Recensioni — 17/02/2022 at 12:41

Un Ottocento attuale

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RUMOR(S)CENA – GENOVA – Orgoglio e pregiudizio è una pièce ispirata all’omonimo romanzo di Jane Austen, considerato uno dei capisaldi di quella che una volta si chiamava “letteratura per signorine”, ma che è, al contrario, uno dei percorsi per così dire coperti e mascherati che, fingendo di non nuocere, il genio femminile ha inventato per emergere ed affermarsi anche in questo tra i tanti campi artistici da cui era sostanzialmente escluso.

crediti foto di Giulia di Vitantonio

Un modo dunque di cominciare ad esprimere, da inizio ottocento, una alternativa, una differenza del femminile, una sua irriducibilità agli oppressivi canoni di società classiste e poi patriarcali, o viceversa, che avrebbe poi prodotto le prove più consapevoli, e più profonde e sbilancianti, di Virginia Woolf, per fare un solo esempio. Il filo conduttore di questa iniziale e progressiva contraddizione è quello della sincerità del sentimento, della sua autenticità, difesa come valore di libertà e insieme, proprio per questo, anche di felicità.

Conseguente la contrapposizione con un sistema di potere diffuso e rigido, intrecciato e quasi indissolubile tra Società e Famiglia, esercitato soprattutto attraverso il disprezzo di chi si ritiene inferiore e altresì attraverso il disprezzo del sentimento nel suo valore unificante e profondamente umano, in nome della sottomissione e del possesso, che sia di vite o di denaro, di cui certamente l’Inghilterra di Jean Austen era esempio evidente.

crediti foto di Giulia di Vitantonio

Ma solo un esempio, peraltro, un esempio storicamente determinato di un sistema che si articola ancora oggi nelle nostre moderne società democratiche, mutato ma sempre eguale a se stesso, dall’alto al basso, dai grandi eventi della Storia, ai piccoli accadimenti della nostra esistenza in cui è proprio la parte femminile del mondo a soccombere spesso.

La bella messa in scena di Arturo Cirillo, sull’adattamento di Antonio Piccolo che destruttura e semplifica la struttura del romanzo senza mortificarne gli equilibri, è capace di smascherare quei meccanismi attraverso soprattutto il ‘grottesco’ con cui impasta i personaggi di potere, a partire dalla nobile “zia” (la più potente di tutti), la cui interpretazione en travesti è una prova ulteriore delle sue qualità attoriali, e via a scendere, dai genitori arrivisti, al prelato voglioso di matrimonio.

A contrasto le giovani protagoniste ed i loro pretendenti, alla ricerca di una sincerità e di una autenticità che tutti sembrano rifiutare, fino ad un lieto fine, inevitabile in quel contesto narrativo, che però non sposta di molto l’efficacia della denuncia complessiva che la narrazione, anche e soprattutto attraverso la scena, impone. Così Cirillo riesce a dare a quel racconto nuova vita, la vita del teatro in cui dimostra ancora una volta, per l’energia e l’originalità che esprime e comunica, di essere immerso, senza tradirlo, anzi rivelandolo nella sua verità. Uno spettacolo di valore, non solo per regia e drammaturgia, ma anche per le scenografie che trasformano quegli ambienti vittoriani in un luogo sospeso, come il mondo di Alice oltre lo specchio o anche quello fiabesco di una gatta cenerentola, e infine per la recitazione di spessore di tutti i protagonisti, tra cui spicca, oltre ovviamente ad Arturo Cirillo, anche il canto malinconico di Valentina Picello, una molto credibile Elizabeth.

crediti foto di Giulia di Vitantonio

Produzione MARCHE TEATRO, TEATRO DI NAPOLI TEATRO NAZIONALE. Adattamento teatrale Antonio Piccolo. Regia Arturo Cirillo. Interpreti: Arturo Cirillo, Valentina Picello, Francesco Petruzzelli, Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Eleonora Pace, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta. Scene Dario Gessati. Costumi Gianluca Falaschi. Musiche originali Francesco De Melis. Luci Camilla Piccioni.

Ospite del Teatro Nazionale di Genova, al teatro Gustavo Modena dal 15 al 20 febbraio. Giustamente applaudito. Ancora una volta però la sala non era piena e, al di là dei lasciti della pandemia, è auspicabile che il pubblico genovese ricominci a dimostrare il suo amore per la cultura in generale ed in particolare per quella teatrale.

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