Cinema, Recensioni Film — 01/10/2022 at 09:43

Ti mangio il cuore

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RUMOR(S)CENA – BIENNALE CINEMA – VENEZIA – Presentato in concorso alla sezione Orizzonti della 79esima Mostra internazionale di arte cinematografica della Biennale Cinema di Venezia , “Ti mangio il cuore” del regista Pippo Mezzapesa, e prodotto da Indigo Film e Rai Cinema, aveva iniziato a suscitare interesse alcuni mesi fa, soltanto perchè la parte della prima pentita della mafia del Gargano, era stata affidata alla cantante Elodie. Troppe aspettative possono procurare danno.

La sceneggiatura è il frutto di un’insieme di storie vere, tratte dall’omonimo libro-inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini. Nel mondo dei conflitti familiari, non c’è spazio per il colore. L’ambiente che si apre intorno a i protagonisti è tutto giocato sulla dualità tra bianco e nero; una lotta cromatica di colori opposti, contrapposti sono i clan che agiscono sulle loro terre, alle pendici del Gargano. Sono terre desolate, fangose, calpestate da un bestiame bello e vigoroso e ricoperte da un sangue che non smette mai di scorrere, alimentato dal potere. La quarta mafia.

Dal cast risaltano Michele Placido, Tommaso Ragno, Lidia Vitale, Francesco Patanè ed Elodie. Tre clan rivali, i Malatesta, i Camporeale e i Montanari condividono una instabile pace, dopo la strage dei Malatesta avvenuta negli anni ’60. Unico superstite Michele Malatesta (Tommaso Ragno davvero strepitoso) che riesce a costruirsi una famiglia. Si arriva all’anno 2004 quando Andrea Malatesta (Francesco Patanè), figlio di Michele si innamora di Marilena Camporeale (Elodie), una donna fredda, dai grandi occhi neri e dal corpo sinuoso.

E la faida riprende con l’uccisione di Michele. È la componente femminile a dominare ogni secondo di “Ti mangio il cuore”, travolgendo così una gerarchia di interpreti maschili ormai relegati nello spazio di un’azione che tarda ad arrivare e prendere posto. La matriarca dei Malatesta, Teresa (Lidia Vitale già vista in Suburra, è bravissima), presiede alla vendetta ormai inevitabile, con un piglio, una durezza ed una voce roca che non lasciano scampo. Andrea, il cerbiatto biondo dagli occhi buoni, subisce una trasformazione che lo dipinge belva. Ma diventa eccessivo, poco credibile, troppo spinto nella sua metamorfosi che vorrebbe essere mefistofelica. La protagonista assoluta è la fotografia di Michele D’Attanasio (serie Gomorra). Ogni fotogramma è così elegante e raffinato che rende un pò poco credibile la sincerità del film.

Andrea che diventa sociopatico mentre Marilena sparisce con i suoi figli e cambia ambiente: ma non si comprende come sia diventata una pentita di mafia. Oltre il primo atto avvincente scatta la prevedibilità e la sceneggiatura stenta a sostenere la narrazione.

Visto al Cinema America il 29 setembre 2022 al Circuito Cinema di Genova, all’interno di una serata speciale con ospite Francesco Patanè, attore che ha mosso i suoi primi passi alla scuola di recitazone del Teatro Stabile di Genova, dove ha conseguito il diploma.

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