RUMOR(S)CENA – MODENA – Le ultime tre sinfonie di Mozart, la N. 39 in mi bemolle maggiore K. 543, la N. 40 in sol minore K. 550 e la N. 41 in do maggiore K. 551, la “Jupiter”, composte in rapida successione durante l’estate del 1788 hanno costituito il programma che Les Musiciens du Louvre, ensemble fondata nel 1982 e diretta da Marc Minkowski, hanno eseguito al Teatro Comunale di Modena, con lo scopo di rileggere e promuovere il repertorio barocco, classico e romantico. Musicisti fra i più apprezzati nel movimento di rinascita della musica barocca con strumenti originali o loro copie fedeli. Queste tre sinfonie sono considerate il testamento del sinfonismo mozartiano e presentano differenze negli organici orchestrali: la KV 543 prevede trombe e timpani, senza oboi; la KV 550 include la sezione dei legni al completo, ma senza trombe e timpani; la KV 551 ha trombe e timpani, gli oboi penetranti ed incisivi, ma senza i clarinetti. Differenze che permettono una lettura più chiara alla varietà dei loro caratteri: la N.39 è melanconica, elegante, proporzionata nelle dimensioni ed equilibrata nel timbro; la mancanza di trombe e timpani conferisce alla N. 40 un particolare ritmo incalzante e una spiccata tragicità del tessuto sonoro, che emerge per la luminosa l’espressività del fraseggio; le maestose dimensioni, la magnificenza delle trombe e dei timpani danno, infine, un tono solenne alla straordinaria grandiosità tonale della N. 41, sottolineato e messo in risalto dall’esemplare fuga finale, punto di contatto tra l’elaborazione contrappuntistica e l’arditezza timbrica.
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La direzione di Marc Minkowski ha confermato il pregio di una lettura filologica capace sempre di far emergere dalla partitura, sottolineando le proporzioni formali, senza eccessi emozionali né virtuosistici oltre a quelli già inclusi nella scrittura originale: emerge il vigore e il sereno lirismo della sinfonia N. 39, il tragico tormento della N. 40, la monumentalità epica e trionfale della N. 41. La direzione nitida e dinamica ha messo in evidenza la tensione dialettica tra le diverse sezioni dell’orchestra, in particolare tra fiati e timpano, che soprattutto nella N. 41 assume un carattere possente e marziale. L’esecuzione dell’ensemble, la precisione di ogni singolo componente, la loro perfetta omogeneità consentono al direttore di plasmare il suono amalgamandolo al meglio per ottenere tutti quei timbri e quei colori orchestrali che Mozart prevede nel suo trittico sinfonico e sottolinea lo spessore qualitativo della scelta del programma. Una rara e preziosa occasione in cui ascoltare in sequenza le tre ultime sinfonie mozartiane.
Visto al Teatro Comunale Pavarotti – Freni di Modena il 7 novembre 2011