Teatro, Va in scena a — 14/07/2014 at 18:55

Vestiges Spectacle Primitif al Teatro Sociale di Gualtieri

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GUALTIERI (Reggio Emilia) – Mercoledì 16 e Giovedì 17 luglio alle 21.30 va in scena al Teatro Sociale di Gualtieri lo spettacolo Vestiges Spectacle Primitif della compagnia francese di Lille Cendres la Rouge. Lo spettacolo ha la forma di un straordinario sogno ad occhi aperti, di una discesa nella Preistoria onirica che tutti i bambini desiderano di attraversare almeno una volta: un laboratorio di paleontologia, scheletri di piccoli e grandi animali che si risvegliano e si mettono in movimento davvero come prendessero vita, una giovane paleontologa che si trova in un mondo fantastico che letteralmente le rivoluziona la vita. Le due recite di Gualtieri sono le uniche due date italiane della tournée di Cendres la Rouge.

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All’interno di un laboratorio di paleontologia, Marta si dà da fare ad analizzare dei piccoli scheletri scoperti di recente. Siccome sfuggono a ogni nomenclatura conosciuta, tenta di svelare il mistero della loro origine, della loro vita. Questo compito coincide con degli strani fatti: caduta ricorrente di terra nel laboratorio, perturbazioni atmosferiche. L’attività di Marta la porta a far rivivere un mondo scomparso attraverso gli scheletri che studia. Ciò che immagina prende corpo, e così entra in un mondo fantastico e allucinatorio, dove incontra un piccolo scheletro che diventa la sua guida. Di volta in volta maltrattata, spaventata, meravigliata, si svela nel corso del suo viaggio una parte di lei che ignorava. Quando torna al suo lavoro, apparentemente non è cambiato nulla. Apparentemente.

Cosa vanno fantasticando gli archeologi? Non è così ingenuamente che i bambini vedono dei dinosauri negli scheletri della compagnia. Anche se questo piccolo popolo d’ossa evoca proprio gli ospiti di un museo di storia naturale per il loro aspetto e la loro messa in scena, rimane il fatto che è la loro scomparsa a far nascere il mistero e i fantasmi che circondano i giganti del giurassico. Antenati oscuri e magnifici, ci piacciono proprio perché non avremmo potuto esistere insieme a loro. In altre parole, stanno bene là dove sono, nella morte. Ci sono situazioni in cui si può avere la possibilità di guardare la morte in faccia, con sincerità o in modo innocente, senza nemmeno pensarci, assorti nella bellezza della vita nel momento in cui s’incarna nella plasticità degli scheletri, nei loro movimenti semplici e naturali. Non ci sono dinosauri in Vestiges, ma la vertigine delle origini rimanda al ruolo della morte nel ciclo della vita. Morte degli esseri, delle idee, dei ricordi, delle società e delle civiltà.

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Le creazioni di Cendres la Rouge, riunite sotto il titolo generico dell’Ossario sgraziato, mettono in scena dei personaggi-automa. Creati da Alain Terlutte, questi automi e marionette sono la base stessa della scrittura degli spettacoli. A partire dallo stesso materiale, l’osso, lo scheletro, Cendres la Rouge sperimenta forme sempre diverse.
In Vestiges è la marionetta a trovarsi al centro dei nostri pensieri. L’agilità del personaggio-automa ha fatto nascere una certa frustrazione: può potenzialmente compiere svariati movimenti ma, con il suo tipo di mobilità, non ne ripeterà instancabilmente che uno solo. L’evoluzione tendeva verso un’autonomia di questi personaggi-automi, in due direzioni: volevano mettersi al servizio di una narrazione e volevano lasciare il loro supporto. Per aprire questi orizzonti, occorreva un marionettista.
Un altro aspetto dell’evoluzione del lavoro riguarda il rapporto con l’essere vivente. L’attrice, che nella creazione precedente rappresentava il passaggio verso un altro mondo, diviene ora complice in Vestiges. Là i due mondi si avvicinavano, qui si fondono. Non è più il mondo degli umani che guarda l’altro e che gli applica un discorso. È il confine tra l’uno e l’altro, tra la realtà e il sogno che diviene sfumato.

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Concept Sandrine Châtelain, Alain Terlutte, Didier Cousin, Julien Aillet 
Direction Didier Cousin 
Automata and puppets construction Alain Terlutte e Julien Aillet 
Puppeteers Sandrine Châtelain, Julien Aillet e Alain Terlutte 
Soundscape Ivann Cruz 
Musical interpretation Jean-Luc Landsweerdt, Jérémie Ternoy, Maud Kauffman, Christophe Motury, Ivann Cruz 
With the participation of Choeur du Conservatoire de Roubaix 
Sound capture and sound mixing Olivier Lautem 
Lighting design Claire Lorthioir 
Photographs Eric Le Brun, Jean Le Gascon 
Production Métalu A Chahuter 

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