Cinema, Recensioni Film, SOS CINEMA — 04/12/2022 at 12:47

La Stranezza, un film che omaggia il Teatro

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RUMOR(S)CENA – SOS CINEMA Esegesi del Film LA STRANEZZA di Roberto Andò– Uno dei più bei film sul Teatro (tanto mi piacque il raffinato “Vanya sulla 42ª strada” di Louis Malle ) sul suo mistero, sulla sua capacità di scardinare (“far esplodere” dice una battuta) la realtà. Di fondere i piani della ragione e dell’inconscio, per trasferirli in una dimensione “altra”, dove i personaggi sopravvivono al loro autore e diventano immortali. “La stranezza” è la malinconia, la follia, l’angoscia da cui scaturiscono le opere d’arte. Ma è anche un affaccio sulla morte. Il film in cui Ficarra e Picone interpretano due stralunati becchini, porta fin da subito a un passo dal mistero finale, con Maristella la balia di Pirandello ormai anziana sul letto di morte. Pirandello insiste per trovarle un loculo in sostituzione di quello che il cimitero ha venduto abusivamente. Da lì inizia lo strano rapporto del monumentale Toni Servillo (qui da Oscar , Palma e Leone d’Oro) impersonificazione seria e riflessiva di Pirandello, con i due becchini buffoni, che guarda caso recitano in una scalcinata filodrammatica di paese. Pirandello è turbato dalle immagini ricorrenti di personaggi che lo chiamano nei sogni, dal nulla ,che appaiono e scompaiono. Vorrebbe dar forma scenica a queste fantasie , non vi riesce. Saranno paradossalmente i due filodrammatici becchini ad aprirgli un varco, a squarciare il sipario ,a travasare la realtà nella finzione ,durante una rappresentazione che da farsa si trasforma in psicodramma. E lì sarà la genesi de “I sei personaggi in cerca d’autore”, in quell’ebollizione vulcanica di sangue e vita ,poi ricondotta da Pirandello a forma scenica. Sublime, astratta, immortale ,dissanguata e sanguinante come un cadavere che si dibatte per varcare la soglia del reale, per accedere all’eterno. Andò che nella sua preziosa opera d’esordio “Il manoscritto del principe” affidò al grande Michel Bouquet il ritratto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, compie la stessa operazione altamente fisiognomica con Toni Servillo come Pirandello e Renato Carpentieri come Giovanni Verga. Con Ficarra e Picone invece crea due maschere comiche all’apparenza, funeree e fantasmatiche(attenti al finale) nel profondo. Il teatro di Pirandello nelle mani di Andò diventa il terreno per lo psicodramma esistenziale, che prima o poi ci tormenta tutti, disteso sulle tavole del palcoscenico come sul lettino dello psicanalista. Per trovare una via un senso una risposta. O meglio per tentare di trovarli.

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