musica e concerti — 12/10/2022 at 14:04

Ben Frost, Caterina Barbieri: roBOt Festival, due immagini contrapposte della musica digitale

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RUMOR(S)CENA – BOLOGNA – roBOt Festival è la manifestazione internazionale dedicata alla musica elettronica nelle sue tendenze più innovative e radicali che si svolge in autunno a Bologna dal 2008. Giunto alla tredicesima edizione, ormai consolidato come uno degli appuntamenti europei più importanti del settore, il Festival, dopo alcune edizioni dedicate prevalentemente ai ritmi tecno, amplia l’orizzonte allargandosi a sonorità rarefatte e ambient, contaminazioni tra elettronica e strumenti acustici, sperimentazioni sonore astratte e dissonanti.

La terza serata del folto programma, che si svolgeva in cinque giorni in varie location della città, ha avuto il suo momento focale presso lo spazio DumBO, un’area urbana multifunzionale ricavata da alcuni ex-depositi ferroviari che da un paio d’anni è diventato il cuore della manifestazione. La serata è stata introdotta da un duo italiano, Laura Agnusdei, al sassofono, e Daniele Fabris, designer sonoro dedito alla computer music, entrambi diplomati al conservatorio. La loro performance è stata molto magnetica, tutta incentrata sul colloquio tra il sax e i suoni sintetici generati dal computer e da altre fonti digitali. Le melodie dilatate del sax, talora suonato con tecniche non convenzionali, dove i tasti assumono tonalità percussive, sono filtrate e ampliate dagli effetti elettronici e creano una atmosfera onirica. A quenti momenti ne seguono in contrasto altri dissonanti, meccanici, industriali creati da Fabris.

Ben Frost roBOt13

Tornato per la seconda volta alla manifestazione bolognese dopo molti anni, Ben Frost, musicista australiano da anni trapiantato in Islanda, resta uno dei personaggi più emblematici della scena elettronica mondiale. Attivo dal 2001 e protagonista di sonorità elettroniche intense e uniche grazie ad un suono personale che affianca elementi di minimalismo classico a suoni industriali e metallici, negli ultimi anni si è dedicato alla sonorizzazione di film, essendo perfetto complemento alle atmosfere drammatiche grazie alle caratteristiche tenebrose ed inquietanti della sua musica. La performance a roBOt Festival lo vede immerso nel buio, solcato solo dai raggi ritmici delle luci, Frost volteggia incessantemente tra tutte le sue complesse apparecchiature digitali producendo suoni come suo solito metallici, che a volte si ammorbidiscono e diventano rarefatti, conditi da ritmi asincroni e mai martellanti, in un caleidoscopio di musiche imprevedibili, dove l’improvvisazione è fondamentale, grazie alle caratteristiche intrinseche della sintesi modulare che utilizza.

Ben Frost roBOt13

L’elemento caratteristico degli spettacoli di Frost è sempre stato la fisicità dei suoni prodotti, non fruibile in un ascolto privato, grazie sia alla potenza utilizzata che all’uso di frequenze molto basse, che fanno vibrare tutto il corpo, rendendo la sua musica una esperienza multisensoriale. Purtroppo interrotto un paio di volte da problemi tecnici che hanno spezzato l’atmosfera oscura che si stava creando, lo show si è concluso come sempre con una apertura più luminosa, dove il ritmo scompare e resta un suono dilatato e rilassante, a contrasto con le atmosfere precedenti.

Caterina Barbieri roBOt13

È seguita poi l’esibizione di Caterina Barbieri, musicista bolognese di formazione classica da sempre dedita alla ricerca sonora elettronica attraverso l’uso del sintetizzatore modulare Buchla, uno strumento nato negli anni’ 70 con le prime ricerche nella musica elettronica e tuttora in auge, grazie alle sue caratteristiche, l’uso di onde sinusoidali generate e manipolate attraverso potenziometri e cavi, senza tastiera. Caterina Barbieri è riuscita in questi ultimi anni a rinnovare il suono del Buchla, traendone complesse architetture sonore dove i suoni sintetici si sviluppano in sequenze minimalistiche e ipnotiche, intrecciando note morbide e avvolgenti, con accelerazioni e rallentamenti in rapida successione, creando così un quadro neobarocco dove agli archi si sono sostituite le onde sinusoidali.

Laura Agnusdei e Daniele Fabris roBOt13

Immersa in una nebbia dorata, indossando un vestito futuristico, con gesti studiatamente ampi e scenografici l’artista ha trasportato il folto pubblico in un mondo onirico e vellutato, mantenendo un equilibrio tra ritmo e atmosfere sospese. roBOt festival si conferma un’occasione imperdibile per ascoltare le migliori proposte delle nuove musiche digitali.

Visto il 07 ottobre 2022 Spazio DumBO (Distretto urbano multifunzionale di Bologna)

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