prime nazionali a teatro, Teatro, Va in scena a — 14/07/2018 at 09:10

Beatitudo, regia di Armando Punzo. La Compagnia della Fortezza compie 30 anni

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RUMORSCENA – VOLTERRA (Pisa)– 1988 -2018: trent’anni di vita della Compagnia della Fortezza di Volterra. Sei lustri compongono il trentennale dalla sua nascita: un’esperienza artistica, umana e sociale all’interno della Fortezza; sede della Casa di Reclusione per attori detenuti, conosciuti in tutta Italia e all’estero, come il luogo del “teatro dell’impossibile”. Il loro regista si chiama Armando Punzo. Parafrasando “Le parole lievi” , titolo del primo studio realizzato nel 2017 con il Progetto Hybris e ispirato alle opere di Jorge Luis Borges, è possibile esprimere con “parole lievi” un giudizio di tutta l’opera di questa Compagnia. Il teatro pensato, realizzato, vissuto all’interno di un carcere dove è stato possibile trasformare il regime di detenzione (era anche carcere di alta sicurezza), in una delle più feconde realtà teatrali in grado di ribaltare la percezione di un istituto di pena: luogo di isolamento sociale ed esistenziale. Un teatro in cui si sono potute sentire parole dure, folgoranti, straripanti, crudeli, capaci di far sussultare il cuore, come quelle di Santo Genet commediante e martire.

Parole in grado di rovesciare il senso della vita, che inchiodano e sconvolgono per la loro verità, sussurrate, urlate, riemerse dall’oblio, universali e poetiche. Scritte per essere tramandate nei secoli e depositate nell’animo umano, affinché riconosca se stesso, e udite dalle vibranti voci degli attori detenuti in Dopo la Tempesta, l’opera segreta di Shakespeare. Consegnate alla bellezza e all’arte, fatte risuonare in un moltiplicarsi di voci sovrapposte, capaci di infrangersi sui muri della Fortezza, di tramutare un luogo di isolamento in uno spazio di “libertà” con il desiderio di diventare teatro stabile.

P.P.Pasolini ovvero Elogio al disimpegno 2004

A Volterra sono nati spettacoli che hanno fatto la storia del teatro italiano, portando migliaia di spettatori all’interno del cortile della Fortezza: palcoscenico all’aperto dove il sole illumina la scena al posto dei proiettori, senza sipario né quinte. L’attore entra in una dimensione intima a contatto fisico con lo spettatore e vive insieme a lui la messa in scena, che nel pensiero di Armando Punzo, non è altro se non la possibilità di realizzare desideri utopistici. Coglie l’immaginabile e l’insondabile della coscienza umana per farne visionari, metafisici, surreali viaggi, sospesi come in un limbo dove galleggia la fantasia universale composta da tante suggestioni incarnate nell’uomo. Non serve elencare o spiegare ogni singolo suo spettacolo, a questo può bastare lo scorrere delle tante immagini di repertorio, le fotografie di scena, i ritratti dei volti di ogni singolo attore che hanno attraversato la sua poetica artistica. Basti solo citare un titolo caposaldo capace di riassumere i 30 anni di vita artistica all’interno della Fortezza: il “Marat-Sade da Peter Weiss del 1993, ineguagliabile per la sua potenza drammaturgica e scenica. Uno spettacolo che resta indelebile nella carriera di questo regista. Un anno storico anche per la concessione a partire da quella stagione nel poter rappresentare i suoi spettacoli all’esterno, fuori dal carcere. I muri del carcere e le grate delle celle si “aprono” e permettono agli attori detenuti di recitare nei teatri. Se prima il teatro era entrato (a fatica) dentro, ora può ri-uscire e conquistare quella platea chiamata vita e libertà (condizionata per chi sta scontando una pena, ma trattasi di una forma di libertà interiore ed espressiva ineguagliabile).

Marat-Sade (1993)

Ma è dentro la Fortezza in attesa di diventare Teatro Stabile, che si può vivere come esperienza a sé stante, unica nel suo genere; dove la possibilità di assistere alla genesi di un lavoro iniziato un anno prima, è il risultato di studio, di letture condivise con tutti gli attori, di prove in una minuscola stanza divenuto teatro di prova e al contempo la fucina creativa di tutta la sua ispirazione artistica. Punzo non si ferma e sta per aprire le porte della Fortezza con Beatitudo in anteprima nazionale dal 23 al 26 Luglio, liberamente ispirato all’opera di Jorge Luis Borges, il proseguo del primo studio presentato nel 2017. In scena la Compagnia della Fortezza: un progetto speciale triennale per i suoi trent’anni di vita e composta da attori detenuti, con la direzione artistica di Armando Punzo, l’organizzazione generale di Carte Blanche e la cura di Cinzia de Felice.

