Teatro, Teatro recensione — 15/09/2015 at 16:03

L’uomo senza cuore di Fabio Mascagni

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PRATO – Lo spettacolo di Letizia Russo “Se ci sei batti un colpo”, diretto da Laura Curino, racconta i pensieri sparsi di Franco, che oltre ad essere un personaggio teatrale è anche un personaggio nella vita. Franco infatti rappresenta un miracolo vivente per la religione ed un caso inspiegabile per la scienza, dal momento che è nato senza il cuore. Non è un modo di dire, vive ma non sente niente, eccetto la noia, che lo porta a valutare i pro e i contro di un gesto estremo come il suicidio. Pensato e cucito addosso a Fabio Mascagni, attore della compagnia del Teatro Metastasio Stabile della Toscana, che veste i panni di Franco, l’uomo senza cuore.  Solo sulla scena, costituita da poche scatole e quaderni, ed oltre al suo personaggio ne interpreta tanti altri, dalle divinità (Gesù Cristo, uno e trino con crisi di personalità, Zeus) ai medium (il kebabbaro arabo, il venditore pakistano di rose, lo scrittore giapponese morto suicida), che a turno e con continui cambi di scena spiegano, se il suicidio andrà a buon fine, gli effetti di questo gesto sull’anima e come è fatto l’aldilà in base al paradigma religioso di riferimento.

Fabio Mascagni
Fabio Mascagni

In questo interscambio risiede l’effetto tragicomico dello spettacolo.  Il protagonista  passa dal comico al grottesco, rendendo riconoscibili i suoi personaggi grazie alla variazione del timbro, della mimica facciale e della cadenza linguistica.
Dopo i numerosi incontri nell’aldilà Franco simula il proprio funerale per ben due volte, nella variante buona e nella variante cattiva. Anche in questo caso le persone care, il nonno siciliano, l’amico del cuore, la prima fidanzata, la prostituta e il gatto, sono riconoscibili da un particolare nell’atteggiamento o nel registro linguistico. Tuttavia, l’unica persona che convince Franco a desistere dal suo intento suicida è la signora Giuseppa, la vicina di casa romagnola tornata dall’aldilà per spiegargli che neppure lui, “egoista per ragioni fisiologiche”, è un essere speciale.

Franco infatti ha passato la sua vita ad emulare i comportamenti umani, raccogliendo quaderni di appunti e DVD sulle cose da fare e da non fare in determinate situazioni. A differenza della massa però Franco parla senza censure perché non avendo il cuore, non è in grado di provare empatia e vive all’insegna del rigore, cercando di attenersi a quello che la società ritiene che sia un bene fare per essere inserito. Tutto questo però gli provoca noia. E da qui l’idea del suicidio che viene utilizzato come un pretesto per interrogarsi sulla domanda esistenziale se valga la pena vivere.

Se ci sei batti un colpo 2

“A che serve sapere tutte queste cose se poi non sono nemmeno capace di piangere?” si domanda Franco all’inizio e alla fine dello spettacolo, sforzandosi di versare almeno una lacrima. L’assenza di un cuore non gli ha impedito di riflettere e di guardare la realtà con ironia e con meraviglia. L’eccessivo ordine lo ha portato a essere il campione delle cose al momento giusto. La soluzione quindi è creare disordine e trovare un posto sbagliato, in cui le cose possono fare qualcosa di più di quell’unica cosa che avevamo pensato. E magari questo posto c’è davvero.

Visto al Teatro Metastasio di Prato l’8 settembre 2015.
Se ci sei batti un colpo
di Letizia Russo
con Fabio Mascagni
regia Laura Curino 
assistente alla regia Stefano Sartore
consulenza scenografica Lucia Giorgio
fotografie Giorgio Sottile

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