Culture, Editoriale — 08/05/2012 at 20:28

L’appello di Renato Palazzi e la “non risposta” dell’Assessore alla Cultura della Regione Calabria

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In merito all’appello di Renato Palazzi, inviato all’attenzione di Mario Caligiuri, Assessore alla Cultura della Regione Calabria, dove si chiedeva di intervenire con sollecitudine per salvaguardare un bene pubblico come lo è il Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari, riceviamo e pubblichiamo la risposta pervenuta al critico teatrale del Sole 24 Ore e My Word, da parte dell’Assessore e la conseguente contro risposta di Palazzi. Dallo scambio del carteggio si evince come non vi sia un impegno chiaro ed esaustivo da parte dell’amministrazione pubblica nell’affrontare la gravità della situazione che di fatto non permette il regolare svolgimento del festival nel mese di giugno.

 

 

 

 

 

 

La lettera dell’Assessore alla Cultura Mario Caligiuri a Renato Palazzi

Oggetto: “Festival Primavera dei Teatri”

«La ringrazio per aver avuto la gentilezza di inviarmi la sua nota. Non mi sfugge di certo l’importanza dell’iniziativa del Festival “Primavera dei Teatri”, al quale ho avuto il piacere di partecipare con vivo interesse. Il nuovo bando per il Fondo Unico per la Cultura del 2012, già trasmesso al Consiglio Regionale lo scorso 03.02.2012, è di prossima pubblicazione. La prego di voler cortesemente estendere l’informazione a tutti gli illustri firmatari dell’appello, che ringrazio per la sensibilità.

Nell’augurarle un buon lavoro, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti

Mario Caligiuri

 

 

 

 

 

 

 

 

Renato Palazzi risponde all’Assessore

Alla cortese attenzione di Mario Caligiuri

Assessore alla Cultura della Regione Calabria

 

Egregio assessore,

la ringrazierei volentieri per la sollecita risposta, se un qualche tipo di risposta agli interrogativi che avevo sollevato mi fosse effettivamente stata data. Invece lei, nelle sue gentili parole, non fa che confermare ciò che già sapevamo: mi dice che il bando sarà pubblicato «prossimamente», ovvero troppo tardi perché “Primavera dei Teatri” possa svolgersi nel periodo previsto, che è appunto la ragione per la quale le avevamo inviato il nostro appello. Mi dice, in sostanza, che il 2 febbraio i buoi sono scappati, e che «prossimamente» si provvederà a chiudere la stalla.

Capisco la sua cautela, ma il momento storico è davvero troppo serio perché, in qualunque campo, ci si possa accontentare di motivazioni generiche, di spiegazioni che di fatto non spiegano niente. In un momento così serio, in cui davvero si respira un sentore di inarrestabile declino, c’è bisogno di certezze, positive o negative che siano: chi organizza un festival deve sapere mesi prima su quali somme potrà contare, chi vi partecipa deve avere la garanzia che l’impegno non verrà annullato all’ultimo momento.

Noi, firmatari di quella lettera – parlo per me, ma credo di poterlo fare anche a nome degli altri – abbiamo ritenuto nell’occasione di intervenire proprio per reagire a una prassi ormai diffusa, davvero indegna di un Paese civile: stimiamo Dario De Luca e Saverio La Ruina, consideriamo “Primavera dei Teatri” una manifestazione importantissima, ma soprattutto ci appare inaccettabile questo stato di incertezza, questa precarietà eretta a sistema, per cui, almeno in campo artistico, non esiste più il «sì» o il «no», esiste solo un eterno «forse», uno scontato e invalicabile «vedremo».

Fra tanti gravi problemi, la sorte di un festival è una questione secondaria? Da qualche parte, per risanare il degrado del costume collettivo, bisognerà pur partire. Certo, il mondo del teatro non si rivolge a grandi masse, ma è vivo e creativo: e allora proviamo a partire proprio da qui, da un elementare rispetto per la professionalità di chi lo fa, dalla doverosa attenzione nei confronti di un’attività che – nonostante tutto – tiene alto il livello della nostra cultura, per cominciare a risalire la china.

La saluto cordialmente

Renato Palazzi

 

 

 

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