Teatro, Va in scena a — 12/11/2011 at 09:24

Fare gli Italiani a teatro allo Stabile di Torino

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La rassegna  Fare gli Italiani – Teatro, stagione 2011/12  organizzata dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino nell’ambito di Esperienza Italia, 150 esimo anniversario dell’Italia, curata da Mario Martone e Giovanni De Luna, presenta venerdì 11 e sabato 12 novembre (20.45) Note di un centromediano metodista al Teatro Cavallerizza. Un testo di Carlo Pestelli (liberamente ispirato agli scritti sportivi di Luciano Bianciardi), con Alex Gariazzo, Marco Gentile, Riccardo Lombardo, Carlo Pestelli. La regia è di Bruno Franceschini. Associazione Pubblico-08/Compagnia Le Voci del Tempo.

 

 

Segue il 15 e 20 novembre  al Teatro Gobetti, in prima nazionale  Italoamericana, di Francesco Durante. Regia di Davide Livermore e interpretato da Salvatore Sax Nicosia, Toni Laudadio, Sara Alzetta, Annamaria Troisi e dagli allievi della Scuola del Teatro Stabile di Torino e dalle attrici di Almateatro- Associazione Baretti, D-Wokin. Nell’ambito degli incontri “Movimenti migratori”, giovedì 17 novembre alle 21, l’incontro  realizzato in collaborazione con Il Circolo dei Lettori di Torino, a cui parteciperanno Giovanni De Luna, Francesco Durante, Mario Martone, Maddalena Tirabassi. Conclude la rassegna Sono incazzato nero di Berte Bakary, regia di Koji Miyazaki. Un Progetto Cantoregi, in scena il 18 e 19 novembre nella sala Maneggio della Cavallerizza Reale. Lo spettacolo è interpretato da Endurance Aiwekhoe, Berte Bakary, Ibrahim Cisse, Mamadou Lamine Dabo, Ehi David Agho, Oumar Diallo, Modou Dione, Mamadou Diop, Djiby Mbengue, Mouhamadou Mbengue, Alioune Moussa Mbodj, Amadou Lamine Mbodj.

 

 

Note di un centro mediano.

L’autore Carlo Pestelli scrive: « Io non so se l’editore ha ragione a insistere tanto con lo sport. Guarda qui: anche in terza pagina, ormai. Ci sono scrittori che sembrano fare a gara per chi si occupa più di calcio… Anche Pasolini se n’è uscito con una pasolinate delle sue in cui distingue i calciatori prosastici dai calciatori poetici… Poi tutti questi politici che si occupano di calcio, che si contendono i campioni a suon di miliardi. Va a finire che in futuro il presidente di qualche squadra diventerà sindaco di Roma o magari leader di partito.

Non lo so… Forse ha ragione quello svalvolato di Aldo a metterla giù a pizza e fichi. Lui non prende sul serio nessuno. Dev’essere lo stesso meccanismo che ha permesso a un modestissimo calciatore come Scopigno di vincere lo scudetto.

Con il Cagliari oltretutto. Altro che tattica e contro tattica. M’ha detto l’editore che da quando Aldo risponde ai lettori con il suo stile un po’ guascone vendiamo qualche migliaio di copie in più. Devo far bene attenzione a che non se ne accorga! Forse una volta dovrei vederlo fuori dal lavoro. Magari a cena… Speriamo solo che a tavola non sia un logorroico, quest’Aldo-della-Maremma-patacca, che a giudicare da come scrive. … Mah… È vent’anni che dirigo ’sto giornale. Qui sta cambiando tutto. Viviamo davvero tempi sempre più confusi dove si mischiano di continuo le carte. Il professore universitario vuol fare il regista, il regista scrive libri, lo scrittore si dà al cinema, davanti e dietro la macchina da presa, il cineasta fa l’antiquario, l’antiquario fa il cartolaio, il quale vende libri, mentre il libraio ripiega sulle cartoline. E si legge di architetti che fabbricano sedie, di giornalisti che vendono brillantina. Io ci credevo nel mio lavoro, facevo correre tutti! Ma adesso… Adesso l’editore non mi parla che di sponsor, di comunicazione, di inserti pubblicitari. Io su ’sto cavolo di giornale ci vorrei ancora l’inchiesta. L’inchiesta vecchia maniera. L’approfondimento…».

