Teatro, Va in scena a — 21/03/2012 at 09:46

I fratelli Karamazov di Dostoevskij al Teatro Massimo di Cagliari. Prima edizione del Festival della filosofia

di
Share

Va in scena in prima nazionale dal 21 al 27 marzo al Teatro Massimo di Cagliari, il nuovo allestimento de I fratelli Karamazov dal romanzo di Fëdor Dostoevskij, drammaturgia di Roberta Arcelloni e Guido De Monticelli che firma anche la regia. Una produzione del Teatro Stabile della Sardegna -Teatro Metastasio Stabile della Toscana. In concomitanza con la messa in scena del capolavoro di Dostoevskij, si svolgerà la prima edizione del Festival della Filosofia realizzato in Sardegna che si svolge dal 24 al 27 marzo, curato da Roberta De Monticelli e Pier Luigi Lecis, dal titolo “La legge la libertà la grazia”, in collaborazione con L‘Università degli Studi di Cagliari. Partecipano Remo Bodei, Gustavo Zagrebelsky, Sergio Givone, Vito Mancuso, Margherita Pieracci Harwell.

Nei Fratelli Karamazov recitano Valentina Banci, Francesco Borchi, Daniel Dwerryhouse, Corrado Giannetti, Elisa Cecilia Langone,Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Paolo Meloni, Silvia Piovan, Cesare Saliu, Mariagrazia Sughi, Luigi Tontoranelli. Le scene sono di Lorenzo Banci e Federico Biancalani, i costumi di  Zaira De Vincentiis, le musiche  di Mario Borciani, le luci di Loïc François Hamelin. Assistente alla regia Rosalba Ziccheddu. Le musiche sono state eseguite da Beatrice Palumbo, Camilla Capolla,soprani,Valeria Gelfi, contralto, Beniamino Borciani, contralto e tenore, Diego Ceretta e Francesco della Volta violini, Francesca Danesi, viola, Rustem Smagulov, violoncello, Daniele Giampaolo, contrabbasso.

Dopo le recite a Cagliari, I Fratelli Karamazov verrà rappresentato al Teatro Metastasio di Prato dall’11 al 22 aprile. Lo spettacolo, inserito nella Stagione del Teatro Stabile della Sardegna e nella Stagione Cedac, è un tappa importante del percorso che ha visto le due compagnie stabili unirsi in un unico progetto (la stessa compagnia è stata diretta, qualche mese fa, da Paolo Magelli ne “Il Giardino dei ciliegi” di Cechov).

 

Il regista Guido De Monticelli nelle sue note di regia cita una frase dal testo di Karamazov: «Se anche dovesse rimanere un solo buon ricordo nel nostro cuore, anche quello potrebbe servire un giorno per la nostra salvezza», – con queste parole – «Alëˇsa, il più giovane dei fratelli Karamazov, si rivolge alle sue più care creature, ai bambini che, sul finire del libro, hanno accompagnato la piccola bara del loro compagno Iljuˇsa, morto di tisi, nel suo ultimo viaggio. È il “discorso presso la pietra”, che Alëˇsa pronuncia a coloro che presto saranno uomini, e nel quale è chiara l’allusione a un altro famoso discorso, il Discorso della Montagna.»

 

 

 

Un manipolo di bambini scorrazza per le pagine dei Fratelli Karamazov. Sono lo specchio di un’innocenza spesso oltraggiata e violata, che farà dire a Ivan Karamazov al fratello Alëˇsa: «…se le sofferenze dei bambini servissero a raggiungere la somma delle sofferenze necessarie alla conquista della verità, allora io dichiaro che tutta la verità non vale quel prezzo».

Il regista spiega anche che I fratelli Karamazov, ultimo romanzo di Dostoevskij, completato nell’ultimo capitolo solo pochi mesi prima della sua morte:  «sono un grande palcoscenico dove il tema del male si dibatte e viene dibattuto in tutte le sue varianti, in una “orchestrazione polifonica” – secondo la definizione di Bachtin – che mette a nudo e dispiega una pluralità di concezioni etiche, filosofiche, sociali e politiche. Sullo sfondo la figura luminosa di padre Zosima, presso il cui monastero il giovane Alëˇsa fa il suo noviziato. Ma Alëˇsa viene mandato nel mondo dal suo padre spirituale, lontano dalla dolcezza del maestro, dove c’è più bisogno di lui, là dove si consuma un’azione divorante e torbida in cui sono implicati i fratelli e il padre e una miriade di altre creature intrappolate nell’eterna lotta tra il bene e il male: è un lacerante viaggio nell'”umano” nel quale la conoscenza che il giovane, dotato di amore evangelico, fa dei fratelli – Dmitrij, assatanato dall’eros come il padre, ma anche capace di grande nobiltà, e Ivan, preda di una libido della ragione che lo porta a farsi negatore di Dio – si fa frutto amaro e insieme dolcissimo di rinnovamento spirituale. Ivan vuole restituire a Dio il biglietto per quel paradiso che costi la sofferenza anche a un solo bambino. Ma in Alëˇsa, che eredita la parola di padre Zosima, si incarna il sogno di Dostoevskij, e il presagio che il regno di Cristo si instaurerà sulla terra e non in un ipotetico aldilà, perché l’amore universale vincerà il dolore e la morte e la terra tornerà come alle origini.»

Il Festival  della Filosofia nasce da un’idea del Direttore artistico del Teatro Stabile della Sardegna e dall’iniziativa di Roberta De Monticelli – formatasi alla scuola del grande filosofo analitico recentemente scomparso, Michael Dummett -, filosofa di fama internazionale, per molti anni.

Nel presentare il Festival della filosofia i curatori spiegano che «non c’è forse lingua e cultura, come quella russa, in cui la meditazione spirituale si sia tanto profondamente intrecciata con la letteratura, e non c’è forse altro Paese al mondo in cui scrittura e poesia siano tenute in luogo di pensiero metafisico, morale e spirituale, e come tali appassionatamente amati, nell’impegno di tutta la mente e di tutto il cuore. Dai Racconti di un pellegrino russo alla profonda meditazione teologico-metafisica di Pavel Florenskij, da Soloviev – forse il modello del più giovane dei fratelli Karamazov – a Berdjaev e a molti altri astri della galassia spirituale russa. Il festival rende omaggio alla grande ala di gabbiano che attraversa il pensiero russo, e ne illumina anche la scena teatrale. Il metodo tuttavia è quello classicamente socratico: ogni giornata prevede non un monologo ma un dialogo su un tema che, anche quando affonda una radice nei classici del pensiero russo, investe in pieno la nostra inquieta attualità e il nostro profondo bisogno di rinnovamento morale, intellettuale e civile. La formula del dialogo, che è anche la forma di un ponte fra l’Isola e il Continente».

Il programma completo del Festival è pubblicato sul sito del Teatro Stabile della Sardegna

 

Informazioni e prenotazioni: tel. 070 6778129

biglietteria@teatrostabiledellasardegna.it

www.teatrostabiledellasardegna.it

 

 

Share

Comments are closed.