Marat Sade (1993)

Nel 2018 La Compagnia della Fortezza di Armando Punzo ha compiuto 30 anni di costruzione continua di Architetture dell’impossibile che hanno fatto di questo Impossibile un’utopia concreta.  Sono iniziati una serie di gesti artistici che permettono di fruire il lavoro della Compagnia della Fortezza come opera d’arte totale a più livelli usando diversi linguaggi: teatrale e cinematografico. Lo spettacolo Beatitudo sarà poi allestito in una versione speciale che sarà presentata il 29 luglio al Teatro Persio Flacco di Volterra e debutterà in prima nazionale al Teatro Verdi di Pisa il 6 e 7 ottobre 2018, per poi andare in tournée.

Beatitudo Compagnia della Fortezza foto di Stefano Vaja

Questo allestimento è il frutto di un lavoro lungo ed impegnativo e si pone quasi più come una pratica filosofica che teatrale, nel quale Armando Punzo ha deciso di affrontare la sfida di rappresentare l’irrappresentabile. «Voleva sognare un uomo, sognarlo con minuziosa interezza, e imporlo alla realtà, – così spiega Armando Punzo -, asciugare le acque di un fiume in piena, prosciugarle prima che inondino le pianure circostanti travolgendo tutto quello che incontrano sul loro cammino, procurando distruzione e morte, è questo il teatro che cerca di arginare la vita che dilaga in noi senza nessun freno, vita che rompe gli argini e si insinua in tutte le pieghe della nostra esistenza per possederci e soffocarci con il suo fluido limo, è questo il teatro che solleva solide barriere e svela in noi spazi inesplorati e segreti, impermeabili e irraggiungibili da queste acque sinistre e violente. Il fiume della vita scorre fino a che non inizia a scorrere la montagna che in esso si specchia immobile, silenziosa e imprevedibile».

www.compagniadellafortezza.org/locandinadibeatitudo

Il 4 agosto andrà in scenaLe Rovine Circolari – Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato”, ispirato all’opera di Borges, evento site specific della Compagnia della Fortezza, con l’ideazione e la regia di Armando Punzo e la cura di Cinzia de Felice. Il progetto nasce dalla volontà condivisa di creare un grande evento collettivo in occasione dei 30 anni della Compagnia della Fortezza in concomitanza con le iniziative per i 200 anni della Geotermia. Concepito come la creazione di una grande opera d’arte, fruibile da tutta la comunità, che rimanga nella memoria collettiva e che possa diventare simbolo di un territorio. L’opera verrà messa in scena nell’area della Centrale Geotermica Enel Green Power Nuova Larderello, (già Larderello 3), all’interno della quale una monumentale torre di raffreddamento è stata trasformata in un’arena per spettacoli. A Volterra viene presentata Luoghi comuni reloaded, installazione urbana nel fascino crepuscolare delle vie del centro storico, a cura di Alessandro Marzetti, scenografo della Compagnia della Fortezza e scultore. Dal 16 al 29 luglio.

Centrale Geotermica Enel Green Power Nuova Larderello, torre di raffredamento

La bellezza creata in trent’anni di Fortezza nelle immagini che la pratica teatrale ha prodotto presentate nella mostra #trentannidibellezza/una luminosa lontananza, curata dal fotografo Stefano Vaja, fotografo ufficiale da molti anni. Dal 20 al 29 luglio.

Due workshop intensivi per operatori artistici: parte del progetto nazionale pilota Per aspera ad astra – come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza. Dal 9 al 15 luglio e dal 23al 29 luglio nel Carcere di Volterra.