 

 

 

Italoamericana

Francesco Durante riscopre il talento dimenticato di Bernardino Ciambelli, il maggiore scrittore italoamericano, autore di fluviali romanzi venduti nelle Little Italies d’America. Negli scritti di Ciambelli si canta la dura esperienza dei migranti italiani, ritratti nel difficile momento della prima ambientazione e raccontati mentre connazionali senza scrupoli li sfruttavano, il tutto immerso nel nascente melting pot, così tipicamente statunitense.

«Ciambelli – secondo il regista Davide Livermore – è un autentico crocevia di tutte le possibili storie, una presenza omerica. Il vuoto della scena diventa un caleidoscopio della memoria, di storie fatte di volti, suoni e immagini. Diventa un ghetto, una Little Italy, un incontrarsi di persone della stessa “razza”, che tutte sgomitano per far fortuna nei modi più diversi, spesso anche illeciti o moralmente deprecabili come lo sfruttamento degli italiani da parte di altri italiani.

Epilogo poetico: Orazione sulla morte più recente di Cristoforo Colombo, performance poetica di Robert Viscusi, poeta italoamericano in chiusura di spettacolo, racconta la storia della perpetua rinascita di Cristoforo Colombo e del suo destino di figura ironica nella storia mondiale.

 

Sono Incazzato nero

Progetto Cantoregi porta in scena, nello stile inconfondibile della compagnia, la difficoltà di integrazione degli immigrati e i problemi che quotidianamente si trovano ad affrontare in Italia. Lo spettacolo è stato scritto da Berte Bakary, uno degli straordinari attori-carcerati de La soglia, spettacolo che ha reso famoso il laboratorio teatrale del carcere di Saluzzo. Scrive l’autore: «Lo spettacolo nasce in seguito ai drammatici fatti di Rosarno. Ne è scaturita una intima riflessione, sull’Italia di qualche anno fa, quella che mi ha ospitato, che mi appariva aperta e solidale, e sull’Italia di oggi, così diversa, chiusa, egoista, ostile, che ha dimenticato di essere stato un paese di emigranti. Ho tentato di comprendere le ragioni che stanno alla base di questo radicale, apparentemente inspiegabile, cambiamento di atteggiamento nei confronti degli stranieri, di questo progressivo farsi strada in larga parte dell’opinione pubblica del “o noi o loro”. Seguendo le tante trasmissioni televisive sull’argomento, sentendo i discorsi di certi politici, ma soprattutto della gente comune, ho maturato una convinzione, che ho provato a tradurre nel testo dello spettacolo Sono incazzato nero. E cioè che siamo stati tutti colpiti da un male che è probabilmente la causa principale anche delle recenti violenze: la cattiva informazione, l’ignoranza intellettuale, il pregiudizio, che hanno alimentato paure e tensioni, e che hanno determinato che ci si confronti ormai l’un l’altro solo attraverso la contrapposizione netta, se non addirittura l’odio. Finché non ci sarà volontà di dialogare, di aprirsi all’incontro con l’altro, in questo mondo sempre più globalizzato e multietnico, dicendo sì alle diversità e no alle discriminazioni, credo non otterremmo mai rispetto reciproco, né sarà possibile un clima sia socialmente che culturalmente migliore. Senza il dialogo non otterremo nulla se non illusione».

 

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino/Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino – dal martedì al sabato, dalle ore 13.00 alle ore 19.00. Domenica e lunedì riposo. 011/5176246 – Numero Verde 800.235.333

On line www.teatrostabiletorino.it

info@teatrostabiletorino.it

 

 

 

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