musica e concerti, Recensioni — 18/09/2021 at 09:33

I “cigni” della Baltic Sea Philharmonic diretti da Kristjan Järvi suonano “danzando”

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RUMOR(S)CENA – MERANO (Bolzano) – La Baltic Sea Philharmonic e il suo direttore Kristjan Järvi (ne è anche il fondatore) hanno offerto al Kursaal di Merano nell’ambito del Südtirol festival (il cui direttore artistico è Andreas Cappello) un concerto strepitoso, entusiasmante, giocoso, travolgente, capace di suonare un impaginato dedicato alla figura del cigno in cui gli autori scelti sono stati elevati alla massima potenza! Senza spartito ed è questa la caratteristica più sorprendente – ma non solo – da parte del direttore, quanto aver assistito ad un’esecuzione senza leggio e partitura da parte di tutti i giovanissimi orchestrali. Un Lago dei cigni” di Ciaikovskij (celebre balletto famoso in tutti i teatri d’opera del mondo dove è stato coreografato e danzato da celebri artiste e artisti della danza mondiale), concertato, diretto e magistralmente eseguito come una sinfonia dai toni “rock” nel particolare e originale arrangiamento di Kristian Järvi: termine, quest’ultimo idoneo e corrispondente nello spiegare come sia stato l’ascolto arricchito da una gamma inedita di timbri, colori, tonalità, miscelate in modo originale e inedito.

 ©BMEF/Bernd Possardt

I musicisti, tutti dotati di un talento di altissimo livello, hanno suonato a memoria riuscendo perfino a danzare con i loro strumenti, sorridendo al loro direttore, e lo stesso Järvi si è concesso senza risparmiare nulla della sua prodigiosa energia che il pubblico ha voluto riconoscere con il tributo di standing ovation per oltre quindici minuti di applausi, in piedi, come a significare un gesto di ringraziamento fisico nei loro confronti. Un direttore che ha fatto avanzare sulla ribalta del palco tutti i suoi orchestrali, uno alla volta, facendoli diventare protagonisti insieme alle prime parti per ricevere il meritato riconoscimento.

Nel programma di sala (un corposo catalogo del Festival con 30 appuntamenti tra proiezioni di film, concerti per solisti, ensemble, quartetti, orchestre sinfoniche) viene posto un interrogativo: ” Ma i cigni sanno cantare? Non può essere un caso che il loro nome tedesco “Schwan” derivi proprio dal latino “sonus”. Un filo conduttore capace di attraversare opere musicali in cui il cigno è protagonista in diverse interpretazioni da parte di tre compositori.

La Baltic Sea Philharmonic ha eseguito in apertura di serata di Jean SibeliusIl cigno di Tuonela opera 22 le cui note inconfondibili del compositore finlandese evocano in modo suggestivo le atmosfere dei paesaggi nordici e la mitologia della cultura della sua terra. Tuonela non è altro che il regno lugubre dell’isola della morte e di un mitologico cigno nero che sorvola come un funesto presagio. Melodie nostalgiche sfumate nei cantabili del violoncello (strepitoso e talentuoso chi lo suonava, dotato di un’eleganza del suono di rara finezza). Un prologo che ha fatto intendere di cosa sono dotati i giovani orchestrali tutti in camicia bianca e due minuscole alette legate intorno alle loro braccia. Completava il programma l’esecuzione di Swansong di Arvo Pärt. Nel 2001il compositore ha messo in musica il “Littlemore Tractus” di John Henry Newman per organo e coro misto, un mottetto che ha poi arrangiato in forma orchestrale con il titolo “Canto dei cigni”.

 ©BMEF/Bernd Possardt


Sabato 18 settembre alle 20.30 l’omaggio al centennale della nascita del “tanguero” Astor Piazzolla il Mariinsky Stradivarius Ensemble si esibirà al Kursaal di Merano

Il Mariinsky Stradivarius Ensemble, composto dai migliori archi dell’orchestra Mariinsky di San Pietroburgo e diretto da Lorenz Nasturica-Herschcowici. Il programma prevede un’ouverture avvincente. “Intro: & Allegro – niente strutture complesse, ma in compenso una fuga indiavolata punteggiata di ogni genere di scherzi e contrappunti”. Con queste parole Edward Elgar commenta il proprio brano scritto nel 1905 su commissione della London Symphony Orchestra.

Lorenz Nasturica-Herschcowici Vladimir Blank

Segue la Serenata in mi bemolle maggiore che Josef Suk, appena diciottenne, scrisse per il suo maestro Dvorak, che gli aveva commissionato uno studio compositivo per le varie tonalità maggiori. Ma il momento culminante della serata è un omaggio a Astor Piazzolla, che con il suo “tango nuevo” fece uscire questo genere dai locali notturni, aprendogli i sipari delle sale da concerto. “La mia musica – scrisse il “tanguero” – fa pensare sia chi ama il tango, sia chi ama la buona musica”. Ne sono un esempio fulgido le „Cuatro Estaciones Porteñas“, quattro brani di tango proposti come contraltare sudamericano alle “Quattro stagioni” di Vivaldi.

Mariinsky Stradivarius Ensemble crediti foto Natasha Razina Mariinsky Theatre

Domenica 19 settembre alle 20.30 si conclude il Südtirol festival con il concerto della Mariinsky Orchestra St. Peters Burg diretta da Valery Gergiev. In programma di Sergej Prokofiev la Suite Romeo und Julia op. 64; la Sinfonia n.9 in do maggiore D 944 “La Grande” di Franz Schubert.

Valery Gergiev crediti foto Damian Pertoll

Ascoltato e visto al Kursaal di Merano il 3 settembre 2021

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