musica e concerti — 17/06/2019 at 23:22

LOST Festival, una musica di elettronica di ricerca in cui perdersi

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RUMOR(S)CENA – FESTIVAL LOST – Al Labirinto della Masone a Fontanellato si è svolto un suggestivo e originale festival di musica elettronica di ricerca, denominato LOST (Labyrinth Original Sound Track), un nome che indica un percorso sonoro intricato in cui si è svolto, il più grande del mondo, un labirinto tutto in bambù, e ispirato ai mosaici delle ville e delle terme romane. Il pubblico è stato invitato a percorrerlo guidato da una illuminazione verde, attraversando giochi di luci colorate e laser, fino ad arrivare al cortile colonnato sotto una piramide di suggestione esoterica dove era collocato il palco. Il clou del festival è stato reso possibile grazie alla presenza di due tra i più importanti e innovativi artisti del settore: l’australiano Ben Frost e il canadese Tim Hecker.
L’esibizione della svedese Maria W Horn, con una scultura sonora fatta di rumori industriali sottili, melodie sfuggenti appena accennate e atmosfere sospese, suggestive ed estranianti, create da nebbie e luci statiche, si è rivelata una performance intensa e glaciale. Tim Hecker ha presentato Anoyo, il secondo episodio della sua collaborazione con il duo giapponese Konoyo Ensemble, dove le atmosfere sognanti ambient e glitch dell’artista  si sono mescolate ai suoni della musica tradizionale giapponese gagaku. Dopo una introduzione rituale proposta dal suono acuto e meditativo dello sho, particolare organo a bocca a canne di bambù della tradizione giapponese, il concerto ha alternato alcuni rari sprazzi geniali a molti momenti piatti dominati da suoni bassi e monocordi, prodotti da Hecker. Solo in alcune occasioni,  il suono molto particolare e intenso dell’hichiriki, un flauto ad ancia doppia, è riuscito a coniugarsi in maniera armoniosa con le frequenze elettroniche. Rispetto all’opera precedente, Konoyo, si è notata una chiara involuzione, come se le innovative idee della collaborazione fossero arrivate ad un punto morto. Un’occasione persa per un progetto che aveva convinto.


Di tutt’altro spessore e intensità il set proposto dal sempre sconvolgente ed estremo Ben Frost, collocato al centro del cortile, immerso solo in una consolle e circondato dal pubblico, ha pilotato un viaggio spaziale fatto di suoni taglienti e metallici, come è suo solito costume, ma che proposti attraverso un sistema di diffusori in ottofonia, il Widening Gyre 360° Surround Show, è diventato uno spettacolo totalizzante e unico. Grazie agli otto altoparlanti disposti a cerchio attorno al cortile colonnato, il suono ha acquisito uno spessore materico, che ha scosso e fatto vibrare il corpo grazie a suoni profondi che si rincorrevano in cerchio o rimbalzavano da un lato all’altro. Non solo rumori e distorsioni, ma anche suoni morbidi, pause meditative ambient interrotte da improvvise esplosioni ritmiche. Un percorso fatto di suggestioni dark con improvvisi sprazzi luminosi, capace di guidare l’ascoltatore a perdersi in un vero labirinto sonoro che non ha bisogno di altre distrazioni: nessuna luce, immagine o video, solo uno spazio interiore in cui immergersi. Gli spazi siderali in cui ha portato Ben Frost sono stati il punto più significativo del percorso sonoro del progetto. Imperdibile.
Ha concluso il concerto Giant Swan con ritmiche oblique e soffici, una techno minimale e spezzettata da riuscire a non sfigurare con l’atmosfera della serata.

 

 

Lost Maria Whorn

Visto ed ascoltato al Labirinto della Masone di Fontanellato (Parma) il 7 e 8 giugno 2019

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