Chi fa teatro, Teatro, Teatrorecensione — 20/11/2015 at 09:15

Made in Italy: una Babilonia di linguaggi

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PONTE A MORIANO (Lucca) – Dentro l’interessante stagione autunnale “Qualcosa si muove” di SPAM, diretta da Roberto Castello, dove trova posto il teatro, la danza, la musica, letteratura e videoarte, abbiamo visto Made in Italy, un lavoro pluripremiato (Premio Scenario 2007), che ha anche ottenuto diversi riconoscimenti, tra i quli anche l’UBU ed altri premi nazionali.  Lo spettacolo  racconta o meglio fotografa un’Italietta che ahinoi purtroppo ancora c’è. Del resto il secondo Ventennio non può che avere una o nove code e si sa fin dalle favole di Fedro, che nella coda dello scorpione c’è il veleno. Si presentano così Adamo ed Eva, Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, nudi e poi, una volta rivestiti, si travestono per scatenarsi in pseudo danze, dove i corpi risuonano in volgari passetti, smorfie e trasfigurazioni con uso di micro oggettistica di luci al neon, utilizzata come da fiera paesana per mettere in risalto pubi, seni, sederi. Partono a raffica, in cinque sequenze, lunghi elenchi che i due si rimpallano, apparentemente senza senso, partendo da bestemmie rigorosamente dialettali del nordest (il gruppo è veronese) in forma ora di allitterazione ora di litania o di mantra.

Dentro la marmellata linguistica c’è un po’ di tutto ciò che passa di luoghi comuni e frasi strafatte, che i due attori performer si scambiano a forma di dialogo, tormentone, in loop. Sono micro sequenze – scatti fonico fotografici un po’ videoclip, un po’ zip fra canali televisivi, registrazioni di sfoghi da beoni o no, comunque targati bar sport o famiglie al desco serale davanti la televisione. Ci sono dentro invettive razziste, omofobe, fasciste, blasfeme. Fra un porco qui e un porco là, inserti di partite di pallone, il Bocelli roboante che “partirà con te”- che non si sa chi sia lei io lui e per chissà dove. Made in Italy è uno sbocconcellamento di sintagmi visivi, sonori e frastici dove si comprende l’inizio ma non si sa dove si va a parare. E’ orecchiamento, spezzatino di programmi video, un blog scalcinato senza capo né coda, dove le emozioni scaturiscono da rumore, noia, trash e infine, discorsi a vanvera e pessima musica, nel silenzio sconcertante dopo tanta baldoria di non sense, nel finale in scena a sorpresa, vengono deposte statuine di Biancaneve con sette nani-o settanta?

Made In Italy  crediti di Marco Caselli Nirmal
Made In Italy crediti di Marco Caselli Nirmal

Quanti ce ne sono a contarli, nei giardinetti di villette a schiera oppure no, terrazze, ville di parvenue, anche questi in decalogo-catalogazione fine a se stesso. Se fosse la restituzione di messaggi registrati dentro un cervello umano così, senza alcun filtro, ci sarebbe da preoccuparsi per la salute mentale del soggetto: un elettroencefalogramma semi piatto? Una nuova forma di dipendenza da curare ai SERT? Oppure  una reinvenzione imbellita tratta dalla poesia “La passeggiata” primo novecentesca di Palazzeschi? In realtà qui pare che i soggetti scandagliati dai Babilonia Teatri e messi a nudo, siano un gruppo sociale parecchio diffuso, molto Made in Italy, e molto molto attuale appunto. Solo Rodrigo Garcia col suo urlo anticonsumistico, incavolato nero, potrebbe in qualche modo riecheggiare tanta deprecazione e irrisione su mode e modi così italiani. Troppo italiani. E quindi la preoccupazione così ossessiva e di lungo corso potrebbe farsi anche virale. Specie riflettendo sul fatto che la stessa sera e nella stessa ora di quel venerdì a Ponte a Moriano, un borgo italiano, principalmente noto per un Ponte, cosiddetto del Diavolo sul fiume Serchio, così caro all’Ariosto e al Pascoli, a Parigi si è commessa una strage contro l’Occidente per mano  dell’ ISIS.

Babilonia Teatri, di e con Valeria Raimondi e Enrico Castellani
Scene Babilonia /Gianni Volpe
Coproduzione Babilonia Teatri/ Operaestate Festival Veneto
Stagione autunnale “Qualcosa si muove”- SPAM in collaborazione col Comune di Lucca
Visto a Teatro Nieri di Ponte a Moriano il 13 novembre 2015

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