Beatitudo

Dal 23 al 26 luglio 2018 ore 17.00 – Fortezza Medicea/Casa di Reclusione – Volterra

29 luglio 2018 ore 21.00 – Teatro Persio Flacco – Volterra

Le rovine circolari

Evento site specific

Ideazione e regia Armando Punzo

Cura Cinzia de Felice

4 agosto 2018 ore 17.00 – Centrale Geotermica ENEL Nuova – Larderello

Luoghi comuni reloaded

Installazione urbana ispirata alla prima realizzazione di Luoghi Comuni nel 1988

Concept Armando Punzo

Riallestimento a cura di Alessandro Marzetti e il team creativo del laboratorio “Le parole lievi – come incrinare il principio di realtà per allontanarsi da un’umanità apparentemente immutabile”

16-29 luglio 2018 – Centro storico – Volterra

#trentannidibellezza/una luminosa lontananza

Mostra fotografica di Stefano Vaja

20-29 luglio 2018 – Centro storico – Volterra

workshop intensivo con la compagnia della fortezza

per operatori artistici

Progetto “Per aspera ad astra” / ACRI

9-15 luglio e 23-29 luglio – Fortezza Medicea/Casa di Reclusione – Volterra

 Carte Blanche – Centro Nazionale Teatro e Carcere di Volterra
tel. 0588.80392

Web www.compagniadellafortezza.org – mail info@compagniadellafortezza.org

Le parole lievi studio preparatorio del 2017 Armando Punzo e Marco foto di Piernello Mannoni

BEATITUDO

Sono infiniti i personaggi di Borges, vengono da tutte le epoche, come a rappresentare l’intero universo. Tra queste innumerevoli figure, così fortunatamente lontane dai caratteri della vita, ce n’è una, Funes, che vuole liberarsi della sua memoria sterminata e rinominare il mondo. Sarebbe giusto, auspicabile, vivere nelle innumerevoli possibilità, obliandosi, fuori dalla storia e ancora di più dalla vanità della propria storia. Fondiamo la nostra vita su quello che siamo, non su quello che potremmo essere. E in questa staticità perdiamo il gusto del rischio di essere come non sapremo mai. Il voler dimenticare di Funes è il nostro desiderio di poter vivere al di fuori della vita passata, futura e presente.Tra i tanti personaggi di Borges sentiamo più vicini i più lontani dalla vita, quelli che tradiscono meglio le nostre aspettative, che non ci danno appigli per riconoscerci, ci sfumano tra le mani e si rendono imprendibili, consegnandoci un movimento, indicandoci una possibilità che sembra non appartenerci. Averroé, Cartaphilus, Pierre Menard, l’Uomo Grigio, Almotasim, Emma Zunz, Asterione, Tzui Pen non sono attuali, non soddisfano la nostra fame bulimica di riconoscibilità, non ci appartengono, non ci ripetono, non possiamo possederli, violentarli con il nostro sguardo e la nostra interiorità a caccia dell’anima gemella, non li possiamo vendere facilmente al mercato dei teatri della nazione, non assomigliano a nessuno di noi, non un suono che proviene da loro è un suono che ci appartiene, la loro parola non è la nostra, le loro parole sono lievi. Anche i luoghi dei suoi racconti e delle sue poesie non si prestano alla narrazione, non si materializzano in coordinate tangibili, sono sospesi, insapori, sbiaditi, come in un alto ipotetico mitico luogo che vuole essere bagnato dalla luce del sogno e non della realtà. Sono personaggi simbolici anch’essi, alla pari di quelli che, solo perché dotati di orecchie, occhi, bocca e un cuore, dovrebbero più naturalmente incuriosirci. La biblioteca, il labirinto, l’infinito, lo specchio, il giardino dei sentieri che si biforcano, le rovine circolari sono i protagonisti principali del mondo di Borges, il seme delle sue più profonde riflessioni, i luoghi di un’altra vita, circostanze innaturali che sospendono il tempo e donano una profondo senso di inadeguatezza. È come se avesse disegnato un nuovo volto, come se tutta la sua opera avesse luogo in un corpo ideale, come se fosse quella parte mancante, la punta di uno spillo in noi che cerca il suo spazio, che fa degli uomini, uomini in perenne ricerca di un senso che sfugge. “Voleva sognare un uomo, sognarlo con minuziosa interezza, e imporlo alla realtà”, mi sembra il compito che si è dato la Fortezza per trent’anni. Asciugare le acque di un fiume in piena, prosciugarle prima che inondino le pianure circostanti travolgendo tutto quello che incontrano sul loro cammino, procurando distruzione e morte, è questo il teatro che cerca di arginare la vita che dilaga in noi senza nessun freno, vita che rompe gli argini e si insinua in tutte le pieghe della nostra esistenza per possederci e soffocarci con il suo fluido limo, è questo il teatro che solleva solide barriere e svela in noi spazi inesplorati e segreti, impermeabili e irraggiungibili da queste acque sinistre e violente. Il fiume della vita scorre fino a che non inizia a scorrere la montagna che in esso si specchia immobile, silenziosa e imprevedibile.

