Cinema, Recensioni Film, SOS CINEMA — 16/06/2022 at 13:37

Histoire d’une larme, di Giovanni Coda, con Bruno Petrosino

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RUMOR(S)CENA – SOS CINEMA Esegesi del film STORIA DI UNA LACRIMA) HISTOIRE D’UNE LARME di Giovanni Coda – Fresco di menzione d’onore al  GGFF 2022 di Nizza come Best LGBTQ+ Feature Film e riconoscimento come Best Young Actor a Bruno Petrosino ( visto di recente alla Pirate, interprete della bellissima audace piece teatrale CARTOLINE DA CASA MIA di Antonio Mocciola e a fine giugno sempre alla Pirate coprotagonista de IL VESPRO SELVAGGIO di Antoniozzi Confalonieri Gentile) HISTOIRE D’UNE LARME merita grande attenzione. Non solo per l’argomento trattatato- l’eutanasia- basato sulla novella di Piergiorgio Welby OCEAN TERMINAL, ma per il taglio assolutamente sperimentale in un’epoca in cui parlare di sperimentazione risulta difficile. Invece il film di Giovanni Coda riesce a dire qualcosa di nuovo sui linguaggi visivi, adottando in un mix fra Derek Jarman e David Lynch , una via a suo modo personale nell’affrontare un argomento così impervio come la morte assistita.

Fra riprese a macchina fissa su fondali neri e canzoni di struggente decadenza come LE FOGLIE MORTE,QUEL CHE SI DICE di Aznavour  e SEND IN THE CLOWN, Coda intreccia il percorso terminale di Welby con la vita di Charlotte Von Manholf transessuale nella Germania nazista e postnazista al centro del racconto di Welby. Allargando il discorso sul corpo che muta,non solo nell’approssimarsi alla morte ,ma anche nel cercare nuovi generi nuove strade.Siamo così di fronte a una sorta di cabaret espressionista sul confine fra vita e morte,maschile e femminile,temi attorno a cui ruota l’esistenza di tutti. Sergio Anrò da voce e corpo a Welby e a Charlotte, ma riferimento e specchio è Bruno Petrosino corpo (anche nudo) magico e mutante. Portatore di fiori laddove sarebbero lacrime,baci e carezze dove regna il nulla. Il film porta la sperimentazione del regista sardo oltre i notevoli risultati de IL ROSA NUDO sulla persecuzione degli omosessuali nei campi di concentramento, acuendo un’astrazione leggera e impalpabile affidata ai gesti e agli sguardi di Petrosino, angelo terminale tra il Terence Stamp di TEOREMA di Pasolini e la Madonna della Pietà Michelangiolesca. 

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