Recensioni — 12/12/2022 at 13:12

Malinconia di un naufrago

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RUMOR(S)CENA – GENOVA – Si può narrare dell‘Amore senza parlare (retoricamente) di amore? Infatti non è mai facile parlarne o scriverne, e poco oggi lo si fa anche sulla scena, ma con Amore, Pippo Delbono ha il coraggio, appunto, di tentare quell’impervio sentiero, mostrandoci liricamente e figurativamente, in una trama che alterna ritmo e melodia, le suggestioni che la vita genera ed emana facendosi ricerca, ma anche desiderio e insieme paura o dolore, sorta di luce senza calore o di calore senza luce, cosi da indicarci l’amore mentre con lui in voce e presenza ne disegniamo, proprio sulla sua (dell’amore intendo) assenza, i contorni.

crediti foto di Luca Del Pia

Il segno di quest’ultimo suo spettacolo, come di consueto ma forse più del consueto, è la malinconia, una malinconia che va oltre ogni nostalgia o rimpianto e, travolgendoli, si fa paradossalmente energia che alimenta la vita e la spinge con forza nell’inatteso suo temporaneo cammino. Perché, su una scena svuotata di ogni rigidità ideologica o retorica, questo spettacolo è soprattutto un viaggio della mente e dello spirito, metafora della geografia concreta di una narrazione di percorsi reali e nella memoria realmente trasfigurati, o meglio un diario di viaggio, di viaggi già compiuti e di un viaggio da inevitabilmente intraprendere.

Delbono_Amore foto di Estelle Valente Teatro Sao Luiz

È dunque una drammaturgia costruita con passione sul sentimento della vita, anche nel suo rapporto con la morte che ne è il fondale tra scena e realtà, sulla ‘vitalità’ della vita, che compone il nostro transito identitario come da una tavolozza dalle infinite opportunità e dalle inestinguibili varianze. Nel transito, che non può arrestarsi, il drammaturgo costruisce così quadri di rinnovata significanza, fusione di musica, coreografie, presenze corporee e di luce, che dal rosso di persistente sfondo degrada in mille sfumature.

Alla fine il corpo stanco e forse sofferente, ma che di nuovo sembra poter rintracciare le sue movenze e le sue motivazioni infantili, del nostro drammaturgo, naufrago curioso sui lidi ora illuminati, si incammina dal buio della platea  e poi si stende a riposare sotto l’albero che domina la scena, finalmente fiorito della vita, e di quell’amore che tanto ci spaventava e che tanto continua a spaventarci. Un teatro ancora una volta di grande suggestione visiva ma anche, nel suo fortissimo impatto lirico, di grande profondità psicologica e, mi si permetta, filosofica, un discorso su di noi continuamente nutrito ed alimentato dall’armonia del suono e della musica che si fa corpo in scena.

Delbono_Amore foto Estelle Valente Teatro Sao Luiz

Delbono dona libertà, con mano dolce e fermissima, alla sua consueta e singolarmente variegata Compagnia ed ai protagonisti in palcoscenico, senza doverci soffermare su alcuno, dai bravissimi musicisti e cantanti sinuosamente imprigionati nelle melodie del Fado, ai performer e ballerini che veloci transitano e confidenti si arrestano sulla scena. Ed è lui stesso la voce che ci accompagna e guida, miscelata in suono che si articola e appoggia su una bellssima parola poetica, suono talora con-fuso nelle calde atmosfere melodiche che ci circondano e ci abbracciano. Inevitabilmente commovente e dunque profondamente sentimentale, nella sua valenza più coerente e nei suoi innumeri riflessi.

Visto al teatro Ivo Chiesa di Genova, il 7 dicembre 2022 ospite del Teatro Nazionale di Genova . Avrebbe meritato un pubblico più numeroso, che speriamo verrà nelle repliche, ma comunque gli spettatori presenti non sono stati avari del meritato riconoscimento.

crediti foto di Luca Del Pia

AMORE, scritto e diretto da Pippo Delbono, con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella. Scene Joana Villaverde. Costumi Elena Giampaoli. Musiche originali Pedro Joia. Luci Orlando Bolognesi. Consulenza letteraria Tiago Bartolomeu Costa. Suono Pietro Tirella. produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, con numerose e prestigiose co-produzioni italiane e straniere e con il sostegno del Ministero della Cultura (Italia).

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