Armando Punzo

 

 

 

30 anni della Compagnia della Fortezza

1988 nasce il progetto Laboratorio Teatrale nel carcere di Volterra, con i contributi della Regione Toscana, provincia di Pisa e comune di Volterra; 1989 va in scena “La Gatta Cenerentola” di Roberto de Simone. 1990 “Masaniello” di Elvio Porta; 1991 “O’ juorno e’ San Michele” di Elvio Porta: Premio Speciale Ubu per il lavoro svolto all’interno del Carcere. 1992 “Il Corrente” di Elvio Porta; 1993 “Marat-Sade” da Peter Weiss. Premio Ubu come migliore spettacolo dell’anno.
Premio Speciale Ubu alla Compagnia della Fortezza per l’impegno collettivo nella ricerca e nel lavoro drammaturgico. Da quest’anno gli spettacoli della Compagnia della Fortezza iniziano ad essere rappresentati fuori dal carcere. 1994 “La Prigione” da The Brig da Kenneth H. Brown
Si costituisce il primo Centro Nazionale Teatro e Carcere basato su un accordo di programma tra Regione Toscana, Provincia di Pisa e Comune di Volterra. 1995 “Eneide – II studio” da Virgilio (con la partecipazione degli allievi Scuola Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano)
Lo spettacolo “La Prigione” presentato nel corso del festival è autofinanziato dai detenuti.
Operazione Hollywood: tre detenuti della compagnia sono accusati di rapina nel corso delle tournée. Inizia una campagna stampa che tende a colpevolizzare l’intera esperienza e ne chiede la sospensione. 1996 “I Negri” da Jean Genet. Co-direzione artistica Festival VolterraTeatro.

Hamlice 2010

Premio Europa Nuove Realtà Teatrali Taormina 96 Premio speciale Teatro Festival Parma – Banca Monte Parma per lo spettacolo “I Negri“. Gestione del Teatro di San Pietro a Volterra. 1997 Co-direzione artistica Festival VolterraTeatro 1997. A seguito del mancato rientro di due detenuti-attori si accentua la campagna denigratoria nei confronti di Armando Punzo e della Compagnia della Fortezza. Al regista e ai suoi collaboratori non viene consentito l’ingresso in carcere per molti mesi e negata la possibilità di allestire un nuovo spettacolo. Progetto “I Teatri dell’Impossibile“. Retrospettiva dei tre principali spettacoli della Compagnia della Fortezza: “Marat Sade“, “La Prigione“, “I Negri“. “Teatro No” – studio con Nicola Rignanese.

Insulti al pubblico, foto Stefano Vaja

Perde la vita in un incidente stradale Renzo Graziani, direttore del carcere, grazie al quale il laboratorio teatrale della Compagnia della Fortezza aveva avuto inizio dieci anni prima. 1998 “Orlando Furioso” da Ariosto. Co-direzione artistica Festival VolteraTeatro. 1999 “Insulti al pubblico” di Peter Handke. Co-direzione artistica Festival VolterraTeatro 1999
Rappresentazione de “I Negri” al Teatro Valle di Roma. Si chiede il riconoscimento della professionalità della compagnia. Viene negato l’art. 21: il regime previsto dall’ordinamento penitenziario il quale regola la possibilità di lavoro all’esterno per i detenuti in stato di espiazione di pena, ai detenuti-attori per realizzare lo spettacolo “I Negri” fuori dal carcere, nel corso del festival.

I pescecani foto Stefano Vaja

2000 “Macbeth” da William Shakespeare. Carte Blanche ottiene la totale gestione artistica, organizzativa e amministrativa del Festival VolterraTeatro, continuando a portare avanti il progetto “I Teatri dell’Impossibile”.Gestione della stagione di prosa al Teatro Persio Flacco di Volterra
Nasce il “Centro Nazionale Teatro e Carcere” mediante un protocollo di intesa Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, la Regione Toscana, la Provincia di Pisa, il Comune di Volterra e l’Ente Teatrale Italiano. 2001 “Amleto” da William Shakespeare
Direzione artistica VolterraTeatro 2001. “Nihil, nulla ovvero la macchina di Amleto da Hamletmaschine di Heiner Mueller“, laboratorio con 15 attori per la Biennale di Venezia. Lo spettacolo debutta a Venezia e verrà replicato a Zurigo, Prato, Modena, Roma, Mestre, Siena e al Teatro Persio Flacco di Volterra. 2002 “L’Opera da tre soldi” da Bertolt Brecht. Direzione artistica VolterraTeatro. 2003 “I Pescecani ovvero quello che resta di Bertolt Brecht”
Direzione artistica VolterraTeatro. Ricorrono i 15 anni di attività della Compagnia della Fortezza: Manu Chao si esibisce in carcere e in piazza a Volterra. 2004 “P.P.Pasolini ovvero Elogio al disimpegno” Nell’ambito del Festival VolterraTeatro, la Compagnia rappresenta “I Pescecani + Sing Sing Cabaret”. La Compagnia va in tournée in regime di art.21. Premio UBU come miglior spettacolo dell’anno a “I Pescecani”, Premio ANCT- Associazione Nazionale Critici Teatrali e Premio Carmelo Bene della rivista Lo Straniero ad Armando Punzo e alla Compagnia della Fortezza. Progetto europeo Socrates Grundtvig “Theatre and Jail in Prison. Training, development and diffusion of innovative technologies” con partner da Francia, Germania, Inghilterra, Svezia e Austria. 2005 “Appunti per un film”. Direzione artistica VolterraTeatro. Nasce il progetto che vorrebbe realizzare il primoTeatro Stabile in carcere al mondo. 2006 “Budini, capretti, capponi e grassi signori ovvero La Scuola dei Buffoni”. Direzione artistica VolterraTeatro. 2007 “Pinocchio. Lo Spettacolo della Ragione” – primo studio. 2008 “Pinocchio. Lo Spettacolo della Ragione” La Compagnia della Fortezza celebra il ventennale ospitando Rick Cluchey, ergastolano fondatore della San Quentin Drama Workshop -la prima compagnia al mondo di teatro in carcere- all’interno dell’istituto detentivo americano di San Quentino. Cluchey, nella sua vita, è stato diretto da Samuel Beckett ed ha ottenuto la libertà sulla parola per via del suo impegno con il teatro. La collaborazione tra Ministero della Giustizia italiano e Commissione Affari Esteri di San Marino, due spettacoli della Compagnia vanno in tournée nella Repubblica di San Marino prima tournée all’estero per la Fortezza. Dirige lo spettacolo “Amleto. La tragedia della realtà” su invito dei partner del progetto europeo “Memory line“. 2009 “Alice nel paese delle meraviglie – Saggio sulla fine di una civiltà” Laboratorio teatrale in carcere di Armando Punzo nell’istituto di Roumieh in Libano su invito di Zeina Daccache, sua allieva, prima promotrice in Libano delle attività di teatro in carcere. Medaglia d’argento della Presidenza della Repubblica Festival Viviani d’Impegno Civile ad Armando Punzo.

Hamlice-Saggio sulla fine di una civiltà (2010, foto Stefano Vaja)

2010 “Hamlice – Saggio sulla fine di una civiltà” e Il sogno di Faust
Premio UBU per la miglior regia dell’anno ad Armando Punzo per “Alice nel paese delle meraviglie – Saggio sulla fine di una civiltà”. 2011 “Romeo e Giulietta – Mercuzio non vuole morire”. L’intero festival si svolge all’interno del carcere di Volterra: tutti gli spazi accessibili vengono “invasi” da spettacoli, mostre, installazioni, performance artistiche. Il carcere si manifesta sempre più come Istituto di Cultura piuttosto che come Istituto di Pena. 2012 “Mercuzio non vuole morire – La vera tragedia in Romeo e Giulietta”. Per la prima volta scompare la dicitura “I Teatri dell’Impossibile“, il festival ospita le fasi cruciali di “Mercuzio non vuole morire“, progetto che coinvolge cittadini, artisti, compagnie, associazioni, enti nelle piazze di tutta Italia. 2013 “Santo Genet Commediante e Martire. Per un teatro stabile in carcere. 2014 “Santo Genet Martire Direzione Premio UBU per il miglior allestimento scenico ad Armando Punzo, Alessandro Marzetti e Silvia Bertoni per “Santo Genet Commediante e Martire”. Premio ReteCritica 2014 al Festival VolterraTeatro per la miglior strategia di comunicazione virale. 2015 “Shakespeare know well”
“A-solo. Studi di assenza in pubblico” 2016 “Dopo la Tempesta. L’opera segreta di Shakespeare”

2017 Progetto Hybris Le parole lievi da Jorge Luis Borges. Primo studio.

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