Teatro, Teatrorecensione — 02/07/2014 at 21:37

Le due porte di Vargas: “del buon vivere” e “del buon morire.

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PISTOIA – Enrique Vargas è instancabile viandante del teatro abituato a lasciare segni profondi ed affetti lungo il suo cammino. Con i suoi compagni, attori e tecnici raffinati del “Teatro de los sentidos”, immagina case dalle emozionate pareti, edifici fantastici fatti di ombre, silenzi, suoni, profumi, rare parole sussurrate, gesti composti per disegni che ci parlano di passato remoto e recente, proiettandoci all’improvviso in un futuro sconosciuto, magari sperato, di fiaba terrena. Dalla sua Barcelona, dal suo grande rifugio del “Polverìn“, si muove per costruire spettacoli di seduzione. Ci si incontrano giovanissimi condotti per mano a scoprire sconosciute emozioni, adulti che giungono lieti, come alla festa di un amico che non tradisce. Vargas non manca al suo appuntamento con il Funaro di Pistoia. Ci è ritornato anche quest’anno, per i suoi laboratori e per mettere in scena, ma solo per pochi giorni, il suo più recente percorso da condividere con il pubblico: “Piccoli esercizi per un buon morire”. 

Una nuova “esperienza”, così Vargas chiama ogni suo spettacolo, che, per chi vi assiste scegliendo di arrendersi ai codici ed alle sintonie della sua lingua “dei sensi”, è affascinante coinvolgimento e desiderio  di ripercorre la strada dello spettacolo “ascoltandosi”. Cercando cioè le parole e le emozioni nascoste nelle propria memoria e forse dimenticate. Ogni volta nuovo, ogni volta simile al precedente, il viaggio di Enrique Vargas e dei suoi singolari attori ci dice qualcosa su cui fermarsi a riflettere e ci consente il lusso dello stupore e  della resa.

Piccoli esercizi per un buon morire
Piccoli esercizi per un buon morire

Questa volta si parte compiendo una scelta: varcare una delle due porte che chiudono il loro spazio allo sguardo preoccupato dello spettatore. A destra la porta “del buon vivere” a sinistra quella “del buon morire”. Un custode gentile offre una benda, e conviene serrarla bene sugli occhi, a impedire lo sguardo, per partire verso un altrove,  in attesa di comprendere il resto. Fiduciosi scegliamo l’una o l’altra porta. Inquieti ci addentriamo nel buio seguendo le tracce di un odore, di un rumore, di un suono. È acqua che scorre, è sorriso impudico, è sospiro d’amore, è battito d’ali. È segno e significato a cui siamo liberi di dare parola. Il buio accoglie lo sguardo liberato dalle bende. Ciechi tra i ciechi cerchiamo la luce negata trovando scintille nella nostra passione. Lo sguardo finalmente trova singolari foreste di carta, indumenti appesi come le grandi foglie di misteriose piante notturne. Non c’è dolore e non c’è allegria, non c’è pianto e non c’è risata, nel tempo del percorso. C’è il pacato ascolto di brevi sussulti che legano insieme vita e morte in un unico territorio sereno.

Quel che avviene non va raccontato. I suoni e i sapori sono preludio di incontri e sorprese. Ci viene chiesto alla fine di scrivere una pagina nuova da aggiungere, ultima, al nostro personale romanzo segreto. Forse sarà davvero la pagina che vorremmo alla fine, e che vivrà mescolata alle altre, centinaia,  migliaia forse, su cui altrettanti spettatori hanno lasciato il loro segno segreto. Usciti fuori alla luce, si rimane a lungo a parlare, a dirsi, ad ascoltare.

PICCOLI ESERCIZI PER IL BUON MORIRE / PEQUEÑOS EJERCICIOS PARA EL BUEN MORIR
Regia e Drammaturgia Enrique Vargas
Coordinamento artistico Patrizia Menichelli
Coordinamento attori Arianna Marano e Giovanna Pezzullo
Disegno dello spazio Gabriella Salvaterra
Direzione musicale Stephane Laidet
Paesaggio olfattivo Nelson Jara e Giovanna Pezzullo
Luci Francisco Javier Garcia
Costumi e maschere Patrizia Menichelli
Direttore tecnico Gabriel Hernandez
Con Francisco Javier Garcia, Gabriel Hernàndez, Stephane Laidet, Arianna Marano, Patrizia Menichelli
Giovanna Pezzullo, Gabriella Salvaterra, Joan Gerard Torredeflot
e con Massimiliano Barbini, Lisa Cantini, Antonella Carrara, Rossana Dolfi, Francesca Giaconi
con la partecipazione del Gruppo di Ricerca del Funaro

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