Teatro, Va in scena a — 16/01/2012 at 22:29

Atto Finale-Flaubert, una storia di due uomini “destinati a vivere” all’ITC di San Lazzaro

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Va in scena al Teatro ITC di San Lazzaro di Savena (Bologna) Atto Finale -Flaubert, di Mario Perrotta (da Bouvard et Pécuchet di Flaubert), dal 18 al 22 e dal 25 al 29 gennaio (ore 21) e 21 e 28 repliche straordinarie pomeridiane alle 16. In scena la Compagnia Teatro dell’Argine con Mario Perrotta, Lorenzo Ansaloni, Paola Roscioli e Mario Arcari. Spettacolo vincitore del Premio Ubu 2011. Le musiche dal vivo sono eseguite da Mario Arcari (pianoforte), il video e il montaggio è di Chiara Idrusa Scrimieri, regista assistente Alessandro Migliucci, regia di Mario Perrotta.

 

 

In collaborazione con Castel dei Mondi Festival, Teatro Pubblico Pugliese, Regione Puglia, Lunatica Festival, Provincia di Massa Carrara.

La storia scritta da Flaubert racconta di due uomini, Bouvard et Pécuchet si incontrano a Parigi e fanno conoscenza, scoprendo che non solo fanno lo stesso lavoro di copisti, ma hanno gli stessi interessi, specialmente per quanto concerne l’agricoltura. Una eredità improvvisa consente loro di cambiare vita e vanno a vivere in una fattoria nel Calvados, vicino a Caen, dedicandosi all’agricoltura. Si rivelano però incapaci di gestire le difficoltà derivanti dalla nuova occupazione. Decidono quindi di occuparsi d’altro e si dedicano prima alla medicina, poi alla chimica, alla geologia, alla politica con gli stessi tragicomici risultati, nonostante l’uso di manuali e l’intervento di vicini più esperti.

Non contenti di tutti questi esperimenti i due protagonisti si accostano alla letteratura per scoprire l’importanza della psicologia, del romanzo storico e della scrittura, poi alla ginnastica, allo spiritismo, alla magia e alla filosofia e proprio quando meditano un suicidio da eseguire nella notte di Natale, scoprono l’importanza della pedagogia e decidono di adottare due orfani. Stanchi dei tanti fallimenti, decidono di tornare alla loro antica professione. Il libro fu scritto negli ultimi cinque anni di vita, durante i quali assorbì sentimenti e idee contrastanti nei confronti degli accadimenti della sua epoca, dal progresso agli ideali democratici, dall’affermazione della borghesia al momentaneo successo del movimento che lo insospettì maggiormente, ossia “la marea che rischiava di trascinare tutto davanti a sé”, come Flaubert definì la Comune di Parigi.

 

Se non moriva l’autore, magari la scriveva ancora ‘sta bestia di vita e ci faceva morire a tutt’e due. Invece ci tocca vivere”.

Il regista e interprete principale Mario Perrotta spiega che «pare proprio di sì: ci tocca vivere. Soprattutto ai due protagonisti di questo nuovo spettacolo, abbandonati lì da Flaubert che muore prima di compiere l’opera. Dal romanzo incompiuto dell’autore francese ho tratto questa profonda e ridicolissima solitudine dei due uomini che, pur essendo in due, sono soli. Due impiegati parigini che nella mia riscrittura si trasformano in due uomini del nostro tempo che, chiusi volontariamente in uno spazio non meglio identificato, tentano l’impresa impossibile: affrontare e risolvere il dolore esistenziale che li assedia studiando e indagando il web alla ricerca di soluzioni, in una vorticosa ascesa verso il ridicolo involontario. Sperimentano tutto ciò che possono per ritrovarsi, ogni volta, con un nulla in mano. E quel nulla gli ricorda continuamente la loro solitudine, la loro impotenza davanti alla vita. Mancheranno ogni occasione, compreso il suicidio, trovandosi costretti a vivere con l’unica certezza di essere soli. Soli come siamo tutti noi, in mezzo a milioni di persone, chiusi in casa per paura del vicino, per paura che possa rivolgerci la parola o chiederci un favore. Soli davanti alla vita che ci tocca di vivere.

Dopo lo scontro frontale di Misantropo tra individuo e società e dopo il disastro sociale de I Cavalieri – Aristofane cabaret, ecco l’Uomo, solo di fronte a se stesso nel titanico sforzo di esserci, più ridicolo che mai. Chiudo così la mia trilogia, nella quale ho indagato le mie idiosincrasie e le mie paure di fronte a un modello sociale, quello occidentale, in fase “bizantina”, in caduta libera verso la sua disgregazione. E poche risposte ho trovato e molte domande nuove sono sorte da questa indagine. L’unica consolazione è che, come sempre, arriverà un nuovo “rinascimento”. Spero di esserci»

 

 

LA TRILOGIA SULL’INDIVIDUO SOCIALE

“Individuo sociale” è una contraddizione in termini. È un’utopia, una condizione limite cui tendere. O uno è “individuo” oppure è “sociale”: è sufficiente l’incontro/scontro con l’altro per mettere in crisi i confini della nostra individualità – questo lo sappiamo bene tutti. Ed è questa lacerazione tra le proprie istanze e quelle dell’altro che ci governa continuamente, nel nostro agire quotidiano e nella nostra evoluzione di razza umana. Eppure tutti vorremmo essere animali sociali, tutti vorremmo vedere il trionfo definitivo della giustizia, dell’equità e della solidarietà. Il vero guaio è che ognuno – ogni individuo – ha un concetto tutto suo di giustizia, di equità e di solidarietà. E siamo di nuovo al muro contro muro: individuo contro individuo. Tre testi dunque, tre farse violente – o grottesche tragedie – per rispondere a un interrogativo: siamo per natura individualisti o animali sociali?

L’indagine si è svolta nell’arco di tre anni (2009, 2010 e 2011) ed è iniziata con la messa in scena del testo di Molière che ha debuttato in prima nazionale al Festival delle Colline Torinesi 2009, prodotto da Teatro dell’Argine in collaborazione con: Castel dei Mondi Festival di Andria, Lunatica Festival, Provincia di Massa, Festival delle Colline Torinesi, Festival Armunia Castiglioncello, Comune di Poggibonsi.

È proseguita con l’allestimento de I Cavalieri – Aristofane cabaret che ha debuttato in prima nazionale al Castel dei Mondi Festival di Andria 2010, prodotto da Teatro dell’Argine in collaborazione con: Castel dei Mondi Festival di Andria, Lunatica Festival, Provincia di Massa Carrara.

Si è conclusa nel 2011 con la messa in scena di Atto finale – Flaubert, ispirato dal romanzo incompiuto Bouvard e Pécuchet di Flaubert, che ha debuttato al Castel dei Mondi Festival di Andria 2011, prodotto da Teatro dell’Argine in collaborazione con: Castel dei Mondi Festival di Andria, Lunatica Festival, Provincia di Massa Carrara, Regione Puglia, Unione Europea, Teatro Pubblico Pugliese.

 

IL PREMIO UBU

Il 12 dicembre 2011 al Teatro Piccolo di Milano, Mario Perrotta ha ricevuto il Premio Ubu per l’intero progetto con la seguente motivazione:

Premio Speciale Ubu 2011 a Mario Perrotta per la “Trilogia sull’individuo sociale” del quale coglie la disgregazione nel mondo contemporaneo.

 

 

ITC Teatro di San Lazzaro

biglietteria 051.6270150

www.itcteatro.it – www.argine.it

 

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