — 21/12/2023 at 08:29

NODE Festival, un incontro tra suoni e immagini

di
Share

RUMOR(S)CENA – MODENA – NODE festival di Modena, è l’appuntamento a cadenza biennale dedicato alle interazioni tra musica elettronica e arte visuale digitale, diventato in pochi anni uno dei punti di riferimento europei per la ricerca audiovisiva.

(NODE festival 2023)

La serata conclusiva vede l’alternarsi sulla scena di tre progetti molto vari e differenti per atmosfere e tematiche, come peraltro in tutte le serate del festival. L’apertura è affidata all’artista turco Cevdet Erek, uno sperimentatore dello spazio sonoro, architetto, educatore, musicista, tecnico del suono e designer , che utilizza l’interfaccia tra suono, spazio, percezione e tempo, tra installazioni site-specifc e ambienti sonori. Erek dalla sala sale sul palco davanti al sipario abbassato e in piena luce, imbracciando il davul, un grande tamburo a doppia faccia tipico della musica tradizionale turca. Suonato in maniera tipica con mazza da un lato e bacchetta dall’altro, Erek propone un semplice tema percussivo ripetitivo, fatto di toni profondi da un lato e riverberi della bacchetta dall’altro, e l’unica interazione elettronica è l’uso a brevi tratti di uno speciale microfono che amplifica e moltiplica le profonde vibrazioni della membrana, distorcendone il suono a simulare le sonorità della tecno. Una performance breve ma intensa, forse solo un po’ fredda e distaccata rispetto ai livelli di questo festival.

(NODE festival 2023 – Cevdet Erek)

Nel secondo concerto della serata il collettivo torinese SPIME.IM, dedicato alla sperimentazione dell’arte visiva digitale, immerge il pubblico in un mondo spersonalizzante, dove la parte visiva diventa elemento fondamentale mentre la musica elettronica sottolinea e commenta in maniera efficace le tematiche proposte dai video. La proposta trae spunto da foto di persone, paesaggi, città, simboli di grandi griffe, che scorrono a velocità vorticosa in un fotomontaggio che sovrappone in poche frazioni di secondo i volti, i corpi, gli edifici, in un morphing di forte impatto visivo ed emotivo.

(NODE festival 2023 – collettivo torinese SPIME.IM)

Le tematiche denunciano gli orrori della guerra, del militarismo, dell’ossessione estetica corporea, tra scenari di parate militari, dittatori e leader politici che si trasformano uno nell’altro, paesaggi urbani degradati, discariche di rifiuti, in un crescendo ininterrotto perfettamente accompagnato da musiche e ritmi martellanti, che sottolineano la follia del mondo contemporaneo. Uno spettacolo dal forte impatto visivo e acustico, un pugno dello stomaco che lascia senza fiato e cattura magneticamente lo sguardo senza permettere un attimo di tregua.

(NODE festival 2023 – collettivo torinese SPIME.IM)

Il concerto finale cambia totalmente l’atmosfera. Il pubblico viene immerso in un mondo ovattato e onirico, grazie ad un nuovo progetto multimediale di Caterina Barbieri, grande ricercatrice e innovatrice della musica sintetica modulare, che , assieme al duo di Manchester Space Afrika, creatori di atmosfere cupe e notturne dalla ritmica destrutturata, danno vita ad uno spettacolo in cui sono parte integrante gli  interventi scenografici di MFO, ossia Marcel Weber, creatore di scenografie luminose affascinanti, e di Ruben Spini, artista multimediale e  ricercatore sui temi della comunicabilità e della percezione. Ne scaturisce un universo coinvolgente ed ammaliante, fatto di sonorità dolci e morbide, con Barbieri, presenza scenica eterea, che ricama sottili melodie alla chitarra e alla voce sul ricco tappeto sonoro creato da Space Africa.

(NODE festival 2023 – Caterina Barbieri e il duo di Manchester Space Afrika)

Dal buio scaturiscono pennellate luminose, che attraversano i fumi emessi sul palco e disegnano sulle ombre degli attori sul palcoscenico strutture astratte e lame colorate. In primo piano la sottile silhouette di Barbieri, che si muove felina fino al momento in cui emergono le parole della poesia declamata da Spini, proiettate su tutte le balconate del teatro a 360 gradi creando uno scenario fatato. Uno spettacolo immersivo che fonde perfettamente la musica agli effetti visivi e concretizza perfettamente e in modo elegante quello che la Barbieri stessa invoca come suo intento artistico: <<Quando ascoltiamo un suono diventiamo quel suono, perché fisicamente entriamo in risonanza con quella vibrazione dell’etere, quell’onda. È un principio fisico semplice ma è anche la chiave della natura estatica della musica: il suono ci trasporta al di fuori dei limiti della nostra fisicità individuale, del nostro ego, e in questo processo abbracciamo una dimensione più ampia e collettiva, che trascende l’umano, il terrestre, e diventa prospettiva cosmica>>. Parole che spiegano meglio di ogni descrizione l’emozione che ha trasmesso questo spettacolo.

Una meravigliosa conclusione per quello che si conferma come uno dei migliori festival di arti digitali.

Visto il 9/12/2023, Teatro Comunale Pavarotti-Freni, Modena

Share

Comments are